Non sono io a dirlo, ma il papà di Debian in persona, Mr Ian Murdock (che vedete qui a sinistra) in una intervista concessa a linuxformat.co.uk.
Quale sarebbe la grossa opportunità? Ovvio: quella di gareggiare a pieno titolo nella corsa alla distribuzione Linux più popolare. Secondo Ian il problema di Debian si chiama democrazia (noi diremmo demagogia) e trova il peggior nemico in se stessa, nel momento in cui si passa dalla teorizzazione astratta alla messa in pratica.
Ogni singolo processo decisionale in Debian – dice Ian – è bloccato da una intricata rete di ricerca di consensi e approvazioni che per forza di cose non possono mai essere unanimi su tutto, e in mancanza di un leader deciso e forte non si è in grado di rivoluzionare questo sistema e le decisioni slittano e vengono rimandate.
Il risultato è che Debian sembra si stia ripiegando su se stessa, anche alla luce dei sinistri accadimenti legati ai ritardi nel rilascio di Etch. Il project leader attuale – che aveva ideato un sistema di finanziamento per alcuni sviluppatori – è stato accusato di voler introdurre la “corruzione del denaro” in Debian, e il risultato è che il rilascio è stato “frenato” a causa di vile ostruzionismo.
Devo dire che mi ritrovo quasi del tutto nel pensiero di Ian, e non posso che sperare che in qualche modo le coscienze che animano Debian ritrovino un po’ il senso della realtà, e capiscano ciò che significa affossare una distribuzione così gloriosa. Io sono un sostenitore dell’eccellenza di Debian e lo sarò sempre, anche se negli ultimi anni sono passato ad Ubuntu.
…che, al pari di Ian, considero sempre una Debian.
sono d’accordo anch’io con il pensiero di Ian. Ubuntu è una debian meno personalizzabile se vogliamo, solo più semplice. Solo che la politica di debian, praticamente l’opposto di quella ‘commerciale’ di ubuntu, non ha permesso la stessa diffusione in ambito home!
Credo che ormai abbiamo avuto le prove delle potenzialità di questa immensa e ‘vecchia’ distribuzione. Vecchia d’onore, ma non più di mentalità…adesso credo sia ora di una ‘svolta’…
Ubuntu e’ Debian. Ho lasciato Debian tempo fa ma adesso ritorno. Non me ne frega niente di cosa succede con i sviluppatori. Si arrivera’ ad una soluzione.
@Felipe: sai che vedendo la differenza tra la ubuntu del mio pc e i pacchetti di sarge stavo notando la stessa cosa l’altro giorno???
MIo dio!E’ un peccato che una distro del genere ( che uso anche su “Ciro” ) perda tanto per colpa della demagogìa ( io la definirei anche “burocrazia morale”! )
Non mi piacerebbe vedere Debian all’ombra di Ubuntu, il fatto è che la facilità di quest’ultima l’ha resa molto più popolare. Mettere d’accordo troppe teste non è per niente facile, e fa rischiare di fossilizzarsi su dei particolari non vitali.
L’esempio di Slackware, che va avanti nonostante non utilizzi software all’ultimo grido e non sia affatto “facile” è lampante. Secondo me ci vorrebbe una riorganizzazione del team Debian che renda più facile prendere delle decisioni trascinando gli altri.
Ho paura che tutto il mondo linux e GPL stia ripiegandosi lentramente su se’ stesso.Debian e’ solo la punta dell’iceberg.Perche’ si e’ arrivati ad un punto in cui,se l’innovazione e lo sviluppo e’ frenato o rallentato oltremodo da questioni etiche e non tecniche,prima o poi tutto crolla.Ecco che il post di qualche tempo fa’ che voleva sottolineare come sia opportuno riconsiderare la GPL in maniera diversa poiche’ ,forse, non riesce a rappresentare adeguatamente tutte le realta’ e le opportunita’ del variegato mondo opensource,assume un significato piu’ chiaro,alla luce di questi fatti.E’ solo un fulmine a ciel sereno? Forse si,ma anticipare quello che potrebbe capitare dovrebbe essere un dovere per tutti.
