22/11/06: Con Compiz le aree di lavoro tornano ad avere un senso però :-)
Una delle caratteristiche principali di …probabilmente tutti i Desktop Liberi, è l’uso di molteplici Aree di Lavoro, usate per suddividere la quantità di finestre presenti su più “Desktop Virtuali” e quindi in teoria fare meno confusione.
Generalmente usando le impostazioni predefinite abbiamo a disposizione quattro scrivanie virtuali che condividono icone, comportamento e impostazioni (in KDE si possono personalizzare sfondi distinti per ogni area). Le diverse aree gestiscono invece (troppo) indipendentemente le finestre.
Immaginiamo di avere due aree di lavoro, chiamate “Internet” e “Ufficio”. Possiamo lanciare Firefox ed Evolution nella prima, e varie finestre di OpenOffice.org nella seconda. Suddividiamo così il lavoro in “aree tematiche”, per cui assegnamo idealmente ad ogni area un tipo di attività: navigo su internet nell’area 1 e leggo/scrivo documenti nell’area 2… Un po’ come nella realtà suddividiamo i nostri spazi in base a quello che dobbiamo farci.
Il concetto non è malvagio, e dopo un po’ che ci si abitua a suddividere i compiti diventa più veloce cambiare area di lavoro che andare a cercare la finestra desiderata nella taskbar… specialmente se si tende ad usare molte applicazioni contemporaneamente. Di più: se usiamo software fatto bene, tipo WindowMaker, possiamo far sì che Firefox parta sempre nell’area 1, invece di doverla posizionare manualmente!
Bene, fin qui eravamo nell’iperuranio, nel mondo delle idee perfette, adesso ci abbassiamo un po’ alla vita reale e analizziamo il comportamento vero:
- non esiste un modo semplice sensato di spiegare questa cosa a chi comincia ad usare linux, se avete capito quello che ho scritto prima vi faccio i miei complimenti e vi promuovo al rango di geek.
- nessun altro sistema operativo ha niente del genere, questo potrebbe essere un punto di forza, invece è una debolezza, visto che le funzionalità sono presenti solo a metà
- non c’è modo di sfruttare le potenzialità di questo concetto con nessun window manager oggi esistente. WindowMaker ne ha la gestione più avanzata, GNOME e KDE non ci provano nemmeno
- funziona male! esempio: sono nell’area 1, clicco su un PDF, il documento viene aperto in Evince, che sta nell’area 2. non mi viene data nessuna notifica della cosa e continuo a cliccare all’infinito.
- qualsiasi “applet” per il controllo delle aree di lavoro finora vista è “brutta” e per niente integrata con window manager.
Soluzione
Se non si sa/può/vuole risolvere il problema a livello di sviluppo, basta *disabilitare* questa funzione! Portando il numero delle aree a 1, dalle preferenze di GNOME o KDE, si ottiene il grande vantaggio di eliminare gran parte della possibile confusione e mal funzionamenti vari.
- il menu che si ottiene cliccando col tasto sinistro sulle decorazioni delle finestre è molto più pulito e razionale, e contiene solo comandi realmente utili, lo stesso vale per i menu delle finestre nella barra delle applicazioni
- non bisogna più sforzarsi di interpretare le varie traduzioni della parola “sticky”, cioè “presente su tutti i desktop”, talvolta tradotto come “appiccicata”! (hahaha)
- si può finalmente eliminare l’applet per cambiare area di lavoro, da sempre un pugno in un occhio in quanto ad estetica
- ha finalmente un senso il pulsante “Mostra il Desktop”: basta usare quello per poter nascondere simultaneamente tutte le finestre
- non si è tentati di usare applicazioni di terze parti che svolgono il lavoro che spetterebbe invece al window manager, un esempio su tutti: devilspie
- eliminando le aree superflue in alcuni casi si può avere un aumento delle prestazioni
Conclusioni
Ho eliminato ogni traccia di utilizzo delle famigerate “Aree di Lavoro” dal mio Desktop da molto tempo ormai, non ne sento la minima mancanza, e ho anche eliminato le premesse per una serie di possibili bug (vedi l’esempio del PDF).