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Come fare per promuovere soluzioni libere?


Ultimamente c’è una domanda che mi viene rivolta con cadenza sempre più regolare, ed è quella che vedete riassunta nel titolo, ossia: cosa fare e a chi rivolgersi per poter implementare e diffondere soluzioni basate su software libero? Ecco un esempio da Paolo Manfrin:

Carissimo Felipe
Sono quello dei famosi laboratori di informatica scolastici… quello che ne ha due con Ubuntu (GNU/Linux), in Friuli, provincia di Pordenone. Solo ieri ho letto la tua replica di Luglio.
Ti rispondo: non sto aspettando la RAI, ribadisco che non l’ho fatto per mostrare qualcosa a qualcuno se non alla scuola e al mio “capo”, oltre che a me stesso. Però dato che il mio evangelinux di riferimento – che saresti tu – mi dice di mettermi in mostra io non posso non farlo.
A questo punto ti chiedo lumi: come devo muovermi, sempre che il mio “capo” mi lasci muovere – lui mi appoggia solo perché con Ubuntu si risparmia, anche se i suoi figli usano Linux da mane a sera. A chi devo segnalare l’operazione e le difficoltà determinate dagli insegnanti refrattarissimi se non ostili: piuttosto tornerebbero a Windows 3.11 piuttosto che utilizzare Linux (uno mi ha detto che Windows glielo ha prescritto il medico ;-P )
Ti aggiorno sulla situazione di quest’anno: sempre due laboratori con Ubuntu ma aggiornato a 8.04 LTS (da 6.06 LTS), Proxy/Firewall IPCOP 1.4.21 con qualche add-on, Server DNS con file server Debian Etch, altri pc client sparsi sempre con Ubuntu; utilizziamo senza ritegno Clonezilla e GParted per clonazione di sistemi interi (quando termina la scuola, tramite le immagini create in precedenza, rifacciamo tutti i computer dedicando circa 15 minuti a macchina – chiavi in mano – proprio grazie a Clonezilla); c’è poi iTlac che ci permette di controllare laboratori interi e di intervenire in remoto (porca paletta non riesco a controllare i pc con Ubuntu, le ho provate tutte). Tramite WINE quest’anno sono anche riuscito a far girare benissimo anche il software della Zucchetti “Gestionale 1? ed ora lo passo alla docente per verificare se tutte le operazioni sono funzionanti.
Mi sembra sufficiente per passare di grado, vero? Tieni presente che sono un eterno niubbo, difatti dovrei insegnare informatica per le mie qualità, avremmo degli studenti preparatissimi! Modestia a parte. Un carissimo saluto da “Ubuntolo”.
Mandi (è il saluto friulano)

La situazione dell’IPSSCTS “Flora” è in realtà già abbastanza rosea, in quanto ha la fortuna di avere qualcuno capace (e modesto, non è facile) come te, che si da da fare. Il tuo “capo” è spinto da un rispettabilissimo, anche se più pratico che ideologico, senso degli affari e del risparmio ma non è refrattario ai cambiamenti come invece capita ad alcuni dei nostri colleghi docenti, magari i meno giovani1.

Da una parte direi che il lavoro di Paolo è comunque recepito dal pubblico più importante in assoluto: gli alunni, che crescendo porteranno con loro almeno la consapevolezza dell’esistenza di alternative. Quando ero all’Universidad del Pais Vasco in Spagna – non conoscevo il software libero allora – ricordo ancora che usavamo PINE per la posta elettronica, e direi che qualcosa di quella esperienza mi è rimasta :)
D’altra parte capisco lo scoramento di chi come Paolo cerca di portare avanti soluzioni meritevoli perché più sostenibili e aperte, non meno vincolate ad aziende, più vicine nello spirito agli ambienti accademici, libere e – perché no – gratuite, ma si trova circondato da muri di passiva ignoranza. In questa ottica conquistare due laboratori su cinque sembra già un gran risultato, più che un punto di partenza verso la conversione al software libero degli istituti e istituzioni. Beninteso, conversione che secondo me spetterebbe come diritto e dovere civico.
Cosa fare allora per promuovere l’emulazione di realtà come questa dell’istituto friulano? O come quella dell’altrettanto attivo istituto siciliano di Gela (cfr “Software libero e scuola: l’Istituto Ettore Majorana”)? O come quella timida del comune di Bologna di cui ho da poco avuto notizia? O come quella della Sardegna2 (cfr “La Sardegna approva un Ddl per il Software Libero”)? O ancora come quell’esempio che ho più volte additato, di Bolzano (cfr “Risparmio digitale, come replicare a Bolzano, Andalusia, Monaco…”)?