Ma perché c’è tutto quest’assillo per dire che Ubuntu è una Debian e tutte ste stronzate qui. È un po’ come la gente che si stupisce quando i “buoni cristiani” ( che poi non capisco cosa ci sia di BUONO ) fanno scelleratezze. Sono due progetti separati, fine. È come dire che Linspire è una Debian, chi ci crederà mai ? Alla fine OK, ci sono sviluppatori in comune e ste menate qui, ma comunque non basta, sviluppo separato, diverso target, etc. etc., fine della storia.
Secondo punto, io sono stato un pieno sostenitore del “vile ostruzionismo” in quanto maintainer e utente di Debian unstable ( come la maggior parte degli sviluppatori ), per il semplice motivo che demolire certe cose non tanto trasparenti viene prima del rilascio di Debian etch.
Terzo punto, COME CAZZO SI FA A PARAGONARE DEBIAN SARGE CON UBUNTU, cioé, è una distribuzione che è uscita voi sapete quando, e sapete anche a che genere di utenza si rivolge. Quello che sicuramente ( non so tu felipe ) italyanker non sa è che c’è una policy che regola gli aggiornamenti nella distribuzione “stable” che invito a leggere. Io ho Debian unstable e ha praticamente tutti i pacchetti ( tranne GNOME, ma ci stiamo lavorando ;) sono più aggiornati rispetto ad Ubuntu. Poi vabe’ controllate da voi.
Io non sto invitando nessuno ad usare Debian o Ubuntu o quello che è. Semplicemente non vedo il senso di tutte ste polemiche o di “beh ho usato Ubuntu, torno a Debian che è più da fighi” ( non ci sono riferimenti ESPLICITI, ma non è una cosa che sento da poco ). Date a Cesare quel che è di Cesare. Sarà vero che su Debian c’è troppa burocrazia, ma le decisioni si prendono senza problemi quando si devono. Subito dopo acquisita la maintainership di un paio di pacchetti di GNOME ho preso un paio di decisioni autonomamente ( separazione di alcuni pacchetti e riorganizzazioni varie ) e non c’è stato nessun problema, idem per chi voleva riorganizzare l’svn in maniera più razionale e molte altre cose.
Onestamente non vedo tutti questi problemi, invito ad appurare in prima persona :)
Mi scuso per il commento TL;DR ma ci voleva :)
Sono d’accordo con Ian riguardo il problema della democrazia/demagogia.
E’ una cosa che ultimamente provo spesso: la democrazia vista come capacità di ascoltare tutti e sentire l’opinione di tutti prima di prendere qualunque tipo di decisione talora può portare a situazioni di stallo veramente pesanti, soprattutto per chi è a capo del progetto.
Tuttavia la democrazia è un passo avanti in ogni tipo di relazione, persino i blog sono uno degli esempi di democrazia più alta che ci sia (anche se ci sarebbe di che parlare riguardo la censura informatica, la monopolizzazione delle informazioni…).
Per cui, secondo me, Ie cose evolveranno da sole e i meccanismi si olieranno da soli: ognuno vuole dire la propria in un progetto e vuole che esso divenga come vuole lui, ma è possibile che col tempo si raggiunga una via comune che sarà la soluzione migliore per tutti.
@Marco Cabizza:
Quoto tutto quanto (tranne il fatto di essere mantainer di qualche pacchetto ;)
È troppo facile dare la colpa all’organizzazione e al manifesto debian quando proprio grazie a questi debian è diventata quello che è. Etch sarà rilasciata quando pronta per evitare stron*ate non nuove ad altre distribuzioni (qualcuno ha detto $cappello_rosso e il gcc 2.x?).
@Marco
So bene che Debian ha un ciclo di sviluppo diverso (infatti l’ho paragonata a Slackware in quei termini). La riflessione che facevo era sul fatto che lo “stop” di cui si parla nel post pare sia dovuto a problemi che non riguardano lo sviluppo in sè. Il fatto di non avere le ultimissime versioni di qualunque cosa, io personalmente non lo reputo un difetto, anzi. Basta fare un giro nel forum di Ubuntu per vedere quanti cercano di far funzionare a tutti i costi questa o quella beta per poi lamentarsi che il sistema diventa instabile o il tale programma non funziona.
