Grandiosa notizia! Una di quelle che lasciano tutti contenti… Open Source Development Labs (OSDL) e Free Standards Group (FSG) si sono fuse, creando la “Linux Foundation“, con il supporto e il riconoscimento di praticamente tutto il panorama del software libero, delle aziende storicamente connesse con la nostra comunità e dello stesso Linus Torvalds!
Questa notizia non esito a definirla “storica” per la nostra comunità, non a caso sta rimbalzando senza sosta in praticamente tutti i siti di news. OSDL è un’organizzazione non-profit che sta dietro a tutta una rete di servizi volti alla nostra comunità (il più famoso credo sia sourceforge.net), tra le altre cose è sponsor di Linus Torvalds e di Andrew Morton. FSG è l’organizzazione che sta dietro alla Linux Standard Base (LSB), di cui ho parlato di recente, nel post “LSB vuole unificare RPM e DEB, le “capocce” danno l’OK!”
Dios mio, un’entità così suprema non ero riuscito ad immaginarla nemmeno nel più bagnato dei miei sogni: “La Distro Finale“…e sì che lì ne avevo sparate di grosse! :)
Si prospettano grandi cose per noi pinguini.
Il nome mi sembra un po’ riduttivo…. per il resto ok!
Brutto nome, allora, per chi preferisce, diciamo, FreeBSD… :/
E’ un altro passo avanti (un bel passo di 40km rispetto a quello umano) per le risorse del pinguino!!!
Vai pinguino vai :D
Fantastica notizia… Ultimamente continuano ad accadere cose molto buone per noi :)
Molto Bene
La notizia buona è che grazie a fusioni di questa portata le organizzazioni che stanno dietro la nostra comunità, diventando più grosse, acquistano sempre più visibilità e un maggior potere contrattuale.
Però l’altra faccia della medaglia è, oltre al nome, il fatto stesso che sul loro sito usino Linux al posto di GNU/Linux per indicare il sistema operativo, e che usino open source al posto di free software. Vi sembrerò pignolo, ma queste cose non mi vanno molto a genio… Soprattutto perchè c’è differenza tra software LIBERO e software il cui codice è aperto, cioè accessibile.
Free software: “free” as in “freedom”!!!! ;)
Beh, vedrei bene il confluire anche di freedesktop.
Sempre di standardizzazione e di sviluppo si tratta.
O sarebbe troppo spinta come idea?
sono queste iniziative insieme ad altre come quelle di freedesktop.org che faranno forse un giorno diventare davvero linux “concorrenziale” nel mercato dei sistemi operativi. Peccato che i tempi sono sempre lunghi laddove la comunicazione dovrebbe essere più aperta e “funzionale”.
(riscrivo il commento. Come mai non l’ha postato? )
sono queste iniziative insieme ad altre come fredesktop.org che potranno forse un giorno rendere davvero GNU/linux un sistema operativo più concorrenziale. Peccato che la comunicazione in questo ambito sia così lenta e poco “funzionale”. Sarebbe bello poter avere tempi più brevi per la realizzazione di questi progetti
@Daniele
Beh pero’ a quanto avevo capito la differenza sostanziale era tra free come gratis (mi sembra che l’esempio sia free as free beer) e tra free come libero (as freedom). Ma tra libero e open mi sembra che la cosa sia identica. La questione non e’ tra freeware e open source?
@derek: chiedo scusa se viene un po’ lungo…
[…]Alcune delle persone che suggerirono questo termine intendevano
evitare che si confondesse “free” con “gratis”, un valido obiettivo.
D’altra parte, altre persone intendevano mettere da parte lo spirito
del principio che aveva dato la spinta al movimento del software
libero e al progetto GNU, puntando invece ad attrarre i dirigenti e
gli utenti commerciali, molti dei quali afferiscono a una ideologia
che pone il profitto al di sopra della libertà, della comunità, dei
principi. Perciò la retorica di “open source” si focalizza sulla possi-
bilità di creare software di buona qualità e potente, ma evita deli-
beratamente le idee di libertà, comunità, principio.
Le riviste che si chiamano “Linux…” sono un chiaro esempio di ciò:
sono piene di pubblicità di software proprietario che gira sotto GNU/Linux;
[…]
L’appoggio delle aziende può contribuire alla comu-
nità in molti modi; a parità di tutto il resto è una cosa utile. Ma
ottenere questo appoggio parlando ancor meno di libertà e princi-
pi può essere disastroso; rende ancora peggiore lo sbilanciamento
descritto tra diffusione ed educazione civica.
“Software libero” (free software) e “sorgente aperto” (open source)
descrivono più o meno la stessa categoria di software, ma dicono
cose differenti sul software e sui valori. Il progetto GNU continua
a usare il termine “software libero” per esprimere l’idea che la libertà
sia importante, non solo la tecnologia.”
Naturalmente, firmato RMS.
Comunque in alcuni ambiti penso sia sensato e non troppo pericoloso usare il termine open source, ma in generale preferisco che si dica free software.
Ciauz. ;)
PS: Ancora sull’argomento
[…] Oggi il
movimento del Software Libero e il movimento dell’Open Source
sono due movimenti diversi con diversi punti di vista e obiettivi,
anche se possiamo lavorare, e in effetti lavoriamo, insieme su alcu-
ni progetti concreti.
