E’ uscita! Finalmente è uscita la tanto aspettata versione 0.13 di Gobolinux. Non conoscete Gobolinux? Correte subito a scaricarla e provatela!
Gobolinux è una distro di concezione visionaria, che probabilmente dovrebbe essere amata da tutti, se non altro per l’immenso coraggio di chi la sviluppa. Il minuscolo team che sta dietro a Gobolinux infatti osa sfidare tutto e tutti e propone una gerarchia del filesystem completamente rivoluzionata per cercare di essere più razionale e moderna.
L’avvio grafico è *completamente* personalizzabile con i temi! Alcuni sono veramente impressionanti
Il punto di partenza per creare Gobolinux è stato il fatto che il project leader nel suo ufficio ha usato a lungo un sistema in cui gli era permesso l’accesso in scrittura solo nella sua Home. Ogni programma che provava finiva così installato in percorsi come ad esempio /home/gobo/Programs/mutt, per dirne uno, e ogni libreria andava in /home/gobo/Library.
Ad un certo punto è stato naturale riportare la gerarchia della sua Home a tutta una intera distro e il risultato è una root directory così composta:
$: cd /
$: ls
Programs
Users
System
Files
Mount
Depot
Interessante no? Solo quattro directory (Depot è destinata a “varie ed eventuali”) contengono l’intero sistema, invece delle decine di /usr /boot /bin /root /mnt /dev ecc ecc “classiche”. Confusi? Io lo ero un po’ quando scoprii Gobolinux.
La prima cosa che feci fu leggermi tutto il sito, mentre scaricavo non ricordo che versione della distro :-) e leggendo gli articoli di “gobo” mi resi conto che l’idea era coraggiosa e l’atteggiamento era proprio cazzuto! Motivi che mi hanno portato ad amare il progetto sempre più… e ancora prima di aver completato il donwolad (che durò alcuni giorni)! :D
Dopo tanta teoria quando ho finalmente lanciato il LiveCD/Installer (già, anni prima che Ubuntu facesse la stessa cosa, con Dapper) mi sono reso conto che tutto nella distro è molto razionale. Dopo poco tempo l’utilizzo diventa immediato e non ci si rende quasi conto di sfruculiare dentro /System/Library o /Programs/KDE/3.5.4 come se fosse la cosa più naturale al mondo. Beh effettivamente è più naturale di /usr/lib o /usr/share/apps ecc ecc.
La regola principale è che in Gobolinux il gestore di pacchetti è il filesystem stesso
La regola principale è che in Gobolinux il gestore di pacchetti è il filesystem stesso, per citare l’autore. Ogni app e ogni libreria ha il suo posto preciso nel filesystem, per cui diverse versioni dello stesso software possono convivere tranquillamente e senza conflitti. I pacchetti sono dei semplicissimi archivi che vengono scompattati nel filesystem con un controllo delle dipendenze per essere sicuri che tutte le dipendenze siano soddisfatte e c’è anche un sistema molto simpatico per compilare direttamente da sorgenti, qualcosa a metà strada tra i ports di BSD e il prosciutto cotto, ma è carino vedere che ogni tanto funziona :-)
La compatibilità con il classico filesystem UNIX è garantita da – e questa è la parte che mi piace di meno – una fitta rete di link che garantiscono la presenza fittizia delle solite directory. Tutta questa rete di link è resa invisibile grazie ad un modulo del kernel appositamente creato. Questo significa che Gobolinux va un passo più avanti rispetto a MacOSX, che nasconde l’albero delle directory grazie ad un trucchetto di Finder.