Beh io non sono ovviamente in grado di fornire nomi di politici o soluzioni a breve, medio o lungo termine. Non a questo punto, almeno. Tutto ciò che è in mio potere fare è amplificare simili richieste, ed è ciò che tento da anni. Da quando ho iniziato ad usare software libero ad oggi la situazione è migliorata in maniera che stento a credere: sempre più figure istituzionali si rendono conto del potenziale di scelte aperte, sempre più individui scommettono sulle loro capacità per portare avanti un progetto sicuramente non facile.
La mia risposta è dunque limitata a ciò che mi viene meglio fare: dare risalto alle storie di successo nella speranza che servano da incentivo a quanta più gente possibile per ripetere gli esempi isolati di singole scuole o istituzioni, in Sicilia, Friuli, Sardegna o Emilia che siano. Idealmente spererei che un giorno fossimo in grado di creare una rete allargata di informazione e formazione, magari sfruttando anche canali istituzionali (cfr “Comunicazione su apertura “Master in Tecnologie e Strumenti Open Source”” e “Master in Migration Manager, relazione di uno stagista”), utile per chiunque volesse attingere a quegli esempi e riportarli nella propria realtà locale, a livello di scuola, sanità, pubblica amministrazione, aziende.
Come sempre, parlando di questo argomento, ripeto una mia ferma convinzione: questa è anche una seria opportunità di qualificarsi professionalmente e capitalizzare la propria passione. Insomma, guadagnare soldi risparmiando soldi …e soprattutto facendo la cosa giusta ;)

Note all'articolo

  1. Mi sembra anche ingiusto pretendere di più da una classe già così stupidamente irregimentata e repressa con obblighi ridicoli, ma questo è un altro discorso []
  2. Tifiamo tutti in coro per Soru dimessosi []

0 commenti

  1. zippole

    Paolo, vieni a darci una mano a Trieste! Ci son un sacco di scuole pubbliche e private che avrebbero bisogno del tuo aiuto ;)

  2. Guido

    Mittico!!!Io pensavo di fare uno stencil di ubuntu….e pitturarlo per le strade di lignano :P

  3. giomini

    credo che spesso gli insegnanti (di scuole fino alle superiori) sono le persone più ignoranti che ci sono in giro. tranne pochissimi illuminati dalla mentalità aperta ognuno conosce solo e soltanto il suo settore e sono aperti all’innovazione meno che mai. ho sofferto tantissimo questo fatto quando stavo a scuola!

  4. Fredx

    Sono studente al terzo anno di Informatica all’Università degli Studi di Milano, e ti posso raccontare quello che ho visto nei 5 anni di scuola superiore, in particolare all’I.T.I.S. Marie Curie di Milano.
    Per quanto ricordo, nei primi anni in tutti i laboratori con pc c’era windows, ma verso la fine della mia esperienza in quella scuola mi ricordo che almeno un laboratorio era stato convertito a Linux, se non ricordo male a Debian.
    Gli altri erano rimasti tutti a Windows, ma per molti la scelta era obbligata: in uno si usava CAD, altri erano usati per matematica e si usava Derive.
    Comunque il fatto che da un anno all’altro mi trovai Linux installato in laboratorio mi stupì, anche perché in terza superiore ci facevano usare Visual Basic nello stesso laboratorio (aiuto! :D)
    Probabilmente la scelta fu fatta da qualche professore di Informatica, non so con quali motivazioni, ma non fu accolta molto positivamente dai miei compagni di classe, perché chi aveva installato Debian aveva deciso che non si poteva spegnere direttamente da Gnome ma bisognava fare il logoff e digitare uno shutdown da console (shutdown -h now). Non ho mai capito il motivo di questa scelta, quello che ricordo è che i miei compagni non avevano voglia di impararsi un COMPLICATISSIMO (-_-) comando testuale, e finivano per spegnere il computer direttamente dal case. E i commenti erano: “che schifo Linux, bisogna spegnerlo dalla shell!”.
    Mi ricordo anche che la prof in quinta avrebbe voluto insegnarci ASP e Access, ma per fortuna la scelta di Linux le impose di farci fare PHP e PostgreSQL (ero nell’indirizzo Liceo Scientifico Tecnologico e i programmi di Informatica non erano molto definiti).
    Non so quanto sia cambiato negli anni, spero la situazione sia migliorata, anche se comunque era già un piccolo passo positivo. Ho notato con piacere che sul sito della scuola c’è anche un link in homepage ad una pagina che parla di software libero: http://www.itiscurie.it/swlibero.html