Se poi si aggiunge che Murdock ha abbandonato la Debian per battere cassa alla Sun Microsystem…..
io dico che testing e unstable sono da usare come ambiente desktop e stable è da usare in ambiente server. E’ quindi GIUSTO sec me che lo sviluppo del ramo stable vada a rilento per l’ossessiva ricerca della perfezione e della sicurezza !! Con testing e unstable poi, ci si può fare quello che si vuole !! Sono infatti del modesto parere che tra una sid (e in questo momento forse anche etch) e una ubuntu edgy non ci sia grande differenza !! ;)
ciao ciao
Solo degli ignoranti – nel senso che ignorano, che non sanno assolutamente di cosa stanno parlando – possono scrivere che “Ubuntu è Debian” o paragonare Sarge con Ubuntu 6.10.
Debian non è semplicemente apt-get + pacchetti *.deb.
Debian è soprattutto una policy e un contratto sociale: proprio ciò che non piace a Murdock e agli ignoranti – gli stessi di cui parlo sopra – che si riempiono la bocca di parole (democrazia, demagogia, burocrazia) di cui manifestamente non conoscono il significato.
Se non vi piace Debian fate come Murdock, prendete voi un’altra strada, non pretendete che sia Debian a diventare altro: una distribuzione qualunque.
saluti
….vote Marco Cabizza for president……
Aggiungerei un’altra cosa :
CHI SE NE FREGA DI UBUNTU !!!!!!!!!!
Chi se ne frega di quelle distribuzioni usefrendly….
Uso debian ( mitica !!!!!!!!!!!!!!! ) perchè…..mi piace smanettare …..mi piace diventarci scemo……mi piace perderci delle ore……ma alla fine riuscire ed imparare cose nuove….
Se non vi piace questo…..usate qualcosa altro…….
Quando ETCH sarà pronta …..sarà pronta !!!!
Il problema di Debian, se problema c’ è, può essere sintetizzato in un paradosso: ” Il mio programma è il migliore per il Popolo. Se il Popolo non è d’accordo, allora Il Popolo è nemico del Popolo”.
Ubuntu è una risposta, più o meno “sovversiva”, alla difficoltà di adattamento alle esigenze del pubblico (inteso come la comunità degli utenti “passivi”).
Quanti di loro trovano “stimolante” essere costretti a leggere innumerevoli pagine in stile “RTFM” per imbattersi fortunosamente, fra spiegazioni frettolose e confuse, nell’ unica riga di configurazione necessaria ad una stampante ?
Ma davvero, se avete provato a lavorare usando, magari, SID + KDE, non vi è mai capitato di perdere ore inutilmente per una ca**ata?
Mi viene in mente la storia di “Digital equipment s.p.a.”.
Producevano le migliori macchine su cui io abbia mai lavorato. Nelle Università di tutto il mondo il loro VAX era la macchina di riferimento.
Il VMS era un S.O. dove i bug erano una rarità.
Quando comparvero i primi PC dopo pochi tentativi infruttuosi decisero che
avrebbero prodotto solamente “SUPERCOMPUTERS”. E fu cos’ che Digital si suicido’.
Digital, Debian. Stessa iniziale. Stessa rigida “coerenza”. C’ è da toccarsi per scaramanzia ?
Io penso che Ian ormai parli a nome dei suoi interessi di business e di carriera, e che attaccare debian ogni 2X3 sia utile a questo.
Debian ha un metodo di sviluppo che le ha permesso di essere oggi, dopo tutti questi anni, una delle poche distribuzioni ancora in auge.
Questo è stato possibile perché il _metodo_ di lavoro dentro debian, alla fine, ha sempre pagato: la storia delle QT e della loro licenza dovrebbe insegnare (ed anche allora vennero spese parole di fuoco su debian e sullla sua fine; il risultato fu che QT vennero messe sotto GPL e tutti zitti…).
Ogni tot anni salta fuori la distribuzione che spacca il mondo e schiaccia debian (prima Red Hat, poi Mandrake, ora Ubuntu):
il risultato è che debian è ancora lì, le altre…
Dopo di ché, io uso debian ormai da 10 anni, ho provato, anche a lungo, molte altre distro (Red Hat, Mandriva, SuSE e Ubuntu), e nessuna di esse mi ha dato la possibilità a 360 gradi che mi da debian (rendi utilizzabile ubuntu se non ha connessione telefonica…).