Ad ogni modo, le innovazioni di questa distro sono tante e non si può spiegare la strana sensazione che si prova usandola. Se qualcuno di voi resterà incuriosito e vorrà provarla, garantisco che non si annoierà e invece potrebbe rimanerne stregato :-)
Buona esplorazione!
scaricata e messa su vmware parte ma X rimane con un bel black screen
va beh magari dopo guardo cos’ha
ok risolto
sembra carino
cerco qualche guida x pocciare
questa genstione del flesystem secondo me sarebbe MOOOLTO nteressante per tutte quelle distro che hanno a che fare con utenti semplici…
come ubuntu, fedora, suse, mandriva….
sarebbe un GRANDE passo avanti verso la semplificazione a favore dei nuovi utenti..
sbaglio? secondo me dovrebbe essere una cosa che bisogna generalizzare… almeno per quelle distro che ho detto
La provai a una delle sue prime versioni, quando ancora avevo il tempo di installarmi 10 distro al giorno. Molto interessante, ma all’epoca era troppo na pazziella.
Ah la concezione del filesystem è buona ed è vero come dice Bigshot che farebbe bene agli utenti “semplici”. Vero è che l’obiettivo di tutti i produttori di sistemi operativi, non solo di distro linux, dovrebbe essere quello di far sparire totalmente il filesystem dagli occhi delle persone e magari anche dal sistema (almeno nella concezione attuale). Parlo di filesystem semantico, categorizzazione tramite tag predefiniti e non, virtual point of storage con criteri semantici basati sui tag e non solo. L’utente non dovrebbe preoccuparsi di dove salvare i file, ma solo di poterli recuperare e catalogare come gli pare.
Io l’ho provata due anni fa quando uscì con Linux Magazine. Era interessante. Purtroppo, come tutte le distro minori, non possono essere prese in considerazione per l’uso normale per il piccolo numero di pacchetti.
grande felipe =) non mi sarei aspettato un blog sulla gobolinux 013 (anche se ne avevi già parlato in passato). Dal canto mio ce l’ho in condivisione (su torrent) da quando è uscita e l’installerò presto (credo oggi stesso, sul tardi, dopo le pulizie).
La prima volta che lessi di questa distro fù su un numero di “Linux Pro”, che l’allegava in CD. Non la provai bensì l’ignorai perché ancora troppo newbie, e quasi la snobbai per la sua dichiarata diversità.
Ora che capisco un po’ di più di GNU/Linux mi sento pronto a “sperimentare” qualcosa di diverso e credo che mi piacerà anche parecchio.
Come hai risolto il problema del blank page in vmware? Te ne sarei grato
Non so… il concetto mi lascia un po’ perplesso.
Semplice? Sicuro. Funzionale? Non saprei.
Posto che tutta l’accozzaglia di /usr/ /bin/ / local/ /sarcazz/ dei *nix classici è sicuramente un pasticciaccio brutto (anche se, in fondo in fondo, ha il suo senso), è anche vero che tutto ciò riguarda l’amministrazione del sistema ed in un mondo ideale l’utente non se ne dovrebbe mai preoccupare, essendo confinato in /home/utente/
Allora mi viene da dire che l’idea è sensata in una home (esattamente come può essere sensata l’idea di klik) ma sistem wide non mi convince troppo.
Anche se un’accoppiata di questo gobolinux con un sistema come klik potrebbe dare risultati assai interessanti, in fondo una struttura così sembra fatta apposta per ospitare i file .app
Oltretutto, come ammesso, si deve garantire la compatibilità con una rete mostruosa di symlink che riproducono tutto il filesystem classico, ma questa stessa rete mi limita in uno degli usi migliori che potrebbe avere tutto questo: installare diverse versioni di un software o di una libreria (a quale versione punta il symlink? alla più recente? a quella installata per ultima? ad una a caso? non punta a niente?)
