Ho concluso l’anno indicando l’enorme successo di Android avuto nel 2010 (cfr “Considerazioni sul 2010 e auguri per il 2011“), e inauguro il 2011 proprio dedicando un articolo al sistema operativo mobile di Google.
In questi giorni si svolge a Las Vegas il Consumer Electronics Show, una delle più importanti vetrine internazionali per produttori di appetitosissimo hardware… indovinate qual è stato uno degli argomenti principali? Beh, esatto: Android, e specialmente nella futura versione 3.0 Honeycomb progettata apposta per tablet, che potete ammirare nel video dopo il salto, ma a dire il vero non sono (ancora?) i tablet ad attirare il mio interesse.
Il primo giorno trascorso al CES ha visto una vera ondata di nuovissimi smartphone che non mancheranno da una parte di solleticare l’appetito di potenziali utenti, e dall’altra di favorire speculazioni sulla vincente strategia di mercato di questa strana creatura dal cuore Linux.
Ecco intanto il primo video di Android 3.0 Honeycomb, segnalato da Lorenzo in SocialBox.
Vi piace? Beh… siete vaccinati alle mie esternazioni in tutta sincerità, quindi lo dico subito senza mezze misure: a me fa schifo :) Ma non è solo di Tron Android 3.0 che voglio parlarvi, infatti mi preme molto di più manifestare la mia piacevole sorpresa nel constatare la quantità impressionante di produttori che hanno presentato dispositivi Android, specialmente telefoni di ultimissima generazione, come questi:
Hardware di prima scelta ma assolutamente nulla di mostruoso: Android 3.0 non richiederà CPU dual core come sosteneva qualcuno e non ci saranno altre richieste irragionevoli. Gli schermi sono tutti decisamente generosi e le così le risoluzioni.
Devo dire che dal punto di vista hardware apprezzo i Motorola, che ricalcano la mia semplicissima, quasi banale, idea di come dovrebbe essere un dispositivo touchscreen, ossia: più schermo possibile (cfr “Principale motivo per cui non mi piace l’iPhone 4“). Peccato aver appreso di recente su Twitter e su Friendfeed che Motorola abbia la pessima abitudine di non fornire aggiornamenti software e per di più bloccare il bootloader dei propri dispositivi in modo da impedire l’installazione di aggiornamenti “cucinati” dalla comunità.
Ovviamente molto interessanti anche i terminali HTC (produttori di alcuni dei più interessanti telefoni Android, tra cui il Nexus One), Samsung (produttori del Nexus S, il secondo androide “ufficiale”), LG che ultimamente furoreggia con il piccolo Optimus One, Sony Ericsson e davvero tanti altri… Forse è tutto qui il segreto di tanto entusiasmo e delle migliaia di articoli che tutte principali testate stanno dedicando ad Android: la pluralità.
Una delle maggiori differenze, anzi la maggiore differenza tra Android e altri sistemi operativi mobili, è che Google ha fatto la scelta di basare il sistema operativo su Linux e tecnologia open source1, e questo si riflette anche sul mercato e sul modo di affrontarlo. Al contrario del rivale d’eccellenza Apple, non abbiamo infatti bisogno di aspettare che sia un’unica azienda a presentare la nuova versione di un unico dispositivo, ma tutti i produttori sono incentivati a farsi libera concorrenza meritocratica.
E a quanto pare, pluralità e apertura stanno pagando.
Note all'articolo
- Certo, non tutto Android è open source, ma alla luce di nuovi dettagli, questo è solo relativamente un problema: in una mia prossima recensione dell’intero OS cercherò di riassumere il perché… [↩]
Non ricordo che modello, ma c’è un Motorola che si collega ad una dock, a sua volta collegato ad un monitor e viene caricato un sistema operativo linux con DE Gnome e, incredibile, awn come sistema di gestione delle finestre!!!
