Come al solito in questi casi, ricevo e pubblico l’email mandatami da parte di Paolo Didonè…
COMUNICATO STAMPA
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L’ASSOCIAZIONE PER IL SOFTWARE LIBERO PRESENTA UNO STUDIO
APPROFONDITO SUI RECENTI ACCORDI TRA GOVERNO E MICROSOFT
========================================21/05/2007
In un articolo inviato a centinaia di esponenti delle istituzioni sia
centrali che locali, l’Associazione per il Software Libero intende
dimostrare come il Governo Italiano continui ad erogare soldi pubblici a
favore di aziende in posizione dominante nel mercato del software.
Nel centro di ricerca Microsoft di Trento, per esempio, per ogni euro
speso dalla multinazionale statunitense, le istituzioni e le università
ne spendono più di sette.http://softwarelibero.it/riflessione-politiche-innovazione-ict
La scelta dell’Associazione di scendere in campo su questo tema nasce
dalla preoccupazione di veder emergere, nell’ambito della Pubblica
Amministrazione, sia a livello nazionale che locale, posizioni politiche
a favore di accordi a vantaggio del principale produttore di software
proprietario.Posizioni dettate da una visione ideologica, che non trovano riscontro
nei reali interessi del nostro paese sia a livello economico che
politico, e che non rispettano il principio di una ricerca pubblica
basata sulla condivisione del sapere.L’associazione per il Software Libero insiste, quindi, sulla necessità
che i prodotti della ricerca finanziata con denaro pubblico siano
rilasciati con una licenza libera, rispondendo in questo modo alle
necessità di aumentare le conoscenze scientifiche attraverso modalità
democratiche che producano benefici per tutti.I recenti accordi siglati da governo e regioni prevedono invece, che i
soldi pubblici finanzino la ricerca di una singola organizzazione, la
quale occupa una posizione dominante in diversi segmenti del mercato ICT
e contribuisce in maniera esigua all’erario pubblico italiano
localizzando fuori dal nostro territorio i propri valori immateriali.
In bocca al lupo, non credo sarà tanto semplice
Eh. nel nostro Paese sarà più difficile che da altre parti. Per dirne una, anche se è triste, bisogna vedere cosa ci guadagnano i diretti interessati politici a mantenere la situazione così com’è (a rischio di essere qualunquista sulla politica corrotta e interessata…ma il “cui prodest” non passa mai di moda).
Secondariamente, bisogna anche considerare quanto ci vorrebbe in termini di tempo e soldi per passare da software libero a software proprietario. Nonostante ci siano molti volontari la cosa non sarebbe certo indolore – non sono un tecnico ma non credo sia così semplice far passare l’intera amministrazione di uno Stato da un sistema operativo ad un altro. Dovrebbero prima stabilire qual è la scelta migliore (magari con un po’ di aiuto dell’EU?) stabilire contatti con l’azienda a cui appaltare il servizio, organizzare lo switch…cambiare magari tutti i file in formato proprietario (.doc, .xls…) in formato open…non credo sia un’operazione semplice e poco costosa.
Detto questo, comunque, leggere il punto 1: di sicuro c’è gente che è favorita nel nostro establishment dalla situazione attuale. Bisogna capire chi e quindi capire come ammassare sufficiente massa critica per riuscire a far loro cambiare decisione.
Potessimo investire in marketing e fare pubblicità…mi chiedo quanto durerebbe la situazione se avessimo già dei Dell con Ubuntu pre-installato e con pubblicità anche televisiva diffusa…
Non capisco come l’Università e centri di ricerca (come ITC-IRST) possano utilizzare software a codice chiuso per fare ricerca.
Cosa c’è di più ovvio di un centro di ricerca che migliora software, anche di nicchia, e ne rilascia il codice aperto a tutte le altre università e centri di ricerca?. Nacquero così, anni fa, i compilatori, i database relazionali…
Comunque ITC-IRST non è solo Microsoft…al suo interno c’è il team di sviluppo del più “grosso” software per l’analisi territoriale (GRASS) che è free, Open Source, uno dei progetti leader in quel campo, e tiene testa ai costosissimi programmi a licenza proprietaria.
Io vorrei un Università libera, libera dal giogo delle multinazionali software, che smette di pagare licenze e upgrade dei software e paga invece ricercatori, dottorandi e borsisti…
@ Luca: temo che col “cui prodest” ci si scontri in ogni paese del mondo, purtroppo. Magari in Italia è un po’ peggio la situazione solo perché in più i nostri governanti sono di più e più ignoranti (quindi si è costretti ad “ungere le ruote” un po’ di più). Del resto, come dicevi tu, è difficile ed oneroso far passare TUTTE le amministrazioni pubbliche da un sistema ad un altro, ma si potrebbe cominciare dai nostri comuni e province (e soprattutto dalle scuole elementari e medie) con dei progetti validi ed a basso costo (che tra l’altro, considerando l’età media dei PC dell’amministrazione pubblica, gli conviene solo passare a linux, dato che sennò dovranno cambiare tutto il parco macchine, e a quel punto col cavolo che al paese converrà lasciare i sistemi Window$).
@ Letze Teil: l’Università non fa più ricerca in nessun campo da almeno 10 anni, e tende solo alla riproduzione di se stessa, quindi non mi sorprende che usino Window$. Basta andare nei dipartimenti di Informatica e constatare che i PC degli impiegati sono tutti M$: se loro stanno inguaiati, perché un dipartimento di Filosofia dovrebbe stare messo meglio?
Soldi, soldi, soldi…!
Finchè in questo paese non sarà chiaro a tutti che il sapere e il know how valgono tanto la situazione sarà quantomeno paradossale. è troppo facile dire “faccio ricerca, vedi apro un centro di ricerca proprio con microsoft che è fica” per poi spendere soldi e dare i risultati ad una multinazionale che dovrebbe scriversi da se le sue righe di codice.
Un amico mi faceva notare con parole giuste come “tutti i governi di nazioni decentemente industrializzate si stiano stancando del monopolio microsoft e cerchino soluzioni nel mercato opensource. Solo in italia siamo così caproni da avere un ministro che vuole liberalizzare tutto e poi va a fare accordi con mister closed source in persona”.
Postilla: non voglio minimamente fare politica, il ministro è stato citato in quanto l’accordo lo fa lui, mica Felipe.
aarghh lasciatemi sfogare la mia rabbia di bioinformatico contro il centro di ricerca di Trento!!
Mi vengono gli occhi iniettati di sangue ogni volta che lo sento nominare.
Che bisogno c’era di allearsi proprio con la Microsoft, quando la maggior parte della ricerca computazionale in biologia si fa da sempre su sistemi Unix?
La bioinfo e’ una scienza giovane e non si capisce dove voglia mettere le mani la Microsoft.
Tanto piu’ che i ricercatori del centro di Trento non si fanno sentire in Italia, non si vedono su Internet, nessuno sa cosa facciano, e non si fanno sentire.
Fine sfogo anti-microsoft!! sia chiaro che quelle che ho scritto sono opinioni personali, decisamente di parte!
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