Tanto varrebbe allora l’approccio inverso: mantenere la struttura classica e riprodurre la “gobostruttura” mediante symlink o, meglio ancora, una sorta di database che riproduce un filesys “fittizio” che sarebbe l’unico visibile all’utente, cosicchè ogni file sarebbe raggiungibile mediante il suo indirizzo classico e mediante il suo “goboindirizzo” (che però non è un semplice link che punta al file vero, è proprio il file stesso con un nome diverso: l’idea insomma è che cancellando il “goboindirizzo” si cancelli il file)
Per me il sistema ideale sarebbe questo:
– semplificazione della gerarchia, esempio da / discendono poche directory, non voglio neanche /bin, tutto in /usr/bin
– razionalizzazione di parecchi aspetti della gestione, tipo, e ne abbiamo fatto una piccola discussionesu irc, i file di configurazione di hal stanno su /usr/share invece che (come dovrebbero imho) in /etc
– idea che mi sta sbomballando il cervello: creare una home dove vanno a finire i dati condivisi, una sorta di /home/share o /home/default.
– un filesystem fuse che mostra i file come sono stati distribuiti da apt.
Per quanto riguarda il terzo punto, visto che il problema principale della gestione dei pacchetti non sono i file distribuiti con apt, ma quelli creati all’avvio del programma, si potrebbe impedire che un’applicazione vada ad inquinare le cartelle di sistema e sia obbligato a scrivere su /home/share. Poi questa nuova cartella sarebbe un bel posto per metterci le icone e i temi del desktop, per esempio.
Comunque bisognerebbe razionalizzare tutto.
Credo sia davvero un gran passo avanti per la diffusione di GNU/Linux tra l’utente medio..
@Francesco
ho dato esc all’avvio quando dice bla bla bla detecting X settings
e poi ti si apre la shell fai startx e va senza problemi
grazie per la segnalazione felipe cercavo qualcosa di simile da tempo non ho trovato nulla e stavo pensando partendo da linux from scratch come poterlo realizzare, grazie ancora
Con riferimento al problema del filesystem, mi permetto di dissentire. A quanto mi è parso di capire, questa struttura imita (o comunque è idealmente vicina a) quella adottata per Mac OS X da Apple. Nella mia limitata esperienza, mi sento di affermare che si tratta di una grande perdita di flessibilità: secondo me, è perfettamente sensato e corretto separare, anche logicamente, il tree contenente binari e risorse fornite dal distributore del sistema (/usr) e quello installato dal sysadmin della macchina (/usr/local), così come trovo perfettamente logico (e sicuro ben più di altre cose) restringere l’accesso alla partizione /home agli utenti in un contesto aziendale.
Mi pare che si perda in flessibilità, ecco tutto.
Mi piacerebbe essere smentito.
P.S. Come al solito (ed è questa la fortuna di noi utenti di UN*X liberi), sarà sempre e solo una questione di scelte :-D
P.P.S. Quoto cga e faccio i complimenti a felipe, mio conterraneo, per il blog. E’ sempre un piacere leggere cose scritte col cuore (uno dei motivi per cui mi sono finalmente deciso ad intervenire, visto che è da tempo che sei nel mio blogroll) :-)
(@felipe: Aggiungo che il tuo esempio mi ha convinto a mettere su quest’altra baracca: http://gsdefender.wordpress.com. Non voglio spammare – scrivo più che altro per ricordarmi quello che ho fatto, talmente sono smemorato, ma farti sapere che hai pesato tanto sulla mia scelta – giusto per dare un bel calcione dove fa più male ai parac**li con cui sei stato costretto a cimentarti qualche post fa ;-))
WOW sono davvero contento che abbiate apprezzato il post su Gobolinux, Pensavo fossi l’unico pazzo ad amare il coraggio di questa distro un po’ speciale :-)
@Alexxx:
E’ vero che ci sono pochi pacchetti, e spesso a versioni *antiche*, il fatto è che gli sviluppatori sono pochini :/
Non mi azzardo a formulare ipotesi su come dovrebbe essere strutturato un filesystem, ma sono d’accordo che dovrebbe essere rivisto *sicuramente* l’aspetto che viene presentato all’utente che si fa prendere dal panico se per caso clicca su “Filesystem” dentro Nautilus :-/
@Habayusa:
Leggiti la doc di Gobolinux, è ben fatta e strutturata sottoforma di articoli. Tutte, e dico: *tutte*, le possibili critiche sono analizzate e smontate nel dettaglio. Anche le tue domande trovano risposta. Dico solo che l’unico motivo per cui questo sistema non è accettato al momento è: “conservazione”, e paura di innovare. Alla fine si tratta solo di scelte progettuali, dal momento che non si intacca nemmeno una singola funzionalità.