Che c’è di tanto incredibile? Niente, è solo che mi faceva strano pensare che piccoli progetti di sviluppatori sfigati (awn, con tutta ironia, si intende!) sono adottati da colossi dell’industria elettronica.
E’ una dock che si collega allo smartphone Motorola Atrix
Caro Felipe, io credo che siamo solo all’inizio perchè android, secondo me non sta sfruttando al meglio le integrazioni che ha proprio in casa. Parlo di Youtube, Google Maps, Street View, Google Earth, Chrome ecc ecc. Quando tutti questi prodotti di casa google, che non hanno eguali sul mercato, saranno integrati benissimo negli smartphone/tablet android, i concorrenti non possono nemmeno pensare di competere, visto che il web como lo usiamo è di google.
c’è ancora facebook :)
youtube è ben integrato, giri un video e lo puoi direttamente carica così come c’è un’applicazione apposita per navigare tra quelli già presenti, in definizione standard o hd e con possibilità di inserire commenti ecc…
maps è integratissimo: la tua posizione può essere sempre condivisa con latitude, quando fai le ricerce sono influenzate da dove ti trovi senza contare l’app places che ti mostra i luoghi intorno a te (che puoi recensire e dei quali puoi leggere le recensioni) per ogni luogo puoi attivare la modalità navigazione con visuale isometrica, la chiamata al numero se indicato e tutto il resto! dal navigatore puoi vedere gli incroci anche in modalità street.. guarda dovresti provare! la rubrica si aggiorna con i tui contatti di facebook quindi ti trovi le foto aggiornate, i numeri di telefono ed email se condivisi, lo stato.. e i compleanni direttamente nel tuo calendario per non fare brutte figure ;)
MI sono recentemente comprato un toshiba folio 100 e devo dire che non è male (una volta cucinato a dovere, l’androide installato da toshiba è mXXXa) e non vedo l’ora di provare android 3.0 (adoro Tron e questo sembra una VERA FIGATA).
La pluralità e soprattutto la LIBERTA’ offerta dal mondo dell’opensource è la vera forza di android. Al tempo stesso la mancanza di un’azienda con le palle (chi ha detto canonical? Quando questa sarà un’azienda da 500+mln di dollari/anno ne riparleremo) che sappia creare tecnologia, mantenerla e permettere alla comunità di sviluppare idee è la maggiore mancanza di linux….
Felipe vorrei farti notare come in un articolo così pieno di smartphone non siano state nominate 2 aziendine di poco conto: Nokia e RIM. Segno dei tempi che cambiano?
anch’io ho preso un folio, speriamo si risolvano anche gli ultimi problemi, ma dexter ce la fara’!!
Peccato solo per lo schermo, l’unico problema che Dexter non potrà risolvere. Ieri sera mi sono visto un film (con mediatomb, configurato in 2 minuti sul mio pc e via di streaming!), l’angolo di visuale è tremendo!
scusate la facezia
ma il titolo sembra la pubblicità di un deodorante
Un deodorante per il bagno :D
in realtà era proprio il titolo ad essere faceto :D
Uploaded with ImageShack.us
Sorry (e dire che sapevo benissimo ceh non me lo avrebbe preso!)
http://img105.imageshack.us/i/deodorantewc1.jpg/
I siti/blog su Linux stanno diventando siti/blog su Android.
Contenti voi ;)
ars technica nella categoria open source ha 4 notizie su 5 sempre su android
Brutta deriva, infatti. Ecco che, dopo anni di derisione verso Stallman, salta fuori che era veramente meglio non fare confusione tra _GNU_/Linux e Linux in genere. La parziale libertà di Android è solo un effetto collaterale di scelte economiche e tecniche. Dal punto di vista dell’utente è anni luce meglio di Apple, ma comunque diverso dal vero free software.
