Fabio, ho letto la tua analisi1 del fatto che Mark Shuttleworth stia finanziando un team di sviluppatori per migliorare ergonomia ed estetica di GNOME e KDE2. In sostanza scrivi che prima di pensare a raggiungere la luccicanza di MacOSX, ci si dovrebbe concentrare sulle vere deficienze di Ubuntu: potenziamento del sistema base (supporto hardware), semplificazione dei nomi di versione e maggiore attenzione al mercato enterprise.
Pur trovandola una ricetta piuttosto semplicistica, sono abbastanza concorde sui punti discussi, specialmente per l’augurata semplificazione dei nomi3, credo però che il resto sia già nell’agenda di Canonical da un pezzo, a partire dai fruttuosi – per tutti – accordi con aziende come Dell, anche se non credo che un solo distributore GNU/Linux possa farsi carico di intercettare il supporto degli IHV4.
Non mi torna invece la tua conclusione: perché negare l’impatto strategico che avrà un tale finanziamento sistematico teso a migliorare l’esperienza d’uso dei nostri dektop? La conquista degli utenti passa anche da lì :)
Note all'articolo
- Che trovo appunto `echo $POST_TITLE | awk ‘{print$3, $4}’` [↩]
- Le aree di intervento saranno in dettaglio X, OpenGL, GTK+, Qt, GNOME e KDE, cfr “Mark Shuttleworth – Design, user experience and development at Canonical e “Fabio Marzocca – Memo per Canonical“ [↩]
- I vari [Ku,Xu,Edu,Go,Myth,ecc]buntu… sembrerà una cosa da poco, ma io voglio usare Ubuntu e basta, anche se il mio desktop è KDE [↩]
- Non è una malattia, significa solo: Independent Hardware Vendors, N.d.felipe [↩]
Non comprendo varie cose.
Perchè il finanziatore di una distribuzione deve dire che nella sua distribuzione vuole farsi x, gnome, kde e quant’altro modificati?
Finanziasse i vari progetti direttamente…
O vuole il “suo” gnome, il “suo” kde… non mi piace. Mah.
Quanto ai vari *buntu:
anche qui la cosa non mi è chiara, quando usavo slackware decidevo se mettere kde o gnome o entrambi (o fluxbox, o qualsiasi altra cosa).
Lo stesso faccio su gentoo… non si può fare lo stesso con ubuntu?
Un dvd live che ha sia kde sia gnome è tanto difficile da fare?
Al solito, ubuntu pensa più alla facciata che alla sostanza.
E’ ora che Mark tiri fuori i soldi e paghi degli sviluppatori per fare il lavoro _vero_ piuttosto che fare marketing e farsi bello con i prodotti che altri (vedi Red Hat e Novell) pagano per sviluppare.
Ubuntu fino ad ora è stata largamente un parassita dell'”ecosistema linux”
PS: e no, upstart non è stato tutto questo gran contributo…
Di la verita felipe… dopo un po’ che sei passato a KDE ti sembra strano sentire in cuor tuo che effettivamente KDE non sia il gingillo di favore di Ubuntu.
Ovviamente questa e’ una frase rintuzzante (o rintuzzosa) :)
Per il resto quando ho letto la notizia (direttamente dal blog di Mark, ma passando dal tuo) mi sono dimostrato molto molto daccordo con l’idea. Le persone che vogliono lavorare per l’open source sono tante ma di aria non si vive… quindi ben vengano aziende che finanziano loro (andando indietro nel tempo mi sembra di risentire i miei primi interventi in questo spazio da te generosamente offerto, mi spunta una lacrimuccia).
mah.. io non ci vedo nulla di male.. mi sembra come quelli che.. “prima del ponte sullo stretto ci vogliono altre infrastrutture” e io dico: “intanto incominciamo dal ponte”.
Io credo che Ubuntu sia efficente sotto moltissimi punti di vista e ha invece una grossa carenza dal punto di vista grafico. Il miglioramento dell’ergonomia e dell’estetica è fondamentale se si vuole sfondare nel segmento consumer.. per il resto la stabilità del sistema c’è, la velocità pure, la facilità d’uso in molte applicazioni anche.. mancano determinate compatibilità, ma è difficile essere compatibili con “tutto”, senza che questo “tutto” vuole essere compatibile con te. Se Linux inizia a diffondersi seriamente, saranno le case harware stesse ke penseranno alla compatibilità dei loro prodotti e non + viceversa.