  5. bLax

    @ giomini…..non ho capito se hai trovato l’università perfetta o semplicemente non ne sei entrato a contatto, ma dalla regia mi indicano che le emerite testè di péne si annidano anche li….per non dire PROPRIO li, dove pensano di essere nell’olimpo dello scibile umano…..non aggiungo nient’altro o scrivo un tomo….
    in ogni caso il mio sogno è di vedere l’UE mobiltarsi e creare una distro da usare in tutti gli uffici pubblici…sarebbe troppo bello (e sai che risparmi, anche solo in antivirus?)

  6. Gradualità

    Questo il segreto per la diffusione dell’open source.
    Vogliamo convertire un winaro?
    Iniziamo con Firefox, OpenOffice, VLC, Gimp etc…
    Se, dopo qualche mese, si sarà trovato bene,
    potremo accennare a Linux.
    Linux deve essere l’ULTIMA ruota, non la prima.

  7. DanieleDM

    Ciao Felipe, ho letto veramente con piacere questo post, da come non mi capitava da tempo (ti soffermi un po’ troppo su kde in questo periodo… ma è un altro discorso), complimenti davvero!!!
    Come portare in risalto il software open source….. beh è difficile…. e forse in italia lo è ancora di più. A fronte di nazioni (qualcuno dice norvegia?) che passano in blocco all’open source, ci sono ministeri italiani che stipulano contratti milionari con microsoft. Ora, io non sono contro a microsoft per partito preso, però l’idea che la pa, bene comune, sia, a causa di accordi, legato alle fortune di un’azienda (lock-in) estera è molto grave.
    Quello che sarebbe molto utile è lo scambio di know how: prendiamo la sardegna, sono passati all’open source? bene, hanno tratto dei vantaggi? ottimo… perchè non fanno conoscere la buona novella anche alle altre regioni (soprattutto a quelle dello stesso colore, che in italia sono la maggioranza)?
    Oggi ho intravisto parte di exit su la7….. 40€ al mese per 1.300.000 persone…. è elemosina di stato…. 40 * 1.300.000 = 52.000.000 € …. se si investissero per creare una società di software libero che soppianti microsoft…. quanto risparmieremmo???? (credo moooolti miliardi)
    Peccato che non abbiamo uno giovane, bello e abbronzato al governo -.-‘

  8. Federico Moretti (AKA "fedmor")

    Il problema della promozione del software libero è suddivisibile in 2 canali, IMHO: e, per quella che è la mia esperienza, è forse più semplice che una PMI o la pubblica amministrazione lo adottino… rispetto a un utente “normale”. Questo per un motivo semplicissimo: se l’utente occasionale (che sia un adolescente o un adulto) non conosce ancora l’esistenza di Linux… difficilmente si metterà a smanettare, per quanto ormai sia diventato banale, per cambiare le proprie abitudini. Tanto, penserà, basta scaricare illegalmente Windows e sono a posto. È molto difficile anche solo che approcci Apple/Mac OS X (che poi, secondo me, è pure un bene): piuttosto comprerà l’iPhone perché è trendy. Le aziende che offrono servizi “poco” informatizzati, invece, all’idea di non pagare e/o ammortizzare i costi per il software potrebbero strabuzzare gli occhi: noi partiamo dal presupposto (almeno, io faccio così) che sappiano dell’esistenza di soluzioni alternative libere e che per pigrizia non le adottino. Più spesso è probabile che ne ignorino proprio l’esistenza. Forse sono eccessivamente disincantato, ma è il fatto di risparmiare che potrebbe spingerli al cambiamento: qui però subentra il gravissimo problema dell’ignoranza informatica (stenderei un velo pietoso sul mio ateneo e sul suo sistema informativo/informatico)… che poi è lo stesso della PA: se non c’è qualche politico volenteroso, i Consigli Comunali – provare per credere – preferiscono organizzare minuti di silenzio per una povera suora morta di vecchiaia a 90 anni che affrontare il discorso della razionalizzazione delle risorse e dell’incremento prestazionale. Del resto, se nelle facoltà di sc. com. e informatica si utilizza Adobe Flash come quintessenza della grafica per il web (per non parlare dei diagrammi ER che neanche mio padre utilizzava più in banca, già nei primi anni ’90) e si parla di 2.0 quando neppure si citano Flex, AIR o quant’altro – tanto per fare un esempio “proprietario”… si può ben comprendere perché in Italia ci sia questa miopia – escludendo le rare eccezioni fortunate. La vedo grigia, ma IMHO bisogna puntare sull’aspetto economico: della libertà e delle prestazioni, in Italia, non interessa a molti. E il dramma è trovare personale qualificato (un minimo, perché non siamo più ai tempi di Gentoo dallo Stage1) che sappia utilizzarle, queste risorse: tra professori, assistenti e personale tecnico-amministrativo di scuole/università e PA, il 99% sa a malapena inviare un’e-mail. Inclusi, ahimè, quelli che dovrebbero formare ingegneri informatici et similia. Mala tempora currunt… ma “rompere le balle” a ogni pié sospinto non nuoce, anzi! ^^

  9. Deus Ex

    Io non credo di essere uno dei pochi a vivere utilizzando il Software Libero / Open Source.
    La mia azienda fornisce infrastrutture server per tutti i tipi di aziende (lavoriamo business2business) e da più di 5 anni tutto è basato su Linux. E in 5 anni tutti i clienti sono sempre stati soddisfatti (tra cui 2 comuni in provincia di Padova, zona in cui si trova il nostro quartier generale).
    Abbiamo anche creato un corso su OpenOffice (cfr.: http://www.italix.it/openlearning/ ) che è stato davvero un successo, con un ottimo riscontro di corsisti e simpatizzanti.
    Secondo me i tempi sono maturi, anche per le pubbliche amministrazioni ;-)

  10. LorenzoC

    Secondo me l’unico limite REALE alla diffusione di Linux e’ la qualita’ del software. La qualita’ del software, stringi stringi, dipende dalla quantita’ di risorse umane allocate al suo sviluppo. Quindi secondo me perche’ Linux abbia delle chance reali e’ necessaria una minore dispersione di energie in mille progetti e progettini con un singolo programmatore un po’ autistico a capo.

  11. Fabiano

    Io sono a scuola al Grigoletti, sempre di Pordenone.
    Da noi ci sono tre laboratori con Windows Xp e Windows 2000 professional con installato sia office che openoffice! Pagano le licenze per office e poi installano openoffice? Mah.
    C’è anche un piccolo (e quasi inutilizzato) laboratorio “open source” in cui mi sembra ci sia installato Fedora. Che chiaramente non fanno mai usare.
    Quanti soldi sprecati..

  12. zidagar

    Che bello sentire parlare di Pordenone!
    Sono ex studente Kennedy, e anche li abbiamo un (uno solo purtroppo) laboratorio con macchine Ubuntu e Fedora.
    Se non fosse stato grazie anche al mio prof di sistemi laboratorio che mi ha convinto ancora di più di quanto non lo fossi già ad usare software libero, forse ora non sarei a lavorare con software libero, su macchine linux, e forse non sarei neanche in UK (da dove sto scrivendo) a fare un corso grazie all’opportunità che mi ha dato il software libero ;)
    @Fabiano
    Da quello che ne sapevo, al grigoletti, veniva usato molto Linux…poi magari mi sbaglio…

  13. giomini

    @blax non ho trovato l’università perfetta, anzi è quasi uno schifo anche lì, solo che (sapienza, sede di latina, ing. dell’informazione) non è insolito trovare prof che usano sistemi linux.
    due anni fa, c’erano i miei professori di scuola invece che giravano con i floppy e dicevano “il mio computer ha il virus cavallo di troia” (notare “il”). c’è tanta di quella ignoranza in materia da far paura… persino firefox e openoffice erano un miraggio

  14. Andrea

    Io sono studente di informatica a Torino. Lo scorso anno noi abbiamo fatto una petizione per chiedere che fosse sostituito Solaris 10 con Linux e i prof l’hanno tirata per le lunghe fino a che la cosa è morta lì.
    Già Solaris è un po’ uno schifo e le nostre installazioni lo peggiorano ancora. Per dire bisogna stampare da riga di comando, non ci sono le applicazioni nei menu, la grafica scatta se muovi veloce una finestra…
    Io me ne vergogno, dovremmo avere un sacco di linux nei laboratori e invece abbiamo solaris e winzozz.

  15. snizzo

    vado al marinelli a udine.
    tecnici più ottusi dei nostri non se ne trovano. il massimo che sanno fare è passare da xp home a xo professional. -.- bah!

  16. Filippo

    Ciao, sono il responsabile di un gruppo informatico di studenti del Liceo Scientifico N. Tron di Schio. Quest’anno abbiamo installato Ubuntu 8.04 su 30 PC della nostra scuola in un laboratorio. Abbiamo organizzato il Linux Day del 25/10 per provare a sensibilizzare la scuola e i prof, ma tuttora se chiedi ad un docente cosa sia Linux la sua risposta può arrivare anche a essere una marca per il forno a microonde. Non so se mi sono spiegato, ma credo che l’unico modo per far progredire la conoscenza di Linux al mondo siano i giovani, siamo noi che dobbiamo impuntarci, chiedere di organizzare giornate riguardo a Linux, farglielo provare ecc… Poi naturalmente bisogna tenere conto dei professori tradizionalisti ancora attaccati alla macchina da scrivere ;) ma questo è tutto un altro discorso….
    P.S. se volete magari prendere spunto da qualche nostro progetto visitate il sito http://www.tronweb.it

  17. grigio

    Secondo me il piede giusto per promuovere Linux è:
    – Non proporlo come soluzione a ogni male del mondo
    – Non proporlo come alternativa a Windows.
    Linux è un sistema operativo come Windows e Mac OS, con pregi e difetti.
    La libertà è una caratteristica in più che si capisce col tempo.
    Poi, come hanno già detto, il segreto è la *gradualità*

  18. Paolo Manfrin

    Eccomi
    ho iniziato la mattinata con un bellissimo regalo: una mail di un ex studente dell’ITI Kennedy di Pordenone che mi ricordava di avermi conosciuto, in veste di tecnico di laboratorio, proprio lì 5 anni fa, nell’unico laboratorio in cui era presente Fedora – in dual boot – e dove io mi ero convertito definitivamente al pinguino. Mi ha scovato proprio grazie a Pollycoke. Devo dire che il suo ricordo mi ha commosso. Poi vado, come ogni giorno, da pollycoke.com e mi trovo in “prima pagina”… bestia! sto per schiattare causa sovraccarico emotivo. Ringrazio Felipe veramente col cuore in mano (“e col fegato sul lavandino”). Aggiungo un ringraziamento al mio collega tecnico che, pur rimanendo legato a Windows, mi ha sempre aiutato e appoggiato e un ringraziamento speciale al “capo”, il DSGA, che fa il suo mestiere che è quello di far quadrare il bilancio, ma che mi permette di sperimentare e di osare e anche di sbagliare. Ora sono commosso e mi ritiro.
    L’eterno niubbunto.