Speriamo solo che ci perdoni perchè veramente non sappiamo quel che facciamo.
io è da tempo che vengo dicendo che in futuro – sta già capitando – il capitalismo “informatico” (e forse non solo quello) si evolverà e diventerà tutto Open. E a quel punto la discussione si sposterà sul piano, Open Source vs Free Software. Perché sì insomma, Linux può essere open ma non è detto che sia “Free“, e per free intendo libero, non l’accezione gratis come suole usare Shuttleworth :D (si è una provocazione, è più forte di me. :D )
A va detto che il commento di GNAM è un commento da troll :D ma ultimamente a vedere le discussioni sembra che in pochi se ne rendano conto, cosi come pochi si sono resi conto che il titolo di questo post fa troppo ridere :D Dai Felipe l’hai fatto apposta dillo!
dai che qualcuno se n’è accorto.
Non sono sicuro che l’open resista senza il free, salvo per certi casi*
L’elemento virale è vitale, se mi permetti un gioco di parole. Senza l’obbligo della redistribuzione delle modifiche con la stessa licenza, gli interessi dei singoli si pappano il progetto un pezzo alla volta, proprio come le specifiche POSIX non hanno salvano Unix dalla frammentazione, spianando la strada al fascismo di Windows.
Magari Open+Free si mangeranno il closed, perchè il Free non mangia l’Open, finchè questo funziona. Tuttavia il Free è l’unico che produce un effetto gravitazionale, che attira nuovo codice e dunque cresce e ne attira di più ancora, arrivando finalmente alla massa critica, dove alle imprese conviene basarsi sulla piattaforma free e rinunciare alla esclusività delle modifiche, anche se ciò gli rode parecchio.
Da questo punto di vista io credo che i veri eroi siano quelli che contribuiscono codice Free per motivi etici e rendono possibile tutto questo mondo che ci gira intorno, canalizzando verso una causa etica contributi di gente che lo fa anche solo per motivi di puro profitto.
Credo che tolti quei pochi hacker che hanno regalato e regalano il loro impegno a progetti GPL (veglio v3 affero), tutta la baracca non starebbe in piedi. Quindi io vedo la possibilità che lo scenario che prospetti si realizzi, ma solo se il free da una grossa mano. Altrimenti il free software rimarrà sempre e solo proporzionale al numero di persone che lo usano, supportano e sviluppano proprio per la Libertà. Proporzionale al numero di donazioni alla FSF, piuttosto che al numero di cellulari Android, per intenderci.
Non ho capito se la intendevi proprio così anche tu, invece penso che siamo d’accordo sul fatto che l’open è tante volte addirittura deleterio per il free software. Non di per se, ma perchè i due concetti sono troppo confusi nelle teste di molti sviluppatori e utenti. Ad esempio a me Chrome e Android paiono quasi cavalli di Troia.
*framework dominati da un singolo vendor che non trae profitto direttamente da esso, come android, e programmi a zero valore aggiunto, tipo apache e strumenti di sviluppo. Un programma ad esempio di contabilità con licenza BSD non durerebbe un mese, perchè ogni azienda tirerebbe fuori la sua versione con una caratteristica _esclusiva_, quindi non ci sarebbe quasi collaborazione.
PS: ovviamente se uno vuole capirne davvero di queste cose uno deve prima calcare le orme dei giganti e leggere Free Software Free Society di Stallman e The Bazaar and the Cathedral di Raymond. Felipe, se non li hai ancora letti lo devi proprio fare.
PPS: ho riso anche io di gusto per il titolo, si capisce benissimo!
Ora ho capito meglio il tuo pensiero, anzi ti ringrazio perché trovo questo commento molto interessantii. Sono d’accordo con te anche sul discorso “non c’è Open senza Free”. Infatti, se non sbaglio, forse sono arrivato a conclusioni simili partendo da tutt’altre basi.
Marx e l’open Source
Ti ho linkato un pezzo vecchio da quando scrivevo su uielinux, il fulcro del discorso era questo: L’open source e il free software sono in una sorta di simbiosi. E forse le aziende non se ne rendono conto, ma con iniziative – come le hai chiamate tu – a cavallo di Troia, fanno un danno al Free Software, trascurando il fatto che è grazie ad esso che riescono a fare i loro programmini.