PS
Solo un accenno a tante chiacchiere sulla “demagogia” di Debian:
è la stessa di Stallman e della FSF.
Senza di essa, col c***o che eravamo qui a chiacchierare di GNU/Linux e Software Libero: eravamo tutti su Windows e pochi universitari avrebbero avuto la possibilità di baloccarsi con qualche *nix. Commerciale.
@Alex
E questo sarebbe una macchia nell’onore o cos’altro?Tu ti nutri di aria per caso?(fammi avere la ricetta)Inoltre cosa ha Sun che non va?
@tutti
ma cosa cavolo fate con debian che non è possibile fare con ubuntu??I commenti del tipo ubuntu è meno configurabile,con debian ci perdi le ore ma alla fine impari mi lasciano allibito,mi piacerebbe sapere che accidenti cambia,se voglio modificare ogni singolo file di configurazione a mano lo faccio sia con debian che con ubuntu,non è una polemica vorrei proprio sapere all’atto pratico con esempi che cosa cambia,poi il discorso ideologico è un’altra storia.
@khelidan
Nessuna macchia, figuriamoci, per quanto mi riguarda sarebbe un peccato che i cervelli migliori migrassero a Microsoft, per esempio, ma non sarebbe una macchia neanche quella: ognuno è libero di fare della propria intelligenza l’uso che preferisce, al fine di migliorare il proprio profitto, in denaro o in “gratitudine altrui” a seconda delle proprie esigenze.
Solo mi fa male, in ogni ambito professionale, assistere ai voltafaccia con critiche gratuite a ciò che un individuo qualunque ha sostenuto fino a ieri.
Non parlo di informatica, parlo di vita sociale: non accetto che Baudo parli male della RAI quando passa a Mediaset e faccia l’inverso quando torna in RAI; per inciso Baudo può fare ciò che gli pare, ma evitasse di commentare le sue scelte.
Bada bene, quello di Baudo è un esempio, una cazzata che mi è passata per la testa e che il mio unico neurone funzionante ha giudicato “a tema”.
Riportato al nostro amico, l’esempio mi insegna che se avesse risposto con un “boh!” alla domanda “secondo te come deve fare Debian per non perdere il treno?”, avrebbe fatto una figura un casino migliore.
@debian-e-ubuntu:
Non capisco come mai dire che Debian è Ubuntu possa fare infervorare qualcuno a tal punto da precludergli ogni possibilità di dialogo costruttivo. Dicendomi che uso le parole “demagogia, democrazia e vasectomia” senza cognizione di causa mi si dimostra solo che c’è qualche bel nervo scoperto.
Ubuntu è Debian, o vogliamo forse sparare qualche nuova congettura? Si basa sugli stessi standard, le stesse tecnologie, gli stessi intenti di Debian. In più ha una direzione ben precisa e un’attenzione ben concentrata, in meno ha il supporto a tutte le architetture di Debian, il gran numero di pacchetti di Debian… e qualche scrupolo.
@debian-contro-debian:
Considero ogni tipo di ostruzionismo un danno, non mi interessa per quali motivi esso venga attuato: non saranno mai nobili perché danneggiano e basta.
Ian è l’individuo che ha fondato Debian e ne ha tracciato le basi, leggere queste sue dichiarazioni dovrebbe fare quantomeno riflettere in maniera distesa, visto che non ha attaccato Debian senza motivo, anzi ha difeso l’importanza del progetto da paragone con Ubuntu.
“Debian è Ubuntu” da parte sua (e anche mia) è affermare una verità che rafforza tutti, proviamo a discutere in maniera distesa su questo?
Ecchecc… sti poveri sviluppatori non potranno sempre lavorare “per la gloria”.
Che ben vengano i metodi di finanziamento, basta non fare un caso M$Novell #2…
@felipe:
quello che tu, e Ian, definite “ostruzionismo”, provocato da “demagogia”, è , da sempre, il metodo di lavoro di debian.
