Uno dei principali motivi per cui uso GNOME è la famosa HIG (Human Interface Guidelines) ispirata a principi di semplicità e massima efficienza e che, oltre a principi generali di usabilità, definisce cose molto pratiche come il numero di pixel che devono esserci tra un pulsante e un’altro, oppure la grandezza dei caratteri in un dialogo d’errore.
Secondo tale HIG le applicazioni e lo stesso desktop idealmente dovrebbero avere un numero limitatissimo di “Preferenze” da impostare (meglio se nessuno), i dialoghi non dovrebbero allarmare mai l’utente con segnacci tipo triangoli con punti esclamativi… insomma l’utente dovrebbe essere esposto il meno possibile a GNOME in sé, per poter concentrarsi meglio sul lavoro.
Come si può vedere da questa schermata il desktop GNOME è costituito da molti pezzetti di provenienza e fattura eterogenea. Il desktop “ritratto” è una installazione standard di Ubuntu Breezy con qualche piccola personalizzazione grafica (il marrone-cacca non mi piace). Tutte quelle finestrelle che vedete indicano versione, descrizione, autori, traduttori e copyright per *ogni* singolo pezzettino cliccabile di desktop. Se tutto questo abbia un senso è altamente questionabile: cosa può interessare all’utente se RedHat ha scritto l’applet per nascondere tutte le finestre? E in effetti: cosa può interessare all’utente il fatto che quel pulsante sia “un’applet“? Ancora: cosa stracazzo è un’applet?¹ :-)
Sempre a proposito di Desktop, nella schermata di prima ho incluso pure il popolatissimo menu pieno di icone che si ottiene cliccando col pulsante destro sull’orologio in alto a destra (già già, sull’applet dell’orologio…). Come si può notare le sole due opzioni che hanno un senso sono ben diluite da altre sette, totalmente inutili nel 99% dei casi di utilizzo. Qui di seguito elenco le opzioni:
- (icona) Copia ora
- (icona) Copia data
- — separatore —
- (icona) Regola data e ora
- (icona) Preferenze
- (icona) Aiuto
- (icona) Informazioni
- — separatore —
- Rimuovi dal pannello
- Sposta
- — separatore —
- (spunta) Blocca sul pannello
Vi rimando a questo post per le considerazioni riguardo l’uso sconsiderato delle icone… per il resto ecco il mio punto di vista:
- Le prime due voci sono totalmente inutili, non credo ci sia bisogno di dirlo… se mi serve inserire la data nel documento che sto scrivendo mi basta usare la funzione dell’applicazione che uso (in OpenOffice.org: “Inserisci » Comando di campo » Data”).
- Le voci: “Regola data e ora”, “Preferenze” e – se proprio è necessario – “informazioni”, invece di essere spezzettate andrebbero idealmente in una unica voce che richiami una finestra di impostazioni con la possibilità di lanciare dalla finestra stessa il (lentissimo) “Aiuto” di GNOME.
- Le voci: “Rimuovi dal pannello”, “Sposta” e “Blocca sul pannello” fanno solo “rumore” e si escludono a vicenda: se l’orologio è “bloccato sul pannello” non posso rimuoverlo o spostarlo. E se anche sblocco l’orologio non posso spostarlo lo stesso, perché l’applet per il volume, accanto all’orologio, è ancora bloccata… e così via.
In particolare per risolvere il problema dell’ultimo punto KDE ha di recente introdotto la funzione “Blocca il pannello“. In questo modo si nascondono tante opzioni inutili e per trattare le varie icone separatamente c’è da fare “un solo click per tutte le applet” invece di “un click per ogni applet”.
Bene, per oggi ho finito la dose di critica. Amo ancora GNOME :-)
[¹]Ok io lo so, ma un utente-non-nerd *al massimo* pensa che un’applet sia “una cosa java come quelle che stanno sui siti” (riscontro reale)