Io a volte vado più in là, ed applico questo stesso concetto alla faccenda, per esempio, di Ubuntu One (closed a livello server).
Oppure con Google, che merita un paragrafo a parte. Questa azienda ti vende il servizio, fa un sistema operativo basato su gnu/linux, e stando a tutto questo sembra un chiarissimo esempio di “modello open”, ma punta esclusivamente al cloud. E sappiamo come il cloud abbia un errore, ovvero, tu non hai il controllo server. Quindi, non hai il pieno controllo del software (e qui la GPL o quello che vuol proteggere viene fottuta.)
È che c’è un fattore che ancora non mi quadra, e penso ci sia una piccola incoerenza di fondo, in questi giorni stavo scrivendo qualcosa al rispetto. Mi chiedo, come mai quando si tratta di vendere ancora chiudono il software? Adesso come adesso, sembra che il cosiddetto “modello Open” sia soltanto un modo di produrre software, ma quando devono vendere prendono quella parte e diventa “closed”. Guarda WordPress, Android o per tornare al discorso di prima Ubuntu One: http://beuno.com.ar/archives/232 (nei commenti ho parlato con l’autore del post, è una discussione in spagnolo però)
:-)
sì, le idee sono fondamentalmente coincidenti e i due diversi percorsi di ragionamento costituiscono forse anche una conferma della loro bontà.
Io penso, alla luce di quanto hai linkato e detto anche, che potremmo distinguere due tipi di open source. Uno veramente simbiotico, che aiuta il free software e uno più parassitico, che sfrutta più di quanto aiuta, se aiuta.
Esempio del primo caso: Apache. Il progetto è potente e la versione ‘normale’ è già così buona, che rende poco conveniente mantenere e cercare di vendere un fork closed. Sebbene ci siano versioni di Apache chiuse (es IBM httpd), le caratteristiche notevoli finiscono facilmente nella versione open e lo sviluppo non è danneggiato dagli egoismi. Però si tratta di casi particolari e infatti non ci sono tanti soldi da fare nel mercato dei web server. Il valore per le aziende è nel sito, non nel webserver. Quello è solo un costo che può essere “consorziato”, se mi passi il termine.
Il secondo tipo è l’open più parassitico, quello che fondamentalmente viene venduto chiuso in un modo o nell’altro, tramite licenze permissive o doppie licenze (alcuni lo chiamano open core). Io ci voglio anche includere a pieno titolo il SaaS, software as a service, dove il programma è magari GPL, ma poi viene sempre usato dagli utenti via rete, quindi non c’è l’obbligo di redistribuzione.
Il confine tra le due tipologie non è netto e sono pochi i progetti Open totalmente “parassitici”. Ci sono anche poi dei casi a sè, che cadono a metà
– il “trusted” computing, es TIVO, dove il codice è GPL, ma di fatto ti viene crittograficamente impedito di modificare il software senza modificare e/o riprogettare l’hardware,
– il software brevettato, dove hai il software e lo puoi cambiare, ma tutta chiunque entri nella comunità deve pagare i detentori dei brevetti che lo coprono o rischiare cause legali.
Nella lezione che tenevo di un corso su GNU/linux, avevo una slide intitolata “GPL, scomoda regola di sopravvivenza”. In quella spiegavo come a livello di singolo l’incentivo è ricercare un vantaggio competitivo, cioè un vantaggio che gli altri non possono facilmente copiare. Quindi la tentazione è di chiudere in qualche modo. Solo che questo, pur avvantaggiando il singolo venditore, danneggia la collaborazione e quindi distrugge di fatto i vantaggi dell’open source, inteso proprio come modo di produrre software.
