Questa guida è pensata per soddisfare utenti di tutti i desktop environment da GNOME a KDE a XFCE¹, specialmente chi ha più dischi o partizioni e ha necessità di distinguerli con facilità.
I volumi comodamente identificati come “Video”, “Test” e “Dati” :)
Notate i nomi dei dispositivi nel mio file manager Dolphin (ma vale anche per Nautilus)? Hanno nomi descrittivi ben più utili dei soliti: “Volume”, “Volume” e “Volume” :D Vi spiego come fare per ottenere qualcosa di simile
Di cosa stiamo parlando?
Innanzitutto – lo dico per chi si fosse sintonizzato solo in questo momento – quei “Volume” non sono altro che il nome che le interfacce grafiche nelle moderne distribuzioni GNU/Linux (e non solo) attribuiscono ai dischi o le partizioni presenti nel computer, così come vengono visti dal sistema.
In realtà il sistema internamente vede quei “Volume” con dei nomi spaventosi tipo “/dev/hda1″, /dev/hda2” ecc ecc, e solo di recente si nota questa tendenza ad attribuire loro nomi umani, possibilmente (come in Nautilus) indicando oltre al nome “Volume” anche le dimensioni del disco o partizione.
In odiosissime parole povere stiamo parlando di quelli che per Windows sono “C”, “D” e via dicendo, con la differenza che Linux non scambia quelle lettere ogni notte di luna piena :D
No sul serio, di cosa stiamo parlando?
Ora ci arrivo. Sappiate che ci sono diversi modi per dare dei nomi personalizzati a dischi e partizioni, potete modificare il file /etc/fstab, potete fare il gioco sporco e manomettere Hal (“giro giirooo tooonnd…” cit.) oppure potete agire direttamente sulle partizioni, come ho fatto io.
Perché agire direttamente sulle partizioni? Beh il vantaggio principale è che così facendo questa modifica resta memorizzata indipendentemente dalla distribuzione in uso, mentre invece modificando /etc/fstab il tutto resta limitato alla distribuzione in cui effettuate il cambiamento. Inoltre la modifica resiste ad installazioni successive (sempre che non si modifichino le partizioni).
Quello che faremo è dunque applicare delle “etichette” di riconoscimento a dischi o partizioni interessate.
Ok, facciamolo
Bene, all’opera dunque. L’operazione è decisamente semplice e soprattutto rapida, quello che ci serve è sostanzialmente sapere che filesystem abbiamo nelle partizioni che vogliamo identificare. In genere si tratta di EXT3 (il più comune) ma potrebbe anche essere ReiserFS o XFS o VattelappescaFS, un qualsiasi strumento per partizionare dischi (fdisk, cfdisk, *parted) ce lo dirà senza problemi. Io ho usato GParted:
Ok, le mie partizioni sono un misto tra ReiserFS e EXT3. Per applicarvi delle etichette ho avuto dunque bisogno delle relative utilità: e2label e reiserfstune. Dopo aver smontato le partizioni interessate mi sono bastati questi comandi:
$: sudo reiserfstune -l Dati /dev/hdb3 $: sudo e2label /dev/hda2 Test
Se avessi avuto ad esempio una partizione XFS da etichettare come “Backup” avrei usato qualcosa come:
$: sudo xfs_admin -L Backup /dev/hdb5
Altri FS hanno le proprie utilità che voi non vedrete l’ora di andare a studiare :) Dopo aver fatto queste operazioni basta un riavvio per vedere il tutto applicato, e da questo momento scegliere tra diverse partizioni da Dolphin, Nautilus, Thunar e le finestre di apertura/salvataggio dei file sarà infinitamente più comodo :)
Considerazioni e pensierini
Purtroppo non è (ancora?) possibile apportare quel genere di modifiche direttamente da Gparted, secondo me sarebbe molto comodo e non vedo alcun particolare motivo per cui una cosa del genere non dovrebbe essere desiderabile.
Anzi la lancio lì: se c’è qualcuno del team di Ubiquity o affini in ascolto e non lo si è ancora fatto, perché non implementare questa caratteristica direttamente nell’installer della distribuzione? L’utente sarebbe in grado di scegliere un nome personalizzato per i propri dischi
—
[¹] Ma uno che abbia un nome che non sia un acronimo?
I’m the first? boh…….
domanda (semi-)OT: conosci/ete uno stesso comando per etichettare i dischi NTFS e/o FAT32?
credo che una delle cose più frequenti (correggetemi se sbaglio) è quella del dual boot. almeno per ora.
io, per esempio, ho ancora un piccolo posto per XP ed in più uso una partizione “di mezzo” formattata in fat 32 dove metto i dati ai quali accedo da entrambi i sistemi…….
ecco, poter distinguere facilmente QUALE sia WIN e QUALE sia DATI, non sarebbe male…
cià
g
ti sbagli, non è XFCE ma Xfce
fantastica citazione :-D
E ottima guida come sempre
io faccio così da sempre :-)
pazuzu: Per le partizioni FAT12/16/32, l’equivalente sarebbe mlabel (fa parte degli mtools), o, quando formatti l’unità, l’apposito switch di mkfs.vfat. Per NTFS non ti so dire, vedi se ntfs-3g ti offre qualcosa in proposito; mi sembra di ricordare che captive (se qualcuno lo usa ancora) non offra questa possibilità.
Non avendo sistemi ibridi (per fortuna :-) ), non so, però, se quanto ti ho detto vada nel senso indicato dall’articolo (vale a dire se vedresti l’etichetta da Dolphin, tanto per dire). Forse la scelta più sana sarebbe scegliere mount point esplicativi, anyway, prendila come un’idea buttata lì.
