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I giochi dell’Humble Indie Bundle… Open source!

In “5 ottimi giochi al prezzo di… fate voi!” avevo segnalato l’iniziativa di Wolfire Games di vendere cinque giochi1 al prezzo che l’acquirente aveva intenzione di fissare2.

L’iniziativa ha avuto un successo strepitoso3 e c’è stata una risposta inaspettata, soprattutto dai pinguini, che sono stati i più generosi. Sono stati raccolti fondi per oltre $1.000.000. A questo punto è arrivato un annuncio molto ben accolto: il codice di quattro dei giochi sarà rilasciato al pubblico, ossia diventano open source!

Vi consiglio di leggere la segnalazione di Emanuele in SocialBox4, perché contiene un interessante spunto di Amon Paike sul tema: “ti pago per svilupparmi il software opensource“, con esempi eccellenti come Blender e AmigaOS. È nato un modo creativo di fare soldi sviluppando codice?

Note all'articolo

  1. In seguito sono divenuti sei, si è aggiunto un gioco in Flash []
  2. Avvertitemi quando Mazda farà una promozione del genere per la nuova MX5, grazie ^^ []
  3. Ho aderito io stesso, pur non essendo un gran giocatore []
  4. Per restare aggiornati in tempo reale su tutte le discussioni, vi consiglio anche di seguire comodamente la SocialBox via Feed RSS []

71 commenti

    • Giulio Guzzinati

      Non sono d’accordo sul fatto che World of Goo sia l’unico gioco decente.
      Io ho trovato ottimi anche gli altri 3 (Lugaru invece è proprio inaffrontabile).

      Certo, World of Goo è un capolavoro assoluto!

      • Goozer

        Io invece ho opinioni abbastanza diverse dalle tue.

        World of Goo è senza dubbio il miglior gioco (anche per la grafica), ma quello ad essere impresetabile, semmai, è Gish. Mi ricorda tanto uno dei giochi che girano sulle macchinette arcade dei cinema.

        Lugaru non ha un’ottima grafica (nonostante l’HD), am il gameplay non lo trovo male.

        Penumbra: Overture non ha una grafica as good as World of Goo per nitidezza, ma ha una storia dietro spettacolare.

        • Giulio Guzzinati

          Io invece trovo che Gish sia un gioco estremamente brillante. Parte da una pallina catramosa e sviluppa il gioco incentrandolo interamente sulla fisica, in cui il motore di tutto sono concetti semplici come elasticità, peso, massa, equilibrio, azione e reazione da cui fa scaturire un gameplay interessante. Peccato per la colonna sonora penosa.

          Il problema di Lugaru non è la grafica (pure migliorabile, ma non sono così schizzinoso) ma la difficoltà peggio calibrata del decennio.

          Penumbra è la cosa più Lovecraftiana che io abbia mai giocato (e questo va letto certamente come pregio). Ha un’atmosfera terrificante, e meccanismi di interazioni decisamente innovativi.
          Si colloca al confine tra un’avventura punta e clicca e un survival horror. La grafica è tutto fuorché malvagia, il bumpmapping insieme al ombre dinamiche rendono un sacco. Peccato per i modelli non troppo raffinati.

          Aquaria, a parte essere un po’ troppo “da ragazzina” per i miei gusti, fa Zelda al punto giusto, si sviluppa con un ritmo ragionevole, sembra avere un sacco di roba da offrire, e ha dei boss fight ben costruiti.