Tra parentesi, quì ci vedi benissimo quando dici che l’open source è un modo di produrre software. La slide che spiegava questo era intitolata “Open Source: il Free Software visto da chi sviluppa”, proprio a dire che se non sei un developer non ti ci devi neanche sciaquare la bocca con il termine Open Source, perchè tanto te il codice non lo tocchi. :-)
Se uno analizza la GPL da questo punto di vista, vede che è un gran bel lavoro. Le quattro libertà fondamentali sono proprio il minimo insieme che garantisce sia i vantaggi per gli utenti, sia i vantaggi per lo sviluppo.
Tuttavia dalla prima stesura, sono stati scoperte delle furberie per alterare di fatto una o più di queste clausole fondamentali e gli aggiornamenti della GPL hanno esattemento chiuso queste scappatoie. La GPL versione 3, variante AFFERO, protegge da brevetti, trusted computing e SaaS, ad esempio.
Solo l’open core e la doppia licenza rimangono ancora affidati alla sensibilità degli sviluppatori. Per queste cose infatti bisogna che ogni contributore FIRMI una cessione di copyright.
L’unica dubbio che mi rimane è il caso nvidia. E’ stato tollerato troppo, creando di fatto un nuovo tipo di scappatoia, che dovrebbe essere possibile solo nei programmi LGPL e non in quelli GPL. Di fatto il driver nvidia linka, anche se indirettamente, codice proprietario a codice GPL.
Spero, ma non ho capito, che la GPLv3 risolva anche questa. Sarei felice se qualcuno mi illuminanasse al riguardo.
Questa è la summa del mio ragionamento e ho speso volentieri il tempo per scriverlo, visto che credo tu (ed altri?) lo possa seguire adeguatamente.
Mi fa anche piacere che estendi il ragionamento fino a riflettere sul ‘nostro’ sistema capitalistico. Quì il discorso diventerebbe troppo lungo, ma la parola chiave che fa chiarezza è secondo me questa: “scarsità”. Il capitalismo non è progettato e non funziona su beni non scarsi (e molto altro…). Un bene scarso è presente in quantità finita e la sua commercializzazione sul libero mercato in teoria dovrebbe portare alla sua allocazione ottimale.
Il software già scritto non è un bene scarso e la sua commercializzazione non massimizza il beneficio per la società. Questo si potrebbe dimostrare matematicamente. Dire questo non vuol dire essere comunisti, vuol dire non essere lobotomizzati.
Per funzionare nel capitalismo si è inventata la scarsità artificiale, tramite brevetti e copyright.
Il lavoro degli sviluppatori invece è un bene scarso di per sè e quì nasce l’inghippo. Io non ho ancora visto una conciliazione ed la prendo come ennesima conferma che il capitalismo ha dei grossi problemi. Ma per quello (anche se bisognerebbe parlarne di fronte ad una birra) ti rimando a guardare la serie di film Zeitgeist, sia i primi due e poi anche il terzo che esce a breve, di cui so già qualcosina perchè ho contribuito a tradurne dei pezzetti.
Ciao
PS: anche questo credo ti interessi: http://ebb.org/bkuhn/blog/2009/10/16/open-core-shareware.html
I siti/blog su Windows stanno diventando siti/blog su Xbox.
Con affetto <3
Il Corriere.it sta diventando un blog su Belen :)))
Si parla di quel che c’è da parlare!
Su android ci sono 200.000 applicazioni (ok, il 90% cagate)e tantissime di queste sono estremamente recenti, Ubuntu software center a confronto ha quasi 35.000 pacchetti.
Gnome, KDE, Meego ecc negli ultimi 6 mesi ci hanno dato ben pochi argomenti interessanti, si salvano solo i progetti di Seif, le info su Unity e qualcosa di gnome-shell (che però ha ritmi davvero troppo lenti per mantenere caldo l’interesse!)
vorrei aggiungere una cosa: mi spiegate perchè meego ci tiene così fuori dallo sviluppo? Dai ma fateci vedere i miglioramenti, siamo dei rosiconi così! Postano sul blog qualcosa ogni 2 mesi, mentre altri developers mettono news settimanali.