Odio quel film, ma la citazione ci sta tutta… :D
Ottima guida, che mi è appena stata utile. :D :D :D
OT : Inoltre, mi domando, dato che ho la sfortuna di avere un PC VISToso, dato che sono un amante del Videogames, che tu/voi sappia/te , che problemi potrei trovare se volessi Ubunteggiare, o Kubunteggiare sul PC vistoso?
@ PsycheMax
CHE IO SAPPIA, nulla.
salvi i dati di vista, ti fai i DVD di ripristino (quelli falli a prescindere), magari fai fare durante la notte una deframmentazione (non so se esiste ancora con vista!) e poi, all’accensione, inserisci il cd di ubuntu.
solita cosa: riduci lo spazio di vista e con quello restante (vedi tu quanto destinare) ci metti ubuntu.
non mi risultano altre controindicazioni.
ricorda sempre: backup e dischi di ripristino da fare SUBITO.
g
appena potrò smontare le partizioni lo farò subito!
grande chicca!
per partizioni FAT/FAT32 si può usare il mlabel (pacchetto mtools) modificando il file /etc/mtools.conf:
# mtools_lower_case=1
drive u: file=”/dev/sdb1″
Invece per ntfs occorre installare “ntfsprogs” che contiene ntfslabel
entrambi vanno usati a partizioni smontate ;)
scusa Felipe, forse non ho capito niente io…ma con Ubuntu io do già un nome a tutte le mie partizioni ( i device no) in fase di installazione.
Quando decido i punti di mount in pratica…
centra niente con questo post??? :)
Pingback:Interferenza » Blog Archive » [Ext] Rendere “umani” i nomi dei volumi
Assegnare un nome al volume funziona anche con le USB stick, dove mi sembra ancora piu’ utile.
@ PsycheMax
Hai ragione a preoccuparti: la nuova versione di ntfs non è ridimensionabile in modo indolore da ubuntu. Fallo direttamente da win o rischi di trovarti win distrutto (il che non è necessariamente un male :) ), parlo per esperienza personale.
Per il fatto dei label alle partizioni, mi risulta che il partizionatore di kubuntu lo faccia già in modo automatico durante l’installazione: chiede dimensioni, filesystem E label. Più facile di così…
io ho ridimensionato vista da ubuntu live e poi ho installato il tutto senza far danni, lasciando anche la partiziona di backup dell’odioso e pachidermico vista.
So che c’entra niente ma…la label di una partizione NTFS l’ho modificata da Windows…chiaramente lo stesso nome viene letto anche da Linux.
Sicuramente è vero pure il reciproco.
@benin
sei stato fortunato :)
so di parecchi che hanno avuto problemi con il nuovo ntfs, appena uscito vista. E’ possibile che nel frattempo abbiano corretto l’errore (da una parte o dall’altra, e secondo me non lo ha fatto bill) nelle nuove versioni.
In ogni caso, per sicurezza…
Della famiglia delle interfaccie “*parted”, QTParted permette di definire l’etichetta (se non vado errato, anche per le partizioni NTFS e FAT32).
Mi meraviglia che GParted non abbia questa caratteristica.
Un saluto a tutti…
masand
Se installate ubuntu con l’alternate cd, invece che con il live, al momento di partizionare potete metterci tutte le labelle che volete.
felipe guarda che gparted non fa + parte di ubiquity
C’è un modo (scusate l’ ignoranza) per impostare cartelle predefinite per tutti i programmi? Cioè, se scarico con firefox una immagine, vorrei che andasse nella cartella immagini e non in quella generica dei downloads… e così per tutti i programmi. Qualcosa tipo xdg-user-dirs, che però non sono riuscito ad usare come volevo…
Per le chiavette USB, e non solo, per filesystems fat, ntfs, ext e reiserfs3 date un’occhiata a https://help.ubuntu.com/community/RenameUSBDrive
Non e` per fare l’avvocato del diavolo, ma l’impostazione dell’etichetta e` una funzionalita` abbastanza vecchia in Linux (Fedora, addirittura, la utilizza in fase di installazione per definire i punti di mount in /etc/fstab ). Inoltre, invece di utilizzare piu` dischi, ritengo che sia meglio utilizzare l’accoppiata RAID 1 + LVM (ovviamente dipende dai casi)
Enrico
ma sopratutto, comodomamente…
sbàlinati –
@Alioth @Psychemax
Anch’io ho un laptop dual boot con Vista e Ubuntu Gutsy…ho ridimensionato Vista da Gparted e non mi ha mai dato problemi. Questo ancora a maggio/giugno :)
D’oh l’ho fatto proprio ieri dopo un bel po’ di ravanamento con Google…
Confermo tutto quello che dici tu! :D
Aggiungo pure che quando si crea un filesystem è bene dare da subito una label. Per un FS ext3:
mke2fs -j -v -L etichetta_volume /dev/sdX
la mia sandisk cruzer ha il fat16. non riesce a rinominare l’etichetta, e` pero` possibile teoricamente?
Questa me l’ero proprio persa… :-)
http://www.flickr.com/photos/9683069@N04/1877253490/
Adesso pero’ ho un po’ paura, che dite SUDO?
Non riesco a rinominare la mia partizione in xfs seguendo questa guida…i comandi sono questi:
$ sudo apt-get install xfsprogs
$ sudo umount /media/hdc4
$ sudo xfs_admin -L Pippo /dev/hdc4
…giusto fino a qui?!?…e il messaggio d’errore è:
/dev/hdc4: No such file or directory
fatal error — couldn’t initialize XFS library
…che devo fare?!?
io ho scritto nomi decenti per umani e mi è apparso questo non so che di “geni”… avete un linguaggio segreto o vi siete sbagliati a digitare i tasti??