  19. RiccardoF

    Stupendo questo post mi ha fatto ripensare a come è nata la mia esperienza con il software libero.
    Ero uno studente al quarto anno in un istituto professionale della provincia di Venezia che non aveva voglia di studiare… Ma tanto me la sono sempre cavata più che bene lo stesso.
    Nel mio PC era installata naturalmente una copia non proprio originale di Windows xp e la carissima microsoft me lo faceva notare ogni giorno dato che mi appariva un warning ad ogni avvio della macchina (il famoso WGA) ed io ero stanco di dover sempre installare programmi crackati o spendere una fortuna per un software…
    Il prof di elettrotecnica parlava ogni tanto di questo linux; un sistema operativo gratuito e libero con programmi gratuiti e molto più stabile io pensavo fossero cose di un altro mondo però mi venne voglia di provare.
    Installai così ubuntu 6.06 che restò nell’hd del mio pc per la bellezza di 15-16 ore.
    Ma come cavolo si usa sto coso???!! non funziona niente! non legge un mp3!!! non si vedono i dvd! ma soprattutto non funzionano i programmi!!!! Ho formattato e rimesso Windows!
    Però esisteva! Non era una bugia!
    Dopo un mese di ricerche e documentazione riprovai, e riprovai mille volte e formattai il mio hd altrettante volte.
    Ora grazie a quel prof utilizzo linux da due anni; inizialmente ubuntu e poi la magnifica Arch.
    Nella mia lunga carriera scolastica sono stati veramente pochi i professori che mi hanno dato più che qualche stupida nozione, lui è stato uno di questi (anche se è stato nostro docente solo per un anno). Mi ha insegnato a pensare con la mia testa sia nella materia che nella vita, a capire prima di imparare.
    Purtroppo i miei compagni di classe non la pensavano così, essi infatti pensavano che fosse un gran bastardo e basta (con l’avvicinarsi degli esami devo dire che alcuni di essi hanno cambiato idea).
    Grazie prof.

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  21. JoP

    Anche nei laboratori della mia scuola è installato Ubuntu, seppur insieme a windows. In realtà Ubuntu è praticamente inutilizzato, dato che il 99% degli alunni usa comunque windows e anche volendo utilizzarlo su Ubuntu non sono installati i programmi necessari alle attività di laboratorio (Dev-cpp, NetBeans, Elipse, Derive, ecc.). Questo perchè i responsabili di laboratorio si occupano solo di windows, per vari motivi quali anche l’incompetenza credo. Inoltre la nostra insegnante di informatica è molto… vabbè parlo chiaro: è una vecchia incompetente paranoica che se vede il desktop di gnome pensa che sia un gioco (o comunque qualcosa di piacevole, anche se utile allo studio) e punisce l’alunno che lo utilizza, ed in ogni caso ci impedisce di usare Linux arrabiandosi se tentiamo. In poche parole Linux c’è installato solo perchè nel secondo anno del triennio nel programma c’è un la parte teorica riguardante i sistemi operativi (molto più chiaro parlare di un sistema operativo aperto, dato che si conosce la sua struttura reale e si può confrontare con la teoria imparata sui libri) e un po’ di pratica scriptando di bash (ma pocapoca). Insomma la conclusione del discorso è che Linux è profondamente sottovalutato anche nella mia scuola, ma già il fatto di essere installato sui pc vuol dire comunque molto perchè fa vedere ai ragazzi che c’è un’alternativa che andrebbe presa in considerazione.
    Inoltre è accaduta una cosa forse importantissima: quest’anno la mia scuola ha ospitato la gara nazionale di informatica ABACUS (a cui ho partecipato in maniera non ufficiale perchè il regolamento vieta ad uno studente della scuola ospitante di partecipare) e per l’occasione erano stati allestiti i pc con tutto l’occorrente software. Peccato che Ubuntu avesse come software installato Eclipse e poco altro (uso Netbeans) e non avesse i driver video corretti (risoluzione max 800×600)…
    Nonostante questo un ragazzo partecipante alla gara ha usato Ubuntu! Penso che sia la prima volta che in italia viene utilizzato Linux in una gara nazionale di informatica, ABACUS e non…
    Questa cosa dovrebbe far riflettere secondo me… nel bene o nel male eh.

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