Meego fa tutto nel massimo segreto, ma fateci vedere qualcosa suvvia!
io vorrei tanto che questo andasse in porto http://wiki.meego.com/Proposal_for_a_Debian_Packaging_working_group
35.000 pacchetti di software libero contro… quanti di quelli sono proprietari? Poi, non so te, ma si parla molto anche di cose tecniche. Ci sono discussioni tutt’ora aperte sui vantaggi di rimuovere il BKL, sulla patch da 200 righe allo scheduler. Su Phoronix in questi giorni si è parlato dei nuovi driver open firmati ATi, dei driver morti di VIA, del confronto tra driver open e driver closed. Per non parlare poi di Wayland vs X.Org (e il primo ha veramente qualche cosa che X.Org o non può avere o potrebbe avere solo con qualche hack poco pulito)… Il nuovo tema Elementary borderless (e i seguenti 20.000 temi borderless per GNOME), invece, non è esattamente tra i miei argomenti preferiti :P
Il mio optimus One non è piccolo, è Grande! :p
Pingback:Tweets that mention Android porta una ventata di aria nuova al CES | pollycoke :) -- Topsy.com
Al di la di tutto, ricordo qualche anno fa in cui si profilavano all’orizzonte diversi sistemi linux mobili, chi si ricorda openmoko?, poi moblin, maemo, e qualche altro, e non si sapeva ancora e quale si sarebbe affermato, anche se, considerando le forze in campo, c`erano pochi dubbi che fosse google android. Magari non sarà il sistema più libero tra quelli elencati, ma almeno finalmente c’è un sistema mobile libero con una vasta base di installato che da filo da torcere agli altri sistemi proprietari. Peccato per meego, in perenne ritardo, chissà che ormai non sia troppo tardi, sicuramente era più libero di android e più aderente agli standard di una comune distribuzione linux…
MeeGo è 100% GNU/Linux. Android non è neanche 100% Linux. Il primo dovrebbe essere totalmente libero*, il secondo non lo è. Il riassunto è questo, poi ognuno può fare le sue considerazioni e le sue scelte.
*Sto attendendo un terminale per esserne certo :)
Purtroppo la situazione di Nokia è sempre meno chiara.
Io ci spero ancora ma i tempi sono ormai stretti…
Peccato.
il CES 2011 sarebbe stato un momento giusto per farci vedere qualcosa, pazienza.
Ma l’avete visti gli Asus presentati con android? Un design spettacolare!
bello quello con la tastiera a scomparsa!
seondo me android ha avto successo perchè:
– creato e appoggiato da google (no aziendine che possono fallire domani)
-buona dose di coerenza nell’ui e gestione dei programmi (like apple, aka idiot-proof si intende)
se non altro questa caterva di terminali linux-based può portare a tutti gli hacker dei vantaggi innegabili in termini di studiabilità e possibilità, oltre che presumo io, una buona base di scelta hardware con driver open penso, altrimenti molte cose non funzionerebbero bene bene
secondo me è grande perchè:
1) accendi il nuovo smartphone
2) inserisci il tuo account gmail
3) scopri di avere la rubrica già caricata, il calendario sincronizzato e ti arriva la posta in tempo reale…
scopri che puoi fare praticamente tutto quello che fai con iphone pagando il terminale la metà.. ecco tutto.
Ha cavalcato la voglia di smartphone causata dalla moda di iphone ma senza svenare la gente e concedendo la scelta tra diverse gamme, marche e modelli
Felipe Nostradamus!
E di Bada OS che mi dite?
L’ho provato per un po’ su un Samsung Wave e, onestamente, in termini di fluidità d’uso è migliore di qualsiasi Android mi sia capitato fra le mani.
