Menu Chiudi

Formati aperti e Software libero nella Pa Lombarda: una legge per l’innovazione

Non vorrei che questa notizia passasse inosservata. Dopo le buone notizie della Regione Puglia, sembra che qualcosa si muova anche in Lombardia

lumbard.png

Secondo Data Manager On Line infatti, “Sulla scorta delle esperienze positive di altre regioni italiane che si sono aperte ai formati liberi, numerosi consiglieri della Lombardia hanno presentato il pdl “Contributo alla competitività e all’innovazione della Pubblica Amministrazione lombarda attraverso l’utilizzo di formati aperti e FLOSS per la gestione dei dati elettronici”, che sarà illustrato ai cittadini e agli organi d’informazione nel corso della conferenza stampa alla quale saranno presenti alcuni dei firmatari del pdl e rappresentanti del tavolo tecnico di lavoro

Beh complimenti e auguri!

18 commenti

  1. comio

    ottimo. Però ci vorrebbe una regolamentazione nazionale (ed paneuropea) sugli standard dei files. Inoltre gli ignoranti della pubblica amministrazione andrebbero pure addestrati… perché non c’è regolamento che tiene se hai allo sportello un incompetente…

    Comunque, lo stendardo della regione Puglia è più bello :P di quello Lombardo.

  2. QeSaR_NeRON

    lombardia rulez senza razzismo u.u
    no dai… sarà un bel lavoraccio far capire alla stragrande dei lavoratori pubblici che word non è word ma open offce word processor *_^

  3. comio

    Il problema che vedo io è che il dipendente pubblico tipo confonde lo strumento per creare il documento con il formato del documento stesso. Per me possono pure usare word di ms (tralasciando il fatto che buttano soldi pubblici…), però tutto quello prodotto deve essere accessibile da tutti quindi deve essere prodotto in formati standard UNI-IEN/ISO.

    Poi se sono furbi e si mettono a risparmiare soldi usando software open, e magari demandando parte dei soldi risparmiati allo sviluppo del software stesso… tanto meglio.

    Io personalmente non vedo bene il fatto che usino software open nell’ottica che sia a costo zero… perché non è così. Devono necessariamente spostare un po’ di soldi anche sullo sviluppo del software… perché non fare una fondazione nazionale/regionale per lo sviluppo del software a fini della pubblica amministrazione?

    ciao

  4. Riccardo

    Se si dovessero trovare ‘male’ con i sw esistenti e ne servissero altri per le faccende di pubblica amministrazione, con tutti i soldi che lo stato riversa nelle casse dei ditributori di sw chiuso benissimo farseli sviluppare dando lavoro a qualche italiano :)

  5. riva.dani

    Da lombardo non posso che essere più che soddisfatto di questa notizia. Speriamo che non si fermino alle parole ma che arrivi qualche cosa di concreto. :)

  6. michelefrost

    Un mio amico è tra i firmatari del progetto di legge, chiederò lumi…

    però tranne la seconda firma, tutti gli altri sono dell’opposizione, quindi come dire: ottima intenzione, ma non glielo faranno passare mai — a meno che si rendano conto che potrebbero fare la bella figura di quelli “avanti”… mah stiamo a vedere.

  7. comio

    e se si facesse una raccolta firme per l’uso di software libero (ed economico e che da lavoro in italia)? tipo richiesta referendaria?

    un Segni di turno c’è?

    ciao

  8. ClaudioT

    @comio (nel primo commento):
    Nello stendardo lombardo c’è la Rosa Camuna, lo splendido simbolo di una delle più belle valli dell’universo esplorato e inesplorato!

    In Lombardia alcuni comuni (ad esempio Rovato in provincia di Brescia) hanno già iniziato a interessarsi al software aperto, anche per la gratuità con cui è possibile ottenerlo. Alcuni comuni, viste le riduzioni degli introiti da parte dello stato, non hanno più intenzione di sborsare soldi per gli amministratori di sistema e _anche_ per licenze e supporto di prodotti proprietari. Di conseguenza si muovono verso prodotti il cui supporto possa essere effettuato dagli amministratori di sistema già a libro paga.

    Non illudiamoci! È sempre questione di costi. Le amministrazioni pubbliche useranno prodotti open source solo se il “costo di possesso” sarà inferiore a quello delle varianti commerciali.

    Ciao, ClaudioT.

  9. michelefrost

    @ johnny:
    se parlavi con me, intendo dire semplicemente che mi sa tanto di “bel gesto” dell’opposizione con poche speranze di fare strada – anche se appunto la (seconda!) firma della esponente di AN non saprei come interpretarla in quest’ottica.

    Per il resto pur non votando personalmente a destra, temo che su questi temi l’analfabetismo profondo sia… bipartisan, a parte qualche illuminata eccezione (tipo Cortiana…) – ma sono ovviamente ben disposto a ricredermi.

Rispondi

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo:
Vai alla barra degli strumenti