Inoltre, avete mai visto le aree Apple tipo a Mediaworld?? Beh un giorno mi sn fermato ad osservarle.. la gente arriva.. guarda il mac.. gioca un pò col mouse sulla dockbar, apre un pò di applicazioni.. e esclama: “troppo bello”. Beh credo che Shuttelworth voglia proprio questo, un’esperienza che colpisca l’utilizzatore, che a prima vista deve rimanere incredulo su quanto quello che sta usando è “+ bello” di ciò che ha usato finora.. quando poi a questo affianchi la stabilità e l’efficenza di Linux, beh il successo non è + un’utopia.
Mi trovo d’accordo solo in parte con quanto detto da Fabio.
Il potenziamento del sistema base è sicuramente fondamentale ma non credo debba passare attraverso Ubuntu. Dovrebbe essere un lavoro comune a tutte le distribuzioni (stesso discorso vale per l’abbellimento… spero non investano soldi per creare delle patch per Ubuntu. Spero più che altro che lavori con il team di gnome, perchè di lavoro da fare ce n’è tanto e deve essere disponibile a tutti gli utenti Linux)
La nomenclatura è una piccolezza. Preferirei anche io un nome unico, ma tanto gli utenti si buttano su Ubuntu e fine.
Sul mercato enterprise invece non sono d’accordo. Preferisco avere delle distribuzioni focalizzate. Ubuntu = Desktop, non vedo il guadagno di puntare maggiornamente sull’enteprise.
Cioè non vedo un guadagno per noi UTENTI, che poi Canonical possa guadagnarci non mi interessa.
Sta cosa del finanziare un proprio team per migliorare la … *cough* *cough* … propria … versione di Gnome o KDE puzza di “intenzione di brandizzare” lontano un miglio…
Pur usando Ubuntu al momento ( per questioni che non sto qui a spiegare ) ma essendo utente linux di vecchia data , non posso che condividere quanto detto al 2 da Federico.
@ Dominik: l’esempio del ponte è proprio quello meno azzeccato.
Ma tanto…
Per quanto riguarda “il nuovo corso”: se ne parla troppo.
Prima vediamo in cosa consiste questa “sinergia pagata” da Mr. Passeggiata nello Spazio, poi magari possiamo anche commentarla.
@Dass: se volesse fare il suo gnome, kde, etc.. etc.. non userebbe licenze libere o liberamente fruibili da chiunque. Non è la prima distribuzione a pagare sviluppatori per portare avanti una propria idea di un qualcosa che già esiste (è principalmente questo l’opensource vorrei ricordare), se poi questa cosa alletterà altri o gli stessi sviluppatori del progetto originario, questi potranno tranquillamente attingerne senza che nessuno glie lo impedisca.
Dass scrive:
Quanto ai vari *buntu:
anche qui la cosa non mi è chiara, quando usavo slackware decidevo se mettere kde o gnome o entrambi (o fluxbox, o qualsiasi altra cosa).
Lo stesso faccio su gentoo… non si può fare lo stesso con ubuntu?
Un dvd live che ha sia kde sia gnome è tanto difficile da fare?
Perché Ubuntu è diversa da Kubuntu. E non solo per il gestore desktop.
Ubuntu non è semplicemente un sistema operativo su cui è piazzato sopra Gnome ma c’è un lavoro dietro che fa si che il sistema operativo si integri ed amalgami in tutto e per tutto con Gnome e per far questo non basta installare Gnome punto e basta ma fare un lavoro un pò più ampio e complesso. Dunque quello che ora si vuol cercare di fare con Kubuntu è proprio quanto si sta facendo con Ubuntu e per questo non basta mettere su KDE e punto.
L’obbietto di Canonical è quello di dare all’utente un prodotto completo e pronto senza che questi si metta a fare diecimila scelte. Canonical mette assieme un prodotto e lo propone all’utente, punto e basta. Altrimenti non si sarebbero mai forkati da Debian da cui attingono ma che si differenziano nel confezionamento. Dopotutto questa scelta non è solo fatta da Canonical ma anche da altri distributori.
gp
Sarò eretico… ma per me il grosso problema (tra gli altri) ha un nome, e si chiama synaptic… per me e quello che bazzicano questo blog è pratico avere un sistema unificato di gestione di librerie, applicativi, etc… Per l’utente “normale” è una cosa illogica e innaturale.