  1. Amon Paike

    il tipo del gioco in flash samrost2 , amanita-design ha fatto anche un’altro videogame aventure/puzzle fantastico
    che si chiama machinarium ed è fatto con una cura maniacale che merita tantissimo essendo un progetto indipendente provate a giocare alla demo, e magari … se vi piace dategli una mano :)
    http://machinarium.net/

  2. drpucico

    nemmeno io sono in gamer, ma non ho esitato a prendere i giochi… e peccato che 3 su 6 non vanno con la mia vetusta scheda video intel :(

      • Emanuele Rampichini

        @drpucico
        Ho scritto la soluzione per la lentezza di aquaria con schede intel sul mio blog.
        La incollo anche qui… magari fa comodo a qualcuno:

        Open your favourite text editor and edit:

        ~/.Aquaria/preferences/usersettings.xml

        Serch for:

        fbuffer=”1″

        And change it with:

        fbuffer=”0″

  3. Matteo Silvestro

    Che notizia meravigliosa! Sono contento di aver contribuito a far diventare open source dei giochi per Linux!
    In più, quelli che verranno “aperti” sono proprio i giochi con la qualità “minore”, un po’ meno ben fatti (di World of Goo, in particolare), che in questo modo verranno ancor più migliorati :)
    VIva l’Open Source!

    • Frafra

      Non si tratta di “open source” (di per se non implica la libertà di modificare il codice), ma di “software libero” :)
      Sarò pignolo, ma è giusto chiamare le cose col loro nome ;)

  4. Daniele

    Mi fà davvero piacere che l’iniziativa sia andata bene, credo che si sia creato un pò il ‘precedente’ e spero che altre azienda facciano dei passi in questa direzione.

    Cosa strana, però, che qualche anno fà provò a fare lo stesso un gruppo musicale (non ricordo il nome, mi pare fossero inglesi) e se non ricordo male fu raccontato come un fallimento: la media era di 2 euro a utente (scaricandosi l’album completo)

    • Amon Paike

      in questo caso è ben diverso, perchè liberalizzando il codice si può dar vita a nuovi entusiasmanti potenziali espansioni/learning/ o addirittura nuovi videogames etc..

    • Giulio Guzzinati

      E comunque dipende da come misuri le cose…
      L’iniziativa di quel gruppo inglese fu un successone!
      Intanto quel gruppo di cui non ricordi il nome, erano i Radiohead.
      In secondo luogo, per una band guadagnare 2€ a copia è un record (a parte che mi pare fossero quasi 3).
      Eliminando tutti gli intermediari e beccandosi 2€ a copia in media, hanno ricavato più con quel disco in 6 mesi di download che con 4 anni di vendita su cd del disco prima…

      • Daniele

        Ma infatti ho scritto che fu ‘raccontato’ come un fallimento: dire 2 (o 3) euro (che a pensarci bene non erano sterline? bho) non significa niente senza dire quanti hanno aderito…
        Poi cioè, se hanno partecipato un milione di utenti e si sono fatti 2 milioni di euro, senza costi aggiuntivi (in larga scala produrre fisicamente un cd ti costa circa un euro, poi devi distribuirlo, etc…) direi che si è un successone.
        Però sono sicuro che la notizia fu spacciata (forse dalle case produttrici?) come un fallimento ;)

        @paike: vero, ma anche guardando la cosa dal mero punto di vista economico (filosofia e open-source a parte), è veramente una cosa molto positiva!

        • bLax

          – Però sono sicuro che la notizia fu spacciata (forse dalle case produttrici?) come un fallimento ;) –

          certamente! per loro E’ un fallimento: sottolinea quanto siano inutili le case discografiche o quantomeno quanto sia sproporzionato il livello di utili che hanno fatto negli anni!

          in thread:
          ho appena giocato al demo di world of goo…..spettacolo! lo compro appena ricarico la postepay! (poi ce sono in regalo altri giochi ma quello vale un offerta anche corposa

  5. GinLemon

    Doh, non avevo letto che l’avevano già detto :P
    Comunque per quanto riguarda i giochi, l’unico serio a mio parere e World of goo, Gish è simpatico ma insomma si trovano giochini in flash fatti anche meglio. E comunque i giochi non sono più 5 ma 6, si è aggiunto samorost 2.