In ogni caso Gobolinux non c’entra niente con la filosofia di Klik. Sono due cose completamente distanti.
@GS Defender:
Nessuno ha detto che non ci sia un un equivalente di /usr/local, invece non ho capito la faccenda delle restrizioni. Perché mai /Users non dovrebbe poter essere ristretto? (wow che verbo cazzuto) In ogni caso ti smentisco volentieri: nessunissima perdita di nessunissima funzionalità/potenzialità/flessibilità
Grazie per i complimenti, li ritorno felicitandomi per il buon gusto di scegliere pollycoke :-D
>Perché mai /Users non dovrebbe poter essere ristretto?
Appunto. Mi sa che dovrò andarmi a rileggere la documentazione.
Per il resto: Prego :-D
woow interessantissima distribuzione.. grazie per la segnalazione, non la conoscevo!
ciao
hmm.. m’e’ venuto un dubbio
quote:
Tutta questa rete di link è resa invisibile grazie ad un modulo del kernel appositamente creato
cioe’… non ho capito bene il meccanismo…
cioe’… se e’ invisibile a me non li trovano nemmeno le apps no??
o sbaglio?
ciao… (attendo chiarimenti :D)
ilgufo
“invisibile”, non “inutilizzabile”
e poi che senso aveva fare i link se non si potevano usare?
questa distro è un po’ la dimostrazione che l’albero delle dir di windows non e’ poi cosi orrendo come se ne sente spesso parlare…i programmi in programmi, i filesutente in filesutenti…ecc..no?
ovviamente questo *non* è un paragone di sistemi operativi, solo delle idee di base…perche’ dopo su windows succede tutto e il contrario di tutto :D
@felipe: ok grazie :D
@left: io non lo trovo molto comodo l’albero delle dir di win…
cioe’…
ti ritrovi WINDOWS (si chiama cosi? non mi ricordo) pieno di file di programmi, tutti nella stessa dir….
nemmeno divisi per cartella…
@left:
Il paragone calza di più con osx, cmq sostanzialmente “nì”:
winzoz, essendo essenzialmente un OS monoutenza, usa il paradigma del Desktop come radice di tutto, incasinando le cose in maniera indicibile con l’equivalente delle Home utente, che però sono sotto un Desktop, che però fa parte della Home utente, che però…
Hai presente Escher? :D
mi ha interessato la tesi di Hayabusa. per un utente home che magari usa esclusivamente il “paradigma del desktop” come dice felipe. invece per un amministrazione da shell meglio il filesystem a base di /xxx/xxx. anche se le dir giustamente si possono razionalizzare, ma sempre rimanendo nei canoni di ascetismo unixiano :)
tra l altro il file system si Windows non è orrrendo, bensì orribile. ma ovviamente non sono i nomi il suo punto debole, bensì la mancanza di punti di mount e di una gerarchia scalabile. brrrr :-O@
http://ubuntuforums.org/showthread.php?t=297429
Questo significa che Gobolinux va un passo più avanti rispetto a MacOSX, che nasconde l’albero delle directory grazie ad un trucchetto di Finder.
E’ sbagliato :) OsX non nasconde l’albero delle directory grazie ad un trucchetto di Finder, semplicemente è una caratteristica di Finder. In Gobolinux, come in OsX, le directory in più esistono, esse vengono nascoste da una patch installata di default nel kernel. (o almeno questo è quello che mi hanno detto :))