Piaccia o no, il doppio click e installazione è più immediato. Vero, si può fare anche su linux, ma è l’eccezione, e non la regola.
La questione “librerie di sistema” poi la trovo anacronistica sui desktop.
@os-so:
> Sta cosa del finanziare un proprio team per migliorare la … *cough* *cough*
>… propria … versione di Gnome o KDE puzza di “intenzione di brandizzare”
>lontano un miglio…
Ma scusate parlate:
a. come se fosse il primo a fare una cosa del genere;
b. come se non fosse nelle corde dell’opensource confezionare un prodotto personalizzato ed attuare modifiche proprie ad un dato progetto open.
c. stiamo parlando di opensource, quindi quello che farà non sarà di sua esclusiva proprietà ma, se otterrà buoni risultati, a vantaggio ed utilità di tutti o di chi lo vorrà.
gp
@gp, questa cosa dell’integrazione e del rendere uniforme l’esperienza d’uso e la configurazione indipendentemente dal DE scelto (a parità di funzioni, quindi escludendo per un attimo WMaker o IceWM) la fanno da anni RedHat, SuSE, Mandriva, ecc. Debian e Fedora hanno i primi cd differenziati, ma il nome non cambia mica. Credo fosse questo a cui si riferiva Dass.
Poi, giusto per buttare un po’ di BENZINA sul fuoco della discussione sui contributi attuali di Canonical (per cui la notizia oggetto dell’articolo dovrebbe segnare un punto di svolta) segnalo questo piccolo resoconto di uno “scontro di opinioni” sull’argomento, avvenuto alla Linux Plumbers Conf in corso in questi giorni.
http://dkukawka.blogspot.com/2008/09/linux-plumbers-conf-keynote.html
Per me Mr. Shuttleworth si è studiato bene bene la lezione(e non solo lui nel mondo linux). Ha detto: guarda Windows è tipo Flavia Vento (senza offesa per la Vento) bellina da vedere ma totalmente incapace di esprimere qualsiasi cosa che non siano concetti di base(fame, sete, sonno…). Eppure tira il mercato di brutto! A quegli scemi (utenti finali) basta che gli fai vedere due finestre svolazzanti e gli sembra di stare nel futuro… Poco importa delle BSoD o crash vari. Tanto GNU-Linux è fatto meglio e mi posso divertire con le finestre!
Sarò stato troppo duro?
@9 Lonely: Sono un utente “normale”: non saprei compilare neanche una macchinetta del caffè, il ctrl-alt-f1 lo uso esclusivamente per far raffreddare la scheda video quando gioco a warcraft dal portatile, non so per cosa stia la sigla “apt-get”. Però lo trovo di un comodo… e poi da quando ho scoperto che se installo Skype dai repo Medibuntu mi si installano automaticamente le librerie per la compatibilità per i programmi non-64bit per poter usare Flash con firefox… Il sistema Synaptic è una miniera d’oro. Sembra incredibile ma funziona.
Per assurdo ora invece trovo imbarazzante che per installare un programma alla mia ragazza io debba andarmelo a scaricare da un sito che non conosco (phishing? incompatibilità? oddio e poi se voglio disinstallarlo mi lascerà sporcizie sparse in giro per le cartelle di sistema e non?), e poi andare ad aggiornarlo ogni x giorni perché funzioni sempre al meglio.
que viva synaptic.
@DominiK
il paragone col ponte sullo stretto è quantomai fuori luogo.
@dubbiosi
L’astronauta non vuole mica il “suo” gnome, il “suo” kde! Ha chiarito subito che eventuali miglioramenti apportati verranno immediatamente girati alla fonte.Più “contributo alla comunità” di così non so cosa ci sia…
La mia opinione e’ che a certa gente non piace quello che dice Shuttleworth semplicemente perche’ non ha mai utilizzato seriamente ubuntu, in genere sono utenti che cambiano gusto di continuo. Installano la loro distro e la meta dell’hw non funziona, chiaro che poi quando sentono parlare di “estetica” storcono il naso.
Ovvio, neanche ubuntu possiede l’onniscienza su come far funzionare a dovere tutto l’hw del pianeta, magari una combinazione hw disgraziata e’ capitata proprio ad una di queste persone ed allora il gioco e’ fatto, infesteranno forum e blog con commenti ad dir poco ingiusti. Scriveranno stronzate del tipo “pensa più alla facciata che alla sostanza” (proprio ubuntu? che vanta il tema predefinito piu’ orrendo del reame?), ovviamente senza mai giustificare oggettivamente le proprie affermazioni.