Come responsività si attesta ai livelli di un iPhone 3GS, per capirci, e sembra non soffrire di tentennamenti anche quando diverse applicazioni rimangono in background, come accade con Android che dopo una giornata d’uso accusa una fastidiosa pesantezza.
Anche l’organizzazione del sistema non è male, ma non aggiunge molto a quello che già fanno iOS e il sistema di Google.
Dal punto di vista delle prestazioni nelle applicazioni, soprattutto con quelle OpenGL, le performance mi sembrano migliori rispetto all’androide.
Nel complesso mi ha fatto un’ottima impressione, resta da verificare il suo grado di penetrazione fra gli utenti e il supporto a medio/lungo termine.
C’è da dire, anche, un altra cosa. I produttori non devo preoccuparsi dell’OS , a quello ci pensa Google, al piu a rovinarne l’interfaccia grafica(…), quindi grande risparmio di risorse e spazio alle scelte HW e stilistiche. Tutto a vantaggio dell’utente finale.
Certo è scenografico, Android 3.
Chissà se sarà pure usabile fra quelle transizioni e dissolvenze…
Una delle “attività” sembra riprendere alcuni spunti d’interfaccia già visti in plasma netbook.
se ci metteranno il bwoser chrome con tutte le tab ecco che avranno fatto un interessante so: android chrome os
:)
Sarebbe bello se questa pluralità contagiasse anche dispositivi di dimensioni maggiori quali ad esempio i notebook… ma finquando esisteranno i formati proprietari quali .doc, dwg ecc. questa rivoluzione non sarà mai possibile.
cmq in realtà si sono espansi i display ma la cornice é rimasta più o meno la stessa, l’unico che l’ha ridotto significativamente é l’htc hd che é un 4,3″ ma é grande quanto un 4…davvero un bel terminale
anche gli altri sono belli e si sta molto lavorando sulla qualità del display andando a lavorare sulla tecnologia più che sulla mera risoluzione (sony, lg e samsung…e chi sennò?), fra un anno avremo i cell 3d a sto punto
Vero, cmq mi riferisco anche/soprattutto al rapporto tra superficie totale del terminale e superficie del display
direi un 90% schermo ora come ora no?
io dico che il desire hd arriva all’85%, sicuramente l’80% ed é lodevole che abbiano agito in questo senso perché oggettivamente a afre un telefono che ha solo lo schermo più grande credo ci vogliano pochi studi…é come se uno facesse un lettore multimediale generico e poi un tablet con le stesse caratteristiche ma con solo lo schermo più grande e lo spacciasse per qualcosa di rivoluzionario…sarebbe una presa in giro…
speriamo che questa nuova aria, di quest’anno …sia respirabile xD
Non riesco a capire come si faccia a criticare Android… E’ l’unico O.S. semi “aperto” che riesce a competere con iOS e quello di RIM. Windows 7? per ora ha una fetta di mercato troppo piccola. Android per certi versi ha copiato un pò iOS ma ha ancora molto da dare…e saranno proprio le case produttrici di hardware a far crescere Android. Dovranno competere con i vari iphone e blackberry. Sony uscirà con il playstation phone… Nvidia aprirà un market di giochi per android. Lg sarà la prima azienda a commercializzare un phone con cpu dual core. Samsung ha venduto 10 milioni di Galaxy S e continuerà a produrre cell android. I vari moblin, maemo hanno fallito. Il nuovo meego penso lo adotti solo nokia… e avete visto che fine ha fatto? -40% nelle vendite. a mio avviso dovrebbe abbandonare Symbian e concentrarsi su Android.
Ora come ora il mercato è RIM DEVICES – APPLE DEVICES – ADROID DEVICES. Scegliete voi.
io tifo Android.
Android 3.0 a mio avviso è molto bello. Oggi giorno si deve creare interfaccie accattivanti graficamente e molto intuitive. Apple lo fa ed ha successo. Google sembra aver capito come fare. Microsoft è lontana anni luce. E questo discorso si potrebbe fare anche nