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Linux sempre più un “affare di Stato” (tra le altre cose)

Aggiornamento: appena finito di scrivere è spuntata una nuova notiziona… leggere oltre :)

In queste ultime ore ci sono state parecchie notizie riguardanti Linux, tutte positive e tutte importanti perché vengono da aree molto diverse. Uno degli aspetti più interessanti sembra quello che si potrebbe chiamare “Linux di Stato”:

Sembra infatti che il pingue pinguino stia entrando sempre più nei discorsi di politici, amministrazioni, enti legati a vario titolo con governi, e così via. Ho piacere a segnalarvi alcuni spunti di riflessione.

Andando indietro con le notizie, sfogliando ogni sito di notizie del settore, si scorgono molti di questi esempi, e da tutte le parti del mondo (avrete letto di notizie analoghe riguardanti Cuba e perfino la Cina, immagino).

La domanda che verrebbe spontaneo chiedersi è: “dobbiamo fidarci di questi politici che sbandierano Linux e l’open source?”, e la mia risposta in tal senso sarebbe: “No. Dipende…”. In realtà se vogliamo fare un’analisi di diverso tipo io credo che non ci sia neanche bisogno di quella domanda.

C’è sempre il dubbio che questi enti, questi governi e ministeri e politici siano solo in cerca di sconti particolari da parte di micro$oft. In passato M$ si è precipitata a contrattare soluzioni personalizzate con chi annunciava di aver preso in considerazione Linux (vedi il caso Monaco di Baviera, di un paio d’anni fa)

Al di là del dubbio, e più forte di esso, c’è però la consapevolezza che il software libero sta assumendo sempre più peso politico.

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