Giusto ieri uno sviluppatore canonical ha dovuto buttare giu’ 4 righe e 2 statistiche per difendersi dall’ennesimo attacco sconsiderato:
http://dustinkirkland.wordpress.com/2008/09/18/whats-behind-gregkhs-latest-rant/
un riassuntino per far capire le proporzioni tra chi investe in linux:
* Dipendenti totali
o Canonical: < 200
o Red Hat: ~2200
o Novell: ~4100
o IBM: 386,558
* Reddito (2007)
o Canonical:(probably somewhere south of the following numbers)
o Red Hat: $523 million USD
o Novell: $933 million USD
o IBM: $98,786 million USD (yes, that’s a hundred billion dollars)
* Anni di esistenza
o Can
[scusate il doppio post, problemi di connessione]
La mia opinione e’ che a certa gente non piace quello che dice Shuttleworth semplicemente perche’ non ha mai utilizzato seriamente ubuntu, in genere sono utenti che cambiano gusto di continuo. Installano la loro distro e la meta dell’hw non funziona, chiaro che poi quando sentono parlare di “estetica” storcono il naso.
Ovvio, neanche ubuntu possiede l’onniscienza su come far funzionare a dovere tutto l’hw del pianeta, magari una combinazione hw disgraziata e’ capitata proprio ad una di queste persone ed allora il gioco e’ fatto, infesteranno forum e blog con commenti ad dir poco ingiusti. Scriveranno stronzate del tipo “pensa più alla facciata che alla sostanza” (proprio ubuntu? che vanta il tema predefinito piu’ orrendo del reame?), ovviamente senza mai giustificare oggettivamente le proprie affermazioni.
Giusto ieri uno sviluppatore canonical ha dovuto buttare giu’ 4 righe e 2 statistiche per difendersi dall’ennesimo attacco sconsiderato:
http://dustinkirkland.wordpress.com/2008/09/18/whats-behind-gregkhs-latest-rant/
un riassuntino per far capire le proporzioni tra chi investe in linux:
* Dipendenti totali
o Canonical: < 200
o Red Hat: ~2200
o Novell: ~4100
o IBM: 386,558
* Reddito (2007)
o Canonical:(probably somewhere south of the following numbers)
o Red Hat: $523 million USD
o Novell: $933 million USD
o IBM: $98,786 million USD (yes, that’s a hundred billion dollars)
* Anni di esistenza
o Canonical: 4
o Red Hat: 15
o Novell: 29
o IBM: 109
Senza contare che Ubuntu e’ l’unica distribuzione commerciale che non ha, e non avra’ mai, una distribuzione free ed una “pro”.
PS
Ci tengo a precisare che le mie critiche sono rivolte ai singoli interventi di singole persone, nessuna distro-war per cortesia… che ognuno usi quella che vuole e rispetti le altre, grazie
@13
Credo che Lonely si riferisse all’utilizzare un sistema simil os x, cioè che il programma sia interamente contenuto in un unico file (comprese tutte le sue librerie) e sia avviabile semplicemente cliccando su di esso…mi sembra che un sistema simile già sia stato sviluppato e ne abbia anche parlato felipe, ma non ricordo il nome…
PS: IMHO trovo comodissimo il sistema a “pacchetti” però credo anche che la via tipo apple sia la più comoda per il niubbo…(magari trovando il modo di far si che apt riconosca i file suddetti e li inserica nel suo elenco ibridando le due vie)
Ricordo quando installai per la prima volta una distribuzione linux (Red Hat 6.x) circa 6-7 anni fa.. Mi ci volle un po’ per capire che KDE e Gnome sono due facce della stessa medaglia. Ricordo che rimasi davanti al monitor indeciso sul da farsi: quale era la migliore scelta? L’unico motivo per cui non spensi il computer a quel punto fu che ero e sono un gran curioso, alcuni miei amici invece sbaraccarono subito o dopo aver visto quanto brutti erano Kde e Gnome dell’epoca se comparati a Mac o Windows. Con brutti intendo meno rifiniti e squadrati, con applicazioni poco integrate… So che qualcuno dirà “a me piacevano” ma il 99,9% della popolazione non la pensa(va) così.
