Ieri ho provato una serie di emozioni che probabilmente possono essere capite solo da qualche musicista o al limite dal più esigente audiofilo.
Entrare nell’antro è un’impresa, bisogna districarsi tra apparecchiature accumulate in decenni
In questo antro (scusate l’immagine, scattata col mio cessoso Nokia 6630), scoperto un po’ per caso e un po’ grazie al consiglio del mio tastierista :) sono ammassate apparecchiature di vario tipo e soprattutto centinaia di valvole NOS¹ di tutti i tipi: RFT, Valvo, Telefunken, Philips… vederle tutte insieme e sentirne la presentazione dal personaggio che ora vi descrivo è stato bellissimo.
Tutto è cominciato quando ho capito che con il mio liutaio di “fiducia” sarei rimasto ad aspettare altri sei mesi prima di vedere sistemato il mio non-più-tanto-recente acquisto in materia di suono (cfr “OT: Direttamente dal 1964“), dal momento che il suddetto è talmente pieno di lavoro e di richieste che è diventato assolutamente impraticabile.
E., il mio tastierista, mi ha allora suggerito di rivolgermi a questo individuo a metà strada tra un ex-hippie e un radiotecnico. Non ero per niente convinto della bontà del suggerimento anche perché il tipo in questione lavora in un buco pieno di radio e televisioni e altri elettrodomestici ammucchiati all’ingresso del suo antro, in maniera da sfidare tutte quante le leggi della fisica in una volta sola. In mezzo ad una confusione epica non c’è alcun amplificatore in bella mostra, nessun relitto musicale degli anni passati, nessuna indicazione che il tipo abbia la più pallida idea di come mettere le mani su un amplificatore di oltre 40 anni. Eppure…
Il piano di lavoro, in mezzo al disordine più assoluto (notare il mio ampli aperto, a destra)
Eppure ieri mi sono in parte ricreduto. Confermo la mia sensazione che magari non siamo di fronte al più grande specialista della riparazione di ampli boutique valvolari (qualche componente sostituito con equivalenti moderni con un po’ troppa libertà), ma il tipo mi ha cominciato a spiegare con una semplicità estrema tutta la catena del segnale del mio ampli, indicandomi il percorso del suono, il ruolo dei condensatori elettrolitici, il tipo di potenziometri usati, la “classe quasi A” delle finali, e infilando le mani nude in ogni piccola fessura dell’ampli acceso, secondo me sfidando la morte.
Forse qualcuno potrà immaginare quanto sono rimasto rapito e affascinato da tutto ciò… e così ho cominciato a fare domande. Sono bravissimo a fare domande. Risultato, da dieci minuti che dovevano essere, siamo rimasti ore, io a chiedere e lui a rispondere in uno strano italiano mescolato a forme grammaticali siciliane e nomi di strane componenti hardware in inglese. Ho pensato a quanto era bello avere di fronte un geek di un’altra generazione, e l’ho stuzzicato proprio come farei per incuriosire un geek della mia :)
Una EL34 Telefunken, costruita in Germania
Risultato: dopo qualche esitazione – deve avere capito anche lui chi aveva davanti, o qualcosa del genere – mi ha aperto quello che immagino sia lo scrigno dei suoi tesori. In una parte nascosta del suo magazzino sono ordinatamente riposte scatole colorate e dalla tipica grafica retrò, piene di valvole NOS delle marche, modelli, forme e dimensioni più incredibili. C’è qualcosa di magico nelle valvole, qualcosa che non manca di stregare tutti quelli che le usano e maneggiano. C’è qualcosa di romantico nel sapere che una tecnologia nata e morta ormai alcuni decenni fa continua ancora oggi ad appassionare e a dimostrarsi superiore delle più moderne invenzioni.
Siamo stati un bel po’ a cercare un paio di EL34 da provare al mio ampli e sfortunatamente ho capito che la sua fornitura di valvole non ha molto valore “pratico” per noi musicisti, molte valvole sono sovradimensionate (ho visto valvole da 500W!) e servivano all’impianto di amplificazione di qualche cinema o cose del genere. Mentre cercavamo le EL34 mi presentava e spiegava un po’ le caratteristiche delle varie lampadine che andava trovando: pentodo, doppio triodo, tensioni varie… io lo fermavo ogni tanto, giusto per dirgli: “ecco, questo non l’ho capito”. E succedeva spesso :)
Non vedo l’ora di tornare nell’antro, lunedì pomeriggio. Un po’ per ritirare l’ampli, un po’ per continuare ad assorbire le vibrazioni magiche di quel posto male illuminato, puzzoso di fumo e pieno di echi.
—
[¹] New Old Stock: ossia stock di prodotti risalenti a decine di anni fa e mai usati.
primo.
Afascinano anche me questo genere di cose…
Ha le valvole per il pre originali o te lo modifica con valvole “trovabili”?
non fatico a credere che ci siano ancora persone così prese da questi ampli e simili…
il suono che esce da un ampli valvore è così pulito e allo stesso tempo caldo che non c’è storia con nessuna tecnologia moderna
Che bello!
Che bello trovare persone con questa passione e soprattutto preparazione.
Ormai su internet sono tutti tecnici, mi sembra di essere l’unico pirla a non avere la pretesa di costruire o modificare pedali, se non addirittura, ampli boutique …
Comunque per quanto anche io sia affascinato dagli aromi del passato, sono sempre abbastanza scettico sull’acquistare valvole NOS.
Costano obbiettivamente una follìa, ed il rischio di trovare qualche valvola che ha perso di tenuta o che ti si spompa dopo due mesi è tangibile.
Per non parlare di quelli che cercano di vendere come NOS qualsiasi cosa. :)
Eh… come ti capisco!! :)
Io sono in possesso di un ampli valvolare marshall ma è abbastanza moderno (10 anni fa), ma ho avuto occasione di provare con la mia telecaster alcuni pezzi “d’antiquariato”, ovvero un paio di Davoli di parecchi anni fa! Ora sto contrattando per accattarmi un Meazzi 666 dei primi ’70 (speriamo bene)!!
Dai Fello, posta più spesso degli OT (anche se proprio OT non sono) del genere!! :)
ciaoz
è quello vicino chipstation ?
Io mi sn stancato di cinesate varie.. Non riesco a trovarne di decenti… Povero marshallino (tanto piccolo nn è) mio..
http://en.wikipedia.org/wiki/6L6
Una volta sì, che li sapevano fare, gli ampli, eh, bei tempi.
Oggi invece 50 anni dopo (50 di elettronica!!!) no, eh?
Già, già, noi elettronici siamo dei deficienti.
A parte la legittimissima emozione storica, i commenti tecnici da audiofili a leggerli non so se ridere o se piangere :-/
La valvola è forse paragonabile ad una montagna russa in legno: il transistor (le montagne russe in acciaio) hanno soppiantato le vecchie valvole (le montagne russe in legno), eppure la sensazione fornita dalle vecchie tecnologie, dovuta all’imperfezione intrinseca del componente rimane qualcosa di non riproducibile. Un altro esempio che la perfezione non suscita poi cosi tante emozioni.
Se parliamo delle più comuni figure di merito i transistor hanno superato già da un pezzo le valvole. Poi c’è il lato soggettivo di “mi piace quel suono” quello cambia da persona a persona.
@9
bah, si vede che non hai mai sentito a confronto un valvorare e un ampli moderno….
non c’è paragone…
(post volutamente incompleto lasciare spazio ai farfugliamenti di quelli che credono che la musica debba seguire per forza la perfezione del suono)
Io l’anno scorso mi sono fatto un impianto hi-fi con amplificatore valvolare e lettore cd con pre a valvole.
L’ampli è questo http://www.daredtube.com/pages/pdv80.htm , questo è la versione successiva del lettore cd http://www.advance-acoustic.com/en-product.php?id=30 . Quando ho staccato l’assegno mi si è spezzato il cuore , ad oggi non mi pento assolutamente dell’acquisto.
Le componenti elettroniche di questi tipi di amplificatori possono essere costruite sia con transistor che con valvole. La diversità di comportamento della valvola rispetto al transistor in prossimità della saturazione (clipping), fa sì che venga preferita per produrre suoni più dolci, “pastosi”, meno aspri. La differenza di comportamento tra queste due tecnologie risiede principalmente nella minor velocità di risposta (slew rate) della valvola rispetto al transistor, in esso il passaggio dall’amplificazione lineare alla saturazione è estremamente rapido (all’oscilloscopio questa transizione ha l’aspetto di un’angolo retto), nella valvola questa transizione è più lenta (appare perciò come un angolo smussato). L’orecchio, evolutosi in milioni di anni in presenza di suoni naturali (prevalentemente sinusoidali) può percepire nettamente la differenza nei suoni prodotti dai due apparecchi in condizioni di saturazione.
Fonte Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Amplificatore_%28musica%29
È ovvio che si parla di dettagli e di sensazioni personali, quindi in alcuni casi si “comporta” meglio la valvola, in altri (la maggior parte) il transistor risulta più fedele al suono originale.
Per chi volesse farsi una cultura completa sul suono delle valvole:
http://en.wikipedia.org/wiki/Valve_sound
felipe se non trovi qualche valvola fammi un fischio… ne ho scatoloni intere NOS…
non ho mai trovato il coraggio di venderle su ebay… (e dire che sono anche pagate bene)….
Eh, eh, eh, il suono degli amplificatori (o testate) valvolari non ha eguali!
Riguardo alla superiorita’ transistor vs valvole… scusate, forse sono rimasto ad un po’ di tempo fa, ma le valvole non erano piu’ precise dei transistor? O per lo meno erano meno soggette a variazione “Incotrollabili” (es. temperatura etc.). E riguardo la storia della transizione alla saturazione: parlando di “Amplificatori” non dovrebbero arrivare in saturazione, no? O stiamo parlando di distorsioni?
Cmq preferisco di molto questi post “OT” rispetto alle news di aggiornamento del repository ubuntu. Bhe, forse perche uso gentoo ;)
paolo, è un mio carissimo amico. è radiotecnico e fino alla pensione di qualche anno fa, installava impianti di antenna piccoli e grandi; ha ultimamente lavorato per Mamma RAI per ciò che riguarda la distribuzione del segnale televisivo negli studi della simona ventura del celentano ed altri.
arrivato alla pensione, si è finalmente dedicato a ciò che gli è sempre piaciuto fare e cioè ricerca e riparazione di radio, dalle antiche a galena fino alle più recenti a valvole.
giocando poi con le valvole, si è messo in testa di costruire amplificatori. è partito con un kit monofonico di un solo triodo dalla bassa potenza ( 2 watts ),
ma dal bel suono.
ha trovato poi delle persone in gamba con cui scambiarsi dati, esperienze ed altresì hardware ( valvole, trasformatori di uscita fatti su specifica, ecc), fino ad approdare per ora ad un bell’ampli da 30w stereo che suona benissimo.
vi linko il sito se vi interessa darci una occhiata.http://www.radiostoria.com/index_file/Page686.htm
Se non vado errato, possiede una coppia di GELOSO non so che modello per
chitarra.
ah, ultimamente ha anche progettato e costruito un provavalvole che, tramite amici in svizzera, sta spopolando….
d’altronde è fatto da uno che le valvole le deve usare……
ciao. roberto
I “Tecnici” di una volta tutto hanno tranne l’aspetto del “tecnico moderno”. Quelli moderni sono considerati dei guru e da loro ci si aspetta che siano asetticamente apersonali, è così che quando incontri un “Tecnico” di una volta ti sembra strano di incontrare una persona normale :D. E questo succede per molte vecchie professioni…
@Vernon:
Mi ha detto di non averne, ma piuttosto che fare modifiche preferisco cercare su ebay. In ogni caso secondo lui quelle originali lavorano ancora benissimo, vedremo lunedì se ne ha misurato l’efficienza…
@AleX-75:
Esistono sistemi per controllare la resa delle valvole, non dico si possa dimostrare la condizione di NOS, ma quasi. Ovviamente la resistenza all’uso può sempre essere un punto interrogativo, ma le valvole europee e americane erano costruite con standard abbastanza rigorosi, dunque parliamo di prodotti generalmente affidabili.
@axeldamage: In bocca al lupo! ;)
@Anonimo: No
@Thor: ebay
@Mercurio: Non credo che si sia parlato di deficienti :)
@Gelax!: Uhm interessante… se commenti di nuovo lascia la tua mail nel campo apposito, la visualizzerò solo io ;)
Senza scatenare la solita grande fiammata che nasce da queste discussioni, proporrei un Test Scientifico semplice semplice, che non ho avuto la fortuna di vedere finora: si prendono 1000 chitarristi che sostengono che “la valvola e’ la valvola, niente e’ come la valvola” e gli si fanno ascoltare in ordine casuale suoni valvolari e suoni valvolari simulati con qualche attrezzo digitale, chiedendo di classificarli in una delle due categorie.
dal paolo si mangia spesso del buon salame e un bicchiere di vino è sempre a disposizione ….