La differenza fondamentale tra i due movimenti sta nei loro valo-
ri, nel loro modo di guardare il mondo. Per il movimento Open
Source, il fatto che il software debba essere Open Source o meno è
un problema pratico, non un problema etico. Come si è espresso
qualcuno, “l’Open Source è una metodologia di sviluppo; il Softwa-
re Libero è un movimento di carattere sociale”. Per il movimento
Open Source, il software non libero è una soluzione non ottimale.
Per il movimento del Software Libero, il software non libero è un
problema sociale e il software libero è la soluzione.[…]
Software Libero, Pensiero Libero – Volume I (RMS)
Spesso questi discorsi (mi riferisco a FSF e a quello che gli è connesso) mi fanno pensare a quanto l’umanità sia incapace di gestire qualsiasi tipo di libertà senza farla essere quanto di più condannato al mondo, un dogma indiscutibile.
Qualsiasi filosofia per essere applicata alla vita reale, e non rimanere un mero pensiero, deve diventare parte di un compromesso, senza il quale la praticità di un pensiero non ha possibilità di essere. Perché questo accade? Processo fisiologico della società.
Senza nulla togliere a quanto un’ideale abbia giovato alla comunità informatica attuale, l’Open Source è la via da perseguire, perché la filosofia, il Free Software, come molte sue pari, è una mera utopia. Non è la nostra generazione, o quella successiva, o la successiva ancora, che può cambiare la società attuale. Serve tempo, evoluzione, rivoluzione. Quello che possiamo fare noi è accorgerci dei nostri limiti, conoscere i nostri padroni, e vivere _liberi_ in un mondo di compromessi.
Uso Linux, e lo compilo col GNU C Compiler.
@Daniele:
mi sembra di capire che se un software è LIBERO è anche Open, ma quando è Open non è detto che sia libero, giusto? (scusa se semplifico e non leggo bene ma sono le nove di sera…)
@tutti:
eh eh… Linux Foundation… molto epico, tipo l’Impero di Guerre Stellari o la “Fondazione” di Asimov, speriamo che non si facciano prendere la mano :-)
@Miles per quanto ho capito io sono la stessa cosa, cambia solo la filosofia di fondo (open perche’ conveniente dal punto di vista economico/produttivo, libero per ideologia)
Del resto la differente visione tra Torvalds e Stallman sulle licenze, vedi ad es. la questione della GPL3 (ma non solo), era ben nota.
E’ comunque una buona notizia, meglio un’alternativa diffusa al sw proprietario (anche se non free al 100%) che non un sw ghettizzato a pochi “eletti” free al 100%. Questo x me, ovviamente…
@Daniele
Grazie per (permettimi) i salmi del mitico idealista. pensieri radicali di questo livello vanno sempre ben tenuti presente. Perche’ e’ da grandi ideali che nasce la necessita’ di giungere a compromessi per la loro realizzazione pratica. Nel senso che l’ideale deve essere parecchio ma parecchio alto perche’ l’inevitabile compromesso possa arrivare a risultati un minimo significativi. O sostenibili. Apprezzo Stallman nella sua intransigenza e lo apprezzo anche quando non e’ disposto a cedere. Non lo deve fare lui, perche’ deve ricordare l’esempio, l’utopia a cui tendere. Come suggerisce anche Shuren, pur non essendo d’accordo. Lo dobbiamo fare noi. Gli ideologi non devono cedere. A noi la scelta del giusto compromesso. senza pero’ mai sbarellare o travisare e tradire. Perche’ se tanto per dire uno dovesse mettersi ad elencare che cosa e’ rimasto di Bakunin o di Marx (mi ricordano un po’ Linus e Stallman, perdonate) dentro i compromessi nei loro diversi contesti… si metterebbe a piangere. E manco sono socialista o anarchico o comunista. Tanto lo stesso si puo’ allargare a cosa e’ rimasto dei valori di Cristo Maometto Buddha nelle varie chiese nei vari secoli. Ma lassamo perdere…
Free o open l’importante il piu’ possibile uniti. Perche’ troppa frammentazione, piu’ che liberta’ genera confusione se supera il livello di guardia. Ubuntu ha forse questa particolarita’…nell’unire…non ho detto merito… ;-)
Io invece non vedo il Free Software come un’utopia, bensì come una cosa pratica: un software libero, liberamente copiabile, modificabile e chi più ne ha più ne metta, senza restrizioni di sorta. Open Source la vedo invece come la versione commerciale di Free Software, ed è un compromesso troppo distante da quello che è e può essere il software. Ubuntu è un’ottima distro anche perchè mette in pratica tutta la filosofia che c’è dietro la FSF. Alcuni dicono che per capire certe cose bisognava esserci (io sono un po’ troppo giovane) quando il software era libero, ossia prima che qualcuno si inventasse copyright e menate varie. Allora le aziende ci tenevano che il loro software potesse circolare liberamente all’interno della comunità hacker, perchè ne usciva nettamente migliorato e potenziato, il che rendeva l’hw molto più appetibile.
A parte questi discorsi, su una cosa non si dovrebbe transigere IMO, e cioè sull’uso di GNU/Linux. Definire Linux un SO è riduttivo oltre che sbagliato dal punto di vista tecnico, ed inoltre sembra sputare addosso a tutte quelle persone che tramite il progetto GNU hanno reso e rendono possibile lo sviluppo dello stesso kernel Linux, oltre di tutte gli altri programmi che ci ruotano attorno.
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