Noi geek che sappiamo usare il computer e ce la caviamo con linux tanto bene da poter usare il terminale o sapere cosa vogliamo installare (per quanto questa affermazione possa sembrare un paradosso) rappresentiamo al più lo 0,0001% del mercato.
Chi non capisce che all’utente comune non interessa una cippa di poter installare gnome o kde (almeno all’inizio) secondo me vive un po’ fuori dalla realtà…
La gente che se ne frega dell’informatica avanzata (praticamente tutti) guarda principalmente all’estetica, alla facilità d’uso (che comprende anche la disponibilità di applicazioni), al costo e magari alla stabilità. La fantomatica potenza del terminale o la possibilità di scelta tanto sbandierate in giro interessano solo a noi geek… È meglio farsene una ragione.
Shuttleworth “penso” voglia fare anche dei soldi da Ubuntu, ecco perché sta lavorando verso quei parametri che ancora mancano, cioè facilità d’uso ed estetica.
A mio parere, Canonical dovrebbe far sentire la sua voce nella comunità di sviluppo di Gnome, che è (e su questo blog spesso se ne è parlato) palesemente in difficoltà, per quanto riguarda una via da seguire per lo sviluppo futuro, ed essendo Ubuntu sostanzialmente FONDATA su questo ambiente desktop.
Se si occupasse di questo, Shuttleworth farebbe a tutti un gran favore :)
io credo che l’ergonomia sia una tematica molto interessante da sviluppare (eh si! comprende anche gli specchietti per le allodole) in quanto tutti i programmi di maggior successo, alla fin fine, sono quelli piu ergonomici, nonostante la concorrenza offra mille milioni di sburrate in piu (non so, penso ad Autocad, che conosco decentemente, VS altri cad, che offrono prestazioni e tool anche migliori in riga di comando, ma come interfaccia non ci siamo)
è anche vero che le interfacce utente molto avveniristiche allontanano segmenti di mercato (piu di uno mi ha detto che “non si trova” con mac osX, che io trovo molto ben studiato invece)….,mah, secondo me si vedrà qualcosa alla fine di kde4, quando tutto sarà bello liscio, e gnome3 (semmai vedrà una luce rinnovante)….finanziare ricerca in questi progetti non puo che portare dei benefici….d’altronde Mr.shuttle non ha detto che eliminerà fondi per la stabilità di ubuntu, ha solo detto che potenzierà anche altri aspetti…….l’opensource è pieno programmatori bravi e con molta buona, ma spesso peccano di studiate interfacce…..
@Lorem Ipsum
hai mica un puntatore al /rant/ di Hartman, citato nel post linkato, che vorrei leggerlo?
Google ti sarebbe stato amico :) comunque ecco il link:
http://www.kroah.com/log/linux/lpc_2008_keynote.html?seemore=y
Scusate, intervengo perchè vedo che alcuni commenti hanno forse frainteso il mio post qui:
http://fabiomarzocca.wordpress.com/2008/09/19/memo-per-canonical/
@Felipe: sono d’accordo con te sull’efficacie di una GUI accattivante, ma nel punto 3 mi riferivo essenzialmente al mercato Enterprise-Server,
@altri… Non ho parlato male di Ubuntu, anzi cerco di migliorarlo. Sono uno sviluppatore Gnome, uno dei 5 COnsiglieri della comunità Italiana, e la mia azienza ( http://www.archetech.it ) è l’unica in Italia ad avere la certificazione di Ubuntu Solution Provider.
Sto solo cercando di dire che è questo il momento giusto per Mark di affrontare i lmercato Enterprise, ma deve concentrarsi sul problema…
Fabio
Confermo.
Da piccolo tecnico che spinge i colleghi a usare Ubuntu posso testimoniare che su Ubuntu manca l’integrazione Enterprise (in ufficio in un dominio samba si fatica), manca un aspetto serio (il fecal brown, non è professionale e alle colleghe non piace – per me invece le icone sono troppo giocattolose e le metafore equivocabili – tipo l’applet rete). Ci vuole un design originale ma più accattivante.
Linux Mint ci prova a sopperire le mancanze estetiche, con risultati alterni (menù differente, e skin verde… ancora non ci siamo).
Al di là delle prestazioni pure, si sente la necessità di uno studio ergonomico ma anche estetico. Acceso sostenitore di Ubuntu al lavoro, sono utente Mac a casa.
Ci vuole la capacità di appagare l’utente nel suo senso estetico e al contempo di farlo sentire al comando di qualcosa di professionale che “lavora” per lui.