è dimostrato poi che anche se due valvole fanno parte dello stesso lotto di produzione, possono avere tra di loro, delle differenze non da poco.
accoppiarne due coppie per un finale stereo, certe volte non è facile…
Fino a quando il massimo dell’ascolto erano gli impianti Hi-End , gli ampli valvolari Hi-End Harman – Kardon erano letteralmente senza concorrenza ( neanche i migliori CMOS avevano la stessa resa ) ; chi se li ricorda si ricorderà anche altre 2 caratteristiche : il peso e il costo ;-)
per andare sul sottile, le valvole suonano magnificamente dalle frequenze mediobasse fino alle frquenze alte a circa 12k hz.
ottime quindi per voci, violini. per terminare la gamma in basso , mi riferisco per esempio all’ elicottero dei Pink Floyd, bisogna usare dei finali a transistor di ottima qualità che garantiscano elevata potenza istantanea anche a bassissime frequenze. bisogna dunque arrivare alla biamplificazione e a dei diffusori elettrostatici od a nastro per le basse, medie, alte frequenze e ad un bel subwoofer per i 100 hz in giù. ovviamente dovremo usare cd originali e non robaccia come gli mp3 che ogni buon audiofilo aborrisce, un ottimo giradischi ed un ottimo preaplificatore ( a mosfet ). per finiore e qui finisco, un bel portafoglio.
naturalmente anche l’ambiente di ascolto va ben trattato..
ciao. roberto
@25
ops … CMOS -> volevo scrivere MOSFET … chiedo venia :)
infatti ricordo i valvolari abbinati a diffusori elettrostatici con interconnessioni d’oro (i cavetti ; non rivestiti, proprio D’ORO ) …
A Catania ce ne sono un paio di “matti” geek deliziosi e d’altri tempi. Il massimo è “Il Professore”.
Ad ogni modo, ne approfitto del post per una comunicazione promozionale:
vendo la mia testata Bassman 50 Silverface del ’74, completamente originale, in ottime condizioni e con trasformatore 220 -> 110.
:)
@Antonino Sabetta:
Sì bello, e poi come premio gli lanciamo la zolletta, dai! :)
A parte gli scherzi, una delle cose che in pochi sottolineano, forse perché non sono molti a capire, è che una delle differenze meno psicologiche e più fisiche sta nel suonare un valvolare, non solo ascoltarlo ;)
uhauhauah, forse ho capito chi è il tuo liutaio di fiducia!
Io ho aspettato anni per una cassa che non ho mai visto!
Ho provato di tutto, anche con le minacce, poi ho rinunciato :\
un grande!
:)
grande winze posso dirti una cosa? sei il migliore:)
@25 felipe
stavo leggendo i commenti sopra e ho pensato la stessa cosa.. solo che arrivo troppo tardi..
comunque è vero, è ANCHE una questione di “confidence”
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Io non lo capisco di sicuro … non suono :-\
@Egosonio
“E riguardo la storia della transizione alla saturazione: parlando di “Amplificatori” non dovrebbero arrivare in saturazione, no? O stiamo parlando di distorsioni?”
No, ti sbagli… ti mancano chiaramente le basi dell’elettronica. Se ti interessa studiati un po’ qui:
http://it.wikipedia.org/wiki/MOSFET
La saturazione è solamente una “zona di lavoro” dei transistor (BJT o MOS), non è “una roba brutta”.
@Diego
Mi sa che ti confondi, in saturazione non ci devi andare, oltre quella soglia la risposta non è più proporzionale ma piatta, tipo un interruttore…
Le valvole ci arrivano più gradualmente i bjt di botto.
Zizzì, stavo pensando agli ampli digitali, zorry.
@ Felipe
Stavo scherzando ^^. Giusto per far un pò di polemica perché il discorso valvole contro transistor nel campo hi-fi è sempre ammantato di miti e leggende veramente allucinanti.
(come tutto nel campo hi-fi)
Comunque è ovvio che per gli amplificatori per chitarra elettrica, che con l’hi-fi non c’entrano niente e devono “produrre” anche il timbro del suono, non può che essere questione di gusti, anzi di certo il tipo di distorsione introdotta dalle valvole aiuta.
