David Reveman ha dato una prima risposta ufficiale alla recente “disponibilità” del team di Beryl di tornare a lavorare all’interno del progetto Compiz.
La risposta è stata molto pacata e ha privilegiato gli aspetti tecnici, ma allo stesso tempo fermissima e chiara, come mi aspettavo che fosse.
Prima di tutto vi riassumo i punti fermi della proposta di fusione avanzata dal team di Beryl:
- Tornare a lavorare tutti insieme appassionatamente (oh yeah, questo fa loro onore, anche se “Quinn” ha cercato di opporsi fino alla fine)
- Trovare un nuovo nome per il progetto (francamente non vedo la necessità, ma perché no? io da oggi in poi lo chiamerò “fuffi“)
- Trovare un nuovo modello decisionale, essenzialmente ridiscutendo la leadership (spero proprio che questo non comporti una situazione in cui il suddetto Quinn abbia alcuna parola in merito, ci sono molte persone all’interno del progetto Beryl molto più in gamba di lui!)
La risposta di David è stata la seguente:
- Distinguere prima di tutto i “plugin” dal “core”:
- I plugin possono benissimo continuare a crescere come evoluzione di “Compiz Extra”, che già adesso contiene alcuni plugin di Beryl funzionanti su Compiz.
- Il “core” dei due software è sostanzialmente lo stesso (in quanto Beryl ha continuato ad importare il codice di Compiz durante tutti questi mesi, cfr. “Ecco perché Beryl non era un fork, purtroppo!“)
- Continuare a considerare la leadership di Compiz una cosa seria, e lasciare le decisioni a chi lavora al core e sa quello che fa. Altra cosa sono le decisioni legate alla comunità, al sito, ecc.
- Mantenere il nome Compiz, in quanto gli eventuali cambiamenti apportati non sarebbero dell’ordine di grandezza tale da giustificare un cambio di nome (mi limito ad osservare un nome alla fine è solo un nome).
Beh, le mie note le trovate in corsivo accanto ai passaggi più importanti, ma in base a quello che ho sempre scritto sulla faccenda si può prevedere che sono perfettamente d’accordo su tutti i punti espressi da David.
Dall’intera discussione stanno emergendo un paio di sviluppatori di Beryl che – al contrario di Quinn – sanno chi sono e dimostrano molte capacità, tecniche e umane. Mi riferisco principalmente a Robert Carr.