Ogni tot viene criticato, perché debian dovrebbe fare come Red Hat | Madrake | Ubuntu:
il risultato è che debian è ancora sana come un pesce e supera, da sempre, le polemiche in scioltezza.
Metre i “competitor”, che dovrebbero dimostrare che il “metodo debian” non funziona, ad uno a uno vanno volatilizzandosi.
Sarà fortuna…
Dopo di ché Ian se ne è andato da debian tanti anni fa, in polemica. Polemica che poi ha pensato bene di riattizzare guarda caso tutte le volte che avviava un qualche suo progetto (che poi sistematicamente falliva…).
Personalmente considero tutto ciò semplice FUD, e non vedo bene a chi possa servire.
Non dimenticando, per finire, che proprio Ian sta per entrare in una company che, per quanto tanto abbia fatto recentemente in ambito software libero, ancor di più ha da fare, visto la quantità di software ancora closed che si porta appresso.
Sicché, prima di dar lezioni…
altro problema… dal blog di Ian l’annuncio del suo passaggio a Sun
“And, so, I’m excited to announce that, as of today, I’m joining Sun to head up operating system platform strategy. I’m not saying much about what I’ll be doing yet, but you can probably guess from my background and earlier writings that I’ll be advocating that Solaris needs to close the usability gap with Linux to be competitive; that while as I believe Solaris needs to change in some ways, I also believe deeply in the importance of backward compatibility; and that even with Solaris front and center, I’m pretty strongly of the opinion that Linux needs to play a clearer role in the platform strategy.”
http://ianmurdock.com/2007/03/19/joining-sun/
@ dadokkio
Bello eh?
Vabbè comunque non rinnego quando scrissi che mi aspetto da sun delle belle novità per il mondo “comunitario”….
Sto pensando all’estate scorsa ed a kororaa ??? Boh forse…
@franco:
Il metodo di Debian non è quello di ritardare una release per dispetto. Il fatto che io ami Debian non mi rende cieco: c’è qualcosa che non va, e ritardare un rilascio per dispetto non è un segno distintivo di Debian, non lo è mai stato e spero che non lo sia mai.
Questa è un’aberrazione della democrazia su cui si fonda Debian. Ripeto: sono del tutto in favore di Debian e dei suoi principi, ma non credo che questi accadimenti siano espressione di democrazia.
@felipe
Dentro Debian c’è uno scontro su come portare avanti le cose, su come velocizzare il processo di rilascio.
Non è un dibattito semplice, le posizioni si sono in taluni casi radicalizzate, la posta in gioco è grossa.
Quello che per te è “dispetto”, per altri magari è motivo per fare o meno una cosa.
Semplificare tutto ciò col termine “dispetto” non aiuta molto a capire cosa succede.
Imho! :-)
—
va’ a lavarti la bocca col sapone! :D
http://pollycoke.wordpress.com/regole/
—
felipe
Scusate ma io questo atteggiamento lo chiamo in un modo solo: sciopero.
E se i ritardi nel rilascio sono così pesanti forse non sono solo un paio gli sviluppatori ad aver incrociato le braccia…
E se il problema è così sentito da smuovere tante persone forse non è poi un capriccio, no?
Debian è forse l’unica distro ad aver messo sempre i principi davanti a tutto.
Davanti a tutto.
Forse non sono stato chiaro.
Davanti a tutto.
E’ proprio questo ad averla resa così speciale.
Debian è Debian perché è radicale.
Ha principi granitici.
Ha una morale, un’etica e una fede.
Fine della storia.
Se cambierà semplicemente non sarà più Debian.
E allora avremo guadagnato una simil-Ubuntu o avremo perso una vera-Debian?
@franco:
Hai perfettamente ragione, magari io considero la faccenda in maniera leggermente diversa, ecco perché lo definisco un “dispetto” :)
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@felipe: non ricordo manco cosa ho scritto ma non mi pare insultasse nessuno :)
@Marco Cabizza:
No infatti, a parte le bestemmie non c’era nessuna offesa :)
Tra l’altro possiamo dire ciao ciao a Ian dato che è passato a lavorare per sun e ha lasciato la linux foundation..
http://ianmurdock.com/2007/03/19/joining-sun/
Mah…cmq trattasi di un falso problema…perchè debian ragiona in modo diverso, è sganciata da ogni tipo di politica commerciale e quindi essendo completamente gestita dalla sua comunità….è chiaro che poi ci vuole tempo per decidere quando una nuova versione è pronta per la pubblicazione…così passano anni tra una versione e l’altra…ma ai veri utenti debian questo non importa…perchè non si cerca la popolarità, bensì l’eccellenza.