Su questo mi fido di voi, perché io…. sono un amante del suon acustico :P
E in ogni caso nel futuro delle chitarre elettriche ci stanno i sintoamplificatori che simulano le distorsioni con un DSP, o addirittura i sintetizzatori (tipo “midi”) per chitarra (quelli con pickup esafonico).
Io sono della scuola: l’ampli hi-fi, gli effetti prima. E con pulsante on-off, gli effetti.
(questa strada non è stata seguita per le chitarre per importanti ragioni storiche)
@Diego & Evandro
Attenti che la parola “saturazione” indica (maledettamente) cose differenti per bjt e mosfet!!
Negli ampli lineari il BJT lavora “in zona attiva” e quando arriva in saturazione “taglia” & distorce. Mentre il MOSFET lavora in zona di “saturazione”, e in “zona triodo” distorce.
E’ un casino, ma è la triste verità: “saturazione” si riferisce ad effetti fisici (e pure diversi!) all’interno dei transistor.
(Probabilmente per le valvole la nomenklatura è simile al BJT: quando la valvola “satura”, comincia a distorcere.)
mercurio say:
“(Probabilmente per le valvole la nomenklatura è simile al BJT: quando la valvola “satura”, comincia a distorcere.)”
e quando un valvolare distorce!!!!
….non c’è altro da aggiungere…
play rock… :-))))))))))
BEPPE GRILLO – Vaffanculo day
Vaffanculo day is coming !
Divaga L’informazione, mettilo nei tuoi link, nei forum, dappertutto, parlane alla gente, attacca manifesti. L’italia dipende dagli italiani.
http://www.beppegrillo.it/vaffanculoday/
Vorrei aggiungere che ho sentito un ampli line6 con una valvola posta su l’uscita ausiliaria per gli effetti e suonava DA PAURA. Secondo me è la combinazione più flessibile attuabile ad oggi.
@giovanni recchia: L’ampli non lo sentito. ma è quanto di “meno valvolare” ci possa essere!
Tutto in digitale (non solo a transistor, DI-GI-TA-LE), e una valvolina alla fine (con tutta probabilità
una 12AX7, messa lì tanto per “provarci”)
@ zaak
No, non ci siamo capiti zaak. Io ero al Gods a vedere il tuo alterego SABATO e so cosa può fare una schiera di valvole al servizio di un tizio grande e grosso che sa suonare e che si sputa la sua stessa birra in faccia.
LO SO.
MA se prendi un LINE6 la valvola puoi escluderla, gli effetti digitali li hai tutti dentro e puoi prendere il segnale prima dell’uscita e passarlo in una valvola seria. Dato che la LINE6 (come altre marche) fa strumenti perfetti per la registrazione in sala, a meno di suonare in un locale avrai un suono registrato caldo, pulito e perfetto senza dover spendere 4000 euro di microfoni.
E’ vero infatti che una buona testata valve full state genera un suono fantastico se gli stai davanti, ma come ti metti per renderlo perfetto fino al mixer?
Poi tutto il resto non sono cazzate: tu fai bene a difendere le valvole (e ti capisco) ed io a guardare al futuro (dato che le valvole presto scompariranno, almeno quelle serie). Il DI-GI-TA-LE, come dici tu, non è il nemico: dovrebbe essere un compagno in evoluzione da non demonizzare. Non stiamo mica parlando di Cyloni!
Quando ti capita prendi un ampli della line6 o un pod-rack attaccato ad una testata della Peavy e vedi quante cose puoi farci senza impazzire.
Detto questo VIVA ZAAK, VIVA OZZY i Maiden, il Metal e chi ci vuole bene.
Ciao
@zakk
Scusatemi la pedanteria ^^”
Forse con “ampli” qualcuno si riferisce all’intera “scatola”, ma l’amplificatore è solo la parte che “amplifica” un segnale a bassa potenza e lo spara agli altoparlanti. Detto questo:
-> Gli amplificatori digitali *non esistono*
(anche se ora questa assurda terminologia si sta usando impropriamente per alcuni amplificatori in classe D)
-> Di “digitale” ci può essere una effettiera che processa il suono *prima* dell’amplificatore. La valvola probabilmente l’hanno messa alla fine dell’effettiera, in modo da usarla anziché simularla, e siccome la 12AX7 è una valvola da preamplificatore, messa lì fa proprio quel che deve.
Se ho capito bene l’amplificatore di potenza usato dalla line6 è poi a base di transistor, e immagino che non venga mai usato in distorsione.