Le icone sbarazzine, i font cicciotti, il fecal brown, le applicazioni un po’ incongruenti… sono dettagli da migliorare senza scimmiottare le cose riuscite della Apple o le cose pessime della Microsoft.
Ubuntu ha intrapreso una sua propria strada, che non è male. La strada originale che parte dal colore che nessuno aveva mai osato. Difficile essere originali, usabili, innovativi, facili.
Vedremo.
ma perchè non si fondono con dreamlinux per sfruttarne il grandissimo lavoro d’interfaccia??
a mio avviso manca una cosa fondamentale: standardizzare il calderone di gnu/linux.
secondo me bisogna avere decidere creare -quelchevolete- degli standard definitivi e duraturi che permettano al pinguino di decollare, su cui *tutti* i produttori di hardware, chi scrive drivers, chi scrive programmi, si possano poggiare da qui a 5 anni. ci sono le distro che lo fanno, ad un certo modo, come quelle enterprise, ma non sono standard ‘de facto’. Non devono sparire i distributori sia chiaro, ma si faccia una organizzazione che definisca questo quadro.
Il buon Shuttleworth finora non ha sbagliato una virgola.
Credo che ancora molti non abbiano capito gli obiettivi di Ubuntu…
Il resto è “flatus vocis”!
@NHCVI2
Infatti tutti a lamentarsi di un uomo che con 200 dipendenti (interessante la statistica riportata da Lorem Ipsum, non la conoscevo) ha creato in 4 anni LA distro linux, è riuscito ad infilarla nei pc del primo produttore mondiale di pc (e a seguito di questa mossa TUTTI gli altri produttori di hw hanno fatto accordi linux), e a portare una visibilità prima inimmaginabile (l’uscita di hardy è stata segnalata sulle tv italiane).
Spendere x migliorare supporto hw di linux o altre “baggianate” del genere? IMHO è una scelta sbagliata. Su windows sono i produttori a fare i driver ed è giusto così. Quando linux sarà abbastanza famoso arriveranno i driver, per ora basta una scelta attenta dei componenti.
Apple vende iphone da un pezzo e nessuno si lamenta dell’assenza degli mms. A che servono tanto la maggior parte dei possessori del melafonino passa le gg a sditazzare il display passsando da un menu all’altro x il gusto di farlo :D
Il nostro astonauta vuole migliorare l’integrazione tra gliapplicativi (immagino principalente gtk x ora) non esclusivamente dal punto di vista estetico ma con un occhio rivolto all’interoperabilità tra gli applicativi stessi. Nautilus è da questo punto di vista mostruoso (2 righe di codice e gli fai fare quello che ti pare) ma ad esempio ekiga andrebbe rivisto, integrato con desktop e browser (come fa skype su windows), tomboy oracome ora non serve a una ceppa ma potenzialmente è uno strumento comodissimo, gnome-do stesso può fungere da collante. Quindi ben vengano le novità di ubuntu, soprattutto visto che poi le comunità di sviluppo potranno, se le troveranno di loro gradimento, integrarle nel ramo principale.
@Dass:
1. Shuttleworth è uno sveglio, scommetto che il suo team sarà costituito da gente scelta ad hoc ;)
2. Posso fare lo stesso anche con Ubuntu, infatti. Per questo ho da ridire sui ventiquattromila nomi
@Federico:
Bau!
@2dvisio:
Beh, sì. Lo ammetto in pieno :D
@DominiK:
Più o meno concordo ma non mi nominare il fottuto ponte sullo stretto!
@os-so:
L’intenzione è quella di lavorare a monte. Come dicevo a Dass, sono sicuro che Shuttleworth ha i contatti giusti e ne gioveremo tutti, non solo Ubuntu. Leggi il commento #14 di Irruenza
@tosky:
Per me trattasi di idiota. La cosa simpatica è che quell’individuo era già stato redarguito sul fatto che non poteva contare i contributi al kernel greppando le mail contenenti @ubuntu.com, perché erano stati usati indirizzi differenti. E poi si tratta di numeri completamente incongruenti, leggi il commento #15.
@fmarzocca:
Hai ragione, su quel punto non ho molto da eccepire infatti :)
Mi intrometto nella discussione seria per una annotazione nerd:
Intendevi: `echo $POST_TITLE | awk ‘{print $2, $3}’`, altrimenti l’analisi è “condivisibile. Anzi”