Insomma Debian rappresenta il vero pensiero integralista dell’open source, ma non lo dico in senso negativo, tutt’altro,però si puo anche capire perchè Ubuntu ha ottenuto invece in poco tempo un successo così eclatante….ha cio che manca a debian….semplicità,sicurezza, solidità e sopratutto quella reattività decisionale che a debian manca….ma nello stesso tempo penso anche che qualunque utente Ubuntu (come me ;)) spera e augura lunga vita a Debian, che rappresenta un po la casa madre ed un punto di riferimento anche etico nel mondo, a volte così cinico, dell’ information technology.
Ciao e buon Ubuntu a tutti !!! :)
Debian difficilmente morirà, come Slackware e Red.. ups Fedora…. Suse è stramorta, anzi si è sepolta con le sue mani.
Il manifesto (tacito) è stato scritto tanto tempo fa… A tanti “Producer” Novell, Sun etc. è stato chiarito che la “Community” è la base.
Possono esserci periodi di “Empasse”… Chiaro che con una derivata così “rumorosa” come Ubuntu, mamma Debian abbia avuto un momento di sconforto..
Ma questi momenti non sono nuovi al movimento…
Stò S.O. è come una fenice… Rinasce dalle ceneri, ed il fegato degli Zii Bill e Jobs si ingrossa.. E sempre gratis ;-)
sn utente di altra distribuzione (RPM based) , tuttavia sto preparandomi a migrare verso il mondo DEB based … quel che mi interessa è installare una distribuzione che faccia esattamente ciò per cui è stata progettata/pensata … posso capire il discorso commerciale , ma a c’è Ubuntu che rappresenta la punta dell’iceberg delle distro .deb based ;-) …. per cui chi ha fretta passi a Ubuntu e lasci perdere Debian …
Un paio di anni fa ho scoperto Ubuntu.
A quel tempo :oD il suo manifesto diceva che questa distro si poneva come obiettivo quello di offrire un ponte tra l’utente alle prime armi e la rude Debian.
Ubuntu voleva essere una scuola elementare in cui avresti imparato a camminare da solo per poi passare all’università Debian.
Poi Ubuntu è cresciuta tantissimo e il suo manifesto è cambiato, è giustamente e meritatamente diventata più ambiziosa.
Personalmente però per me vale ancora quel primo manifesto e quando mi sentirò pronto passerò a Debian.
E per favore non chiedetele di cambiare, un faro di riferimento nel FOSS è indispensabile.
Debian dura e pura fa in modo che anche Ubuntu non si lasci troppo andare a derive closed-source (vedi vicenda driver proprietari).
Quando leggo [i]Debian-impari-da-Ubuntu[/i] mi vengono in mente i flames contro Stallman che si ostina a rifiutare i codec mp3 e i plugin flash e quindi è un retrogrado che ostacola l’ascesa di Linux come s.o. del futuro.
Secondo me per noi i princìpi restano inderogabili.
Novell docet.
Io invece sono d’accordo su chi ha ostacolato il finanziamento degli sviluppatori di Debian. Per quanto mi riguarda è giusto che non vengano finanziati. Poi in Debian la testing per il desktop è più aggiornata di ubuntu e va tranquillamente.
Poi per carità, Ubuntu raggiunge le release stable molto più velocemente, ma è diversa la struttura che c’è dietro.
Oggi una recente news sui problemi di debian…
http://www.hwupgrade.it/news/software/al-progetto-debian-serve-maggiore-supporto_24121.html
Anch’io concordo sul problema di fondo della COMUNITA che sta dietro a debian. A prendere delle decisioni ce ne vuole…nel frattempo il mondo va avanti…è triste ma è così.
Bisognerebbe rivedere il “sistema comunità debian” per garantirgli un futuro, altrimenti debian crolla su se stessa.