Cioé come piace a me, ampli hi-fi ed effetti (& distorsioni) prima ^^.
(“effetti” sono anche quelli che simulano il suono “caratteristico” degli amplificatori storici)
Per tutti: Giovanni Recchia = Franganghi.
L’uno da casa e l’altro dall’ufficio.
Io avevo letto questo sui “digitali”:
http://zioshow.it/view.php?id=111&area=2
Tutto corretto. Io per il pc uso un t-amp ed una fenice 20, entrambi creati sfruttando ampli digitali della tripath.
La fenice suona bene quando un mos analogico, non di classe A, ma molto più caldo di TUTTO quello che si può trovare in giro in classi diverse dalla A.
Non credo che la LINE6 utilizzi ampli digitali. Sono sicuro però che il suono che genera un effetto line6 (come ZOOM) sia interamente costruito da un processore, interamente digitale.
La valvola (confermo) c’è ed è usata per scaldare il suono (sopratutto il pulito). Confermo che può essere bypassata per usarne una propria, ma è chiaro che si ha un suono digitale perfetto scaldato da una valvola. Il risultato? Il line-out è perfetto per la registrazione in studio ed il suono è piacevole nella propria stanza.
Dal vivo roba tipo VOX e Hughes and Kettner con le valvole calde ed i volumi alti fanno sognare come mai un LINE6 potrà mai.
Vedo che ormai il termine insensato “amplificatore digitale” è entrato nell’uso comune per gli amplificatori in Classe D e derivati . Evidentemente oggi “digitale” fa figo. ^^
Va beh, prendo atto, del resto ne succedono di peggio.
@Mercurio
OK, Ampli in switching: meglio?
Io non ho mai scritto Classe D, se a me ti riferivi.
So qual’è la differenza e NON preferisco quelli in switching. Semplicemente apprezzo la qualità derivata da certi compromessi.
Sembra proprio il laboratorio di mio padre (vecchio radioamatore) ..
@giovanni
vabé non facciamo polemica sulla nomenklatura. (anche se non ho capito a quale differenza ti riferivi O_o)
Usi amplificatori switching ma non li “preferisci” O_o?
Comunque sia ovvio che ancora come “qualità pura” siano indietro rispetto a quelli lineari. Il fatto è che ci sono moltissimi margini di miglioramento mano a mano che migliora la tecnologia dei MOS, mentre per i classe A & B ci sono limiti teorici sull’efficienza (che si traduce in ingombro e costo)
Se non si presenteranno problemi insormontabili probabilmente gli switching saranno gli ampli più diffusi in futuro.
Certo che sono indietro in quanto a qualità: sono d’accordo.
E’ vero anche che lavorando sui calcoli matematici che guidano lo switch vero e proprio del segnale per compensare i “limiti” del metodo switching, negli ultimi anni la qualtià di questi dispositivi sia migliorata enormemente.
Hanno già il vantaggio del peso, il vantaggio dei componenti dal costo irrisorio, la possibilità di realizzare 10000 ampli che suonano TUTTI nello stesso modo, la resistenza agli stress (anche elettrici) e la bassa guastabilità… inoltre consumano poco e non scaldano. Se a questo un giorno potesse aggiungersi una qualità anche SIMILE a quella di un MOS classe A la scelta verso il digitale sarebbe imposta!
Vedrete che il futuro della amplificazione digitale ci sorprenderà.
sono anch’io convinto che il futuro è sull’ampli digitale, ma il t-amp dove si può comperare in italia?
ciao a tutti …vorrei dire la mia
ragazzi io ho un jcm 800 bass 100W ( ci suono la chitarra ) , ma questo ampli mica suona se non lo metto a 6 che vuol dire far venire la polizia a casa mia….
praticamente mando in distorsione il finale( credo) e godo dal suono incredibile che ne esce..
io valutavo appunto uno di questi line 6 per l’economicità e la praticita…( se potete consigliatemi ragazzi!!!) ovviamente il mio testata cassa non si schioda per così poco…
ne ho sentite di scatolette grakkiare initili suoni….(vedi i valvestate il mio si scarburò dopo un annetto!!)
la clesse non è acqua ma speriamo facciano in futuro delle buone cose affidabili leggere e magari che non suonino per forza SOLO a volumi elevati .
viva le valvole ma non ci son solo quelle …..e …..anche io sono uno di quelli che odia gli mp3…
salut!!