  6. LorenzoC

    Riguardo al “ti pago per…” a me non sembra che funzioni bene, infatti vedo queste tre situazioni:
    1. Prima sviluppi il programma poi lo “vendi”.
    Questo implica che lo sviluppatore deve lavorare per un periodo di tempo X senza essere pagato nella speranza che un giorno possa mettere all’asta il suo programma e ripagarsi del tempo speso. E direi che questo significa avere un altro lavoro che ti impegna abbastanza poco da permetterti di avere tempo ed energie per il secondo lavoro non pagato.
    2. Suddividi il programma in “step” e raccogli fondi per tappe intermedie.
    Questo ha l’ovvio svantaggio che il programmatore non ha alcuna certezza di riuscire a raccogliere fondi per un tempo illimitato da cui posizione lavorativa “labile” e un progetto che potrebbe arrestarsi qual’ora uno degli step non raggiunga la quantita’ di finanziamenti richiesta.
    3. Prima metti all’asta il programma e poi lo realizzi.
    Non perdo tempo a dirvi tutte le cose che possono non funzionare in questo caso.

    Concludo dicendo che trovo abbastanza risibile l’attribuzione di qualita’ morali superiori ai “linari” per il solo fatto che adoperino un software invece che un altro. Per citare un famoso esempio, c’era il tale Reiser (quello del ReiserFS) che ha ammazzato la moglie e l’ha sepolta in giardino.

    • Daniele

      Bhè, ora come ora lo sviluppatore (cioè, la casa produttrice) fà così:
      1. Realizza il gioco (il che porta via mesi o anni, durante i quali deve pagare i programmatori)
      2. Quando ha finito, vende il gioco.
      3. Se i ricavi non sono sufficenti, fallisce.

      E’ lo stesso del tuo punto 1, cambia solo che il prezzo non lo decidi te ma chi lo compra.

      Tu preferiresti vendere 1000 copie a una media di 7 euro a copia, o vendere 10 copie a 50 euro, lasciando che gli altri 990 utenti si scarichino il gioco dal mulo?

      • LorenzoC

        Se escludiamo i colossi che non sanno nemmeno quanti dipendenti hanno esattamente, sviluppare un progetto del genere si traduce in farsi prestare i soldi da una banca o trovare un socio di capitale (cosa piu’ comune in america col “venture capital”).
        Il problema pero’ e’ che chi ti presta i soldi e/o il socio di capitale devono accettare che il tuo modello di business, invece di essere quello convenzionale imperniato sui brevetti e sulla proprieta’ dei sorgenti e sulle licenze d’uso, si basa su una raccolta fondi tipo “telethon” alla fine della quale il “progetto” viene “ceduto in toto” alla comunita’.
        Questo si collega in parte ad un altro discorso: l’altro giorno leggevo un articolo sul sito della Linux Foundation a proposito della frammentazione dell’universo Linux. Si diceva che la frammentazione e’ apparente e vale solo per il livello delle applicazioni perche’ poi WebOS, Android, eccetera, usano tutti componenti base comuni come X.org, GTK o QT, eccetera e contribuiscono “upstream”. Pero’ la domanda che faccio io e’ sempre la stessa e cioe’, qualcuno deve pur pagare anche per i sudetti “componenti” e quindi i calcoli mi sono molto poco chiari.

        • Daniele

          L’unico lavoro al mondo con introiti garantiti è il becchino, lo sanno tutti ;)

          Io non ci vedo una gran differenza in senso ‘economico’.. l’azienda che sviluppa il gioco ‘chiuso’ e lo vende a 50 euro fà una scommessa: gli utenti che lo compreranno originale basteranno per coprire le spese? e in quanti lo scaricheranno dal mulo craccato?
          L’unica certezza che hai così è che ci sarà una percentuale molto alta di versioni craccate (dalle statistiche, mi sembra sia superiore al 70%)

          Qui il discorso è solo leggermente differente: gli utenti che lo compreranno, in media offriranno abbastanza per poter pagare le spese?
          Avendo però la certezza che la percentuale di quelli che se useranno una versione craccata sarà sicuramente più bassa (ma escluderei che sia zero).

          • LorenzoC

            Non ci siamo capiti, il cliente “classico” compra solo una licenza d’uso. In sostanza “affitta” il software come affittasse una bicicletta per farsi un giro. Non a caso per esempio gli antivirus normalmente hanno licenze di un anno, scaduto il quale devi rinnovare la licenza. Nel caso di Windows in sostanza la licenza e’ assegnata ad una versione specifica del prodotto e devi rinnovarla ad ogni nuovo rilascio. Nel nostro caso invece il cliente compra la proprieta’ intellettuale (ok, condivisa ma non cambia) del software, che quindi in sostanza non puo’ piu’ essere venduto. Se lo sviluppatore originario intendesse sviluppare ulteriori versioni dietro ulteriore compenso potrebbe trovarsi di fronte dei fork che ne annullerebbero le possibilita’ economiche. Dal punto di vista “aziendale classico” il software di cui vengono rilasciati i sorgenti non vale piu’ niente, ecco perche’ quando una tecnologia da “chiusa” diventa “aperta” normalmente significa che ha esaurito le sue possibilita’ “commerciali”.

            Riguardo gli esempi che vanno alla grande e crescono, e’ inutile discutere coi talebani di Linux. Quello che vedo io e’ che mentre Mandriva muore e gli altri non si sentono tanto bene, (vedi alla voce “Linux sul desktop e’ il piu’ lungo fallimento della storia”), Linux viene usato per una serie di iniziative “alternative” al mondo dei PC convenzionali. In questo ambito mi lasciano perplesso i calcoli di chi paga cosa. Voglio dire, cosi come Ubuntu nasce “ciucciando” il lavoro di Debian…

          • LorenzoC

            Si si esempi che non spostano di un millimetro le considerazioni che ho fatto sopra. C’e’ gente che campa vendendo le caldarroste alle fiere, questo non significa che sia un modello di business appetibile e che le multinazionali della industria alimentare apriranno dei network di caldarrostai.

          • Daniele

            Guarda, non sono un esperto di strategie aziendali, per cui mi limito a esporre il mio punto di vista e la mia esperienza: ho un cuggino ammericano (chi vuol capire capisca) che non ha mai acquistato un cd musicale originale, scaricava tutto. Poi da quando è stato possibile (itunes, ora ubuntuone) acquistare i brani a prezzi ragionevoli (1 euro l’uno), ha smesso di scaricare e li compra sempre tutti.

            Credo che mio cuggino non sia un caso isolato, se cominciassero a fare così anche per film e giochi (ok, molti giochi li puoi comprare online, ma allo stesso prezzo del DVD senza però avere il DVD!), imho i produttori continuerebbero a guadagnare (e facendo due calcoli, non credo neanche tanto in meno), e la pirateria si abbasserebbe un sacco.

            Poi ripeto sono mie considerazioni personali…

          • LorenzoC

            Stiamo facendo confusione.
            Itunes ti permette di comprare una canzone per y euro. E te la suoni sul tuo Ipod. Ma mica acquisti i diritti di suonarla in piazza. Se ci provi, arriva la SIAE e ti chiede i soldi corrispondenti al diritto di autore per quando si suona la canzone (di altri) in piazza. Non puoi nemmeno ridistrubuirla, per ovvi motivi.
            Tramite Appstore puoi scaricare una “app” sul tuo Iphone eppero’ li rimane, non puoi farci niente altro. L’applicazione in se’ rimane di chi la vende e il modo/veicolo in cui la prelevi e la installi e’ controllato da Apple e non puoi fare niente. E’ il sistema piu’ chiuso dell’universo.
            Una software house, vedi il caso Valve, puo’ benissimo distribuire giochi (per Linux o altra piattaforma) a prezzi accessibili, senza per questo distribuire anche i sorgenti. Per esempio potrebbe farti pagare un tanto a sessione con un sistema di micro pagamenti.

            Le modalita’ di pagamento e il costo di un software non sono in discussione, qui si contrappone il modello “convenzionale” di soldi per “brevetto-licenza” contro “soldi (tanti o pochi) per sorgente aperto”.

          • Shuren

            Come si misura un modello di business vincente? Da quante multinazionali ci fanno la cresta? Oppure da quanti uomini riescono a vivere con quel modello di business? Se un caldarrostaio vive in modo decente, o se lo fa un pescatore, o un calzolaio? Perché dietro a tutto ci dev’essere sempre un macrocosmo per dire “funziona”? La miopia è una brutta una cosa, ma anche la presbiopia non è da meno. E questo volta non farò esempi con Mandriva come soggetto ^^’

          • Amon Paike

            @lorenzettoC
            ieri ho fatto un discorso sfogo parlando proprio di termini di capitalismo e multinazionali… ma riflettendo sul punto in cui ci troviamo oggi, sul punto in cui la coscienza umana sta evolvendo e continua ad evolvere, ci troviamo in un contesto radicalmente cambiato in soli 10 anni, l’industria per come la conosciamo, inclusa quella delle multinazionali e consecutivamente quella della finanza è straziata ed impaurita perchè ci troviamo in un futuro che è del tutto nuovo ed ignoto.
            Grandi matematici e scenziati come Benoît Mandelbrot (mascotte ibm, nonchè uomo a cui devi baciare i piedi se esiste la rete cosi come la conosci) http://www.youtube.com/watch?v=VHyoYEqk0-Y , Arthur C. Clarke (scrittore famoso di capolavori come 2001 odiessea nello spazio , e padre della compressione video) http://www.youtube.com/watch?v=qB8m85p7GsU
            Ray Kurzweil (padre morale e sostenitore dell’effetto Singolarità_tecnologica

            http://www.youtube.com/watch?v=OLe_LZV9Uz0
            hanno previsto questa fase storica da almeno un trentennio

            tu mi stai a parlare di dinosauriche microscopiche dinamiche, non può reggere un confronto per una semplice questione di lacuna di conoscenze da parte tua.
            Tu Ragioni in modo quasi lineare secondo il tuo pallido piccolo mondicino, i colossal aziendali… hanno una visione leggermente più chiara…e credimi se se la stanno facendo sotto.

          • LorenzoC

            Shuren, il caldarrostaio puo’ essere l’uomo piu’ felice della terra. E fare anche felici i suoi clienti con buone caldarroste a prezzi modici. Puo’ anche diventare benestante gestendo un certo numero di carretti di caldarroste coi familiari.
            Ma il punto e’ che se vuoi che un fenomeno raggiunga una certa dimensione allora devi ragionare sui grandi numeri. Il caldarrostaio non compete con le multinazionali del settore alimentare che riempono gli scaffali dei centri commerciali. Se si ragiona in termini di “cosa mangiano gli Italiani” considerare il caldarrostaio come esempio direi che ha poco senso.

          • LorenzoC

            Amon Paike, scusa ma non riesco a prendere sul serio uno che scrive cose come “tu mi stai a parlare di dinosauriche microscopiche dinamiche”. Come ti ho gia’ detto e’ un modo di esprimersi cosi eccessivo che e’ piu’ vicino al palco di Zelig che ad una qualsiasi discussione piu’ o meno sensata.

            Comunque io non ho le risposte perche’ se le avessi probabilmente sarei piu’ miliardario di Shuttle-coso. Ho delle domande.

            Ah, un’ultima cosa: guarda che una situazione che e’ “crisi” per qualcuno puo’ essere “festa” per qualcun altro. Per esempio quando le borse crollano c’e’ gente che si arricchisce a dismisura (i cosidetti “ribassisti”) e altri che invece si impoveriscono. Oppure se in Italia chiudono gli stabilimenti e noi ci impoveriamo, le produzioni si spostano nei paesi emergenti dove la gente diventa piu’ benestante. E in tutto questo non cambia una vigola rispetto agli ultimi 200 anni.

          • Daniele

            @LorenzoC: vero sul caldarrostaio, ma forse è ora che cambi anche quel sistema: 20 anni fà i software li facevano le aziende e solo loro, ora con l’open-source lo fanno programmatori in tutto il mondo, indipendentemente per quale azienda lavorino.

            E cmq, se le grandi compagnie ‘perdono fatturato’ e piccole aziende o programmatori indipendenti ne guadagnano, ma ben venga! sarebbe anche ora che i grandi cadano e i bassi si alzino ;)

          • Amon Paike

            @LorenzettoC
            certo certo, tu sei uno di quelli che pensa che le cose si fanno in grande e subito e non a piccoli tasselli uno dopo l’altro…
            Scommetto che in questo momento sei un grande gestore di una mega azienda dove le cose funzionano alla grande, bene e dove nessuno ti vorrebbe prendere a calci in culo ^^

          • LorenzoC

            Daniele, verissimo che Internet ha reso possibile un modello di sviluppo “distribuito”, infatti Linux si regge su quello. Ma non rispondiamo ancora alla domanda “chi paga”. Infatti Linux sui PC globalmente non funziona, se non in certe nicchie specifiche. Funziona proprio dove una multinazionale investe nello sviluppo, vedi Google-Android e questo in qualche modo conferma certi presupposti e ne smentisce altri.

          • Amon Paike

            te l’ho detto tu ragioni in un semplice modo lineare,
            il mondo non è più cosi semplice e lineare come lo conosci già da un pezzo.
            “dinosauriche microscopiche dinamiche” alla tua miope testolina sembra un paradosso da zelig, ma a parte l’apparente buffo accostamento…
            Dinosauriche = estinzione, lentezza, pesantezza, grossolanità, ottusità
            microscopiche = minuscole, miopi, insignificanti
            Sono precise e concise parole da più sinonimi e significati,… non lineari ma azzeccate visioni in una panoramica più ampia.
            Chiusa la parentesi… documentati su quel che ti ho postato, sono perle che potrebbero salvarti dalla confusione da qui a pochi mesi.

          • Amon Paike

            @lorenzoC
            e non l’hai capito che la soluzione alla crisi è proprio la destrutturazione delle megacorporazioni? E’ questo che ha previsto Mandelbrot, con i suoi studi questa di crisi sistemica ed esponenziale, una tempesta perfetta che coincide di pari passo con l’evoluzione delle coscienze porta proprio alla fase storica dove “la staccionata si è fatta cosi grande e la stupidità delle pecore è diminuita a tal punto che i cani pastori non riescono più a tenerne il controllo”.
            Naturalmente la crisi è “apparente” sembra che ci sia scarsità di risorse ma è totalmente il contrario. il contenitore (coscienziale) è cresciuto cosi tanto che chi ha avuto il controllo delle masse oggi non riesce più a gestire la situazione e sembra che regni il malessere e la confusione, ma è solo il nero ed l’oscura visione di chi si vede sfuggire il potere (multinazionali o governi fa poca differenza).
            In poche e più chiare parole per la tua testolina , stiamo a livello di massa , acquistando la capacità di autogovernarci senza cani da guardia, naturalmente alle vecchie volpi questa situazione è molto scomoda.

          • LorenzoC

            Amon-coso, il problema e’ che per fare lo spiritoso occorre per prima cosa sapere scrivere e poi sapere mettere insieme due parole senza generare un paradosso (involontario) come:
            Dinosauriche = estinzione, lentezza, pesantezza, grossolanità, ottusità
            microscopiche = minuscole, miopi, insignificanti
            Che tu evidentemente non sei in grado di percepire come affermazione-negazione ma tant’e’.

            Comunque, per tua informazione i dinosauri sono un gruppo di rettili (quindi evidentemente non microscopici) che hanno dominato l’ecosistema per circa 160 milioni di anni e pertanto un gruppo di notevole successo evolutivo. Non credo che noi dureremo altrettanto.

            Le forme microscopiche come virus e batteri sono di gran lunga le piu’ diffuse sulla terra, c’erano prima dei dinosauri e ci saranno dopo di noi. Ci sono dei piccoli ogranismi, chiamati “tardigradi” che resistono disidatati per 10 anni, per diversi giorni a -200°c, per 10 minuti a +150°C e a livelli altissimi di radiazioni. Le formiche formano una biomassa che e’ centinaia di volte quella di tutti gli esseri umani messi insieme.

            Eccetera.

            Inoltre per potere fare “esempi” bisogna anche sapere di cosa si parla ed essere in grado di rispondere da domande semplici e lineari come le mie invece di fare il solito show triste da predicatore/venditore di balsamo miracoloso.

          • Giulio Guzzinati

            Ex falso, quod libet.
            Ossia:”da false premesse si può dedurre quel che si vuole”

            Il ragionamento di LorenzoC sul modello del “ti pago per svilupparmi software libero” è fallato alla base.

            Nessuno ha mai detto che c’è un trasferimento di proprietà intellettuale con il rilascio sotto una licenza open source o anche libera.

            Le Qt rimanevano saldamente di Trolltech, anche se rilasciate sotto licenza GPL.
            Così pure VirtualBox rimaneva saldamente di Sun.

            È troppo facile arrivare conclusioni desiderate cambiando i fatti ad hoc!

          • LorenzoC

            Appunto, amico mio, se non erro Trolltech e’ stata acquisita da Nokia e adesso le QT sono di Nokia, non mi risulta che abbiano fatto una sottoscrizione pubblica per finanziarne lo sviluppo.
            Hai citato Sun, acquisita da Oracle. Anche qui, dubbi e perplessita’ su cosa fara’ Oracle coi cosi Sun. Vogliamo parlare di MySQL?

            Io vedo un tot di esempi di software piu’ o meno “aperto” che siccome non trova il modo di sopravvivere con un suo modello di business efficace, finisce per essere inglobato dalle multinazionali che DI SICURO non hanno alcuna intenzione “filantropica”.

            Non vedo nessun “nuovo modo” di pagare lo sviluppo del software “aperto”.

            Poi, se io rilascio un mio codice alla “comunita’” posso anche dire che rimane mio ma siccome io non sono ne’ Nokia ne’ Oracle in sostanza significa che se va bene verro’ citato nei crediti.

          • Amon Paike

            @lorenzoC
            ho citato mandelbrot, ho citato il fenomeno della singolarità, ho citato un mondo che evolutivamente si sta trasformando nel modo di funzionare da semplice e lineare a complesso e frattale , ho citato elementi essenziali comprendere con una reale lettura questo periodo storico… e puntualmente sulle ovvietà serie vengo ignorato, è fantastico, mi domando se è la mente che impone il bypass di certi argomenti.
            continua ad impuntarti sul paradosso zelighiano se ti diverte :)
            By amoncoso

          • LorenzoC

            Amon-coso, non e’ che ti ignoro, sto cercando di evitare di andare dritto sul bersaglio e dirti cosa penso di te e dei tuoi “frattali”. Oltre ad essere poco simpatico, come direbbe Moratti, sarebbe anche inutile perche’, a differenza di te, non ne faccio una questione personale. Quindi se ti interessa rispondere a quello che scrivo, cerca di rimanere sull’argomento, se non ti interessa perche’ te la sai molto piu’ lunga, fanne a meno.

          • Amon Paike

            @lorenzoC ^^
            Pensa quello che ti pare, non è certo una questione personale, sei tu che sei autolesionista vieni a punzecchiare con una bacchettina in una tana di leoni :)=
            Puoi benissimo ignorare i frattali, ma questi non ignorano te, perchè vivi in un mondo altamente informatizzato, post-industriale, post-capitalistico, post-comunista… anzi fai un grandissimo errore se definisci questo ambiente un covo di comunistelli e nerdini … rischi di essere divorato da lupi e leoni affamati
            con istinto jockeresco… fai caso agli avatar che rappresentano l’ego e le personalità della gente che frequenta ambienti gnu :)

          • Giulio Guzzinati

            No, Nokia non ha fatto una sottoscrizione pubblica, ma alla Nokia hanno le spalle larghe, e gli piace fare gli splendidi.

            In compenso continuano a vendere la famosa assistenza sulle Qt…

            Sun invece è un discorso diverso. Navigava in cattive acque da un pezzo, e ti assicuro non per i soldi che buttava nello sviluppo del software. Navigava in cattive acque perché la gente non comperava i suoi server (peraltro ottimi, ma costosissimi)

            Quanto ai “cosi Sun” come li hai chiamati, un’eventuale cambiamento di licenza da parte di Oracle non impedisce al resto del mondo di continuare a sviluppare dall’ultima versione libera.

            Monty Widenius creatore di MySql (poi fuggito da Sun) non aspetta altro.

            Intorno agli altri progetti si dovrebbe creare comunità, mentre invece Sun non è mai riuscita a farlo, anzi, si è sempre comportata come se temesse di perdere il controllo dei prodotti, avendo un atteggiamento poco inclusivo.

            Provo a porti io una domanda. Tu continui nella tua lunga carriera di trollaggio (un giorno capiremo anche per il tuo caso “chi è che paga”, perchè francamente hai dedizione che non avrei nemmeno se per trollare mi ci pagassero 10€ all’ora) a pretendere di scegliere il terreno del confronto. Vieni qui e pretendi che siamo noi a rispondere alle tue domande. Chi ti credi di essere?

          • LorenzoC

            Mi sono limitato a farti notare come QT-Nokia e Sun-Oracle siano degli esempi lapalissiani che il “nuovo modello” per pagare lo sviluppo del software “aperto” operi FORSE al livello delle caldarroste, mentre al livello delle “solite cose” ci sono i “soliti problemi” inerenti al “chi paga”:

            Riguardo chi mi credo di essere, semplicemente uno che ha delle domande. Da quando bisogna essere “qualcuno” per fare delle domande?
            Se tu non hai le risposte conviene o non rispondere oppure rispondere “non lo so”. Per quanto mi riguarda se faccio le domande e’ evidente che non conosco le risposte. E se faccio delle domande sull’argomento di questo post mi aspetto che qualcun altro che commenta il post risponda alle domande. O magari l’autore del post medesimo, l’entita’ superiore Felipe.

            A margine, che noia con sto refrain del troll. Io putroppo ho smesso di avere sedici anni 900 anni fa quindi non so nemmeno cosa vuoi dire.

          • Daniele

            @giulio: sicuramente lo sai già, ma Monty Widenius stà già portanto avanti il fork di mysql, chiamato Maria ;)

          • Giulio Guzzinati

            @Daniele Siamo leggermente OT ma (andrebbe fulminato per aver fatto una confusione così) Monty ha creato prima un nuovo storage engine per MySql chiamato Maria, poi ha forkato MySql stesso creando MariaDB, per ora compatibile in tutto e per tutto con MySql.

            Quindi ovviamente Maria è ampiamente supportato da MariaDB…
            non proprio semplicissimo saltarci fuori!

  7. Davide

    È stata una bellissima iniziativa alla quale ho aderito per il solo world of goo :D
    Il top sarebbe stato avere l’integrazione con l’Ubuntu Software Center in modo da aprirgli la strada come appstore per software a pagamento.. :) Beh sarà per la prossima volta magari, se l’Uomo delle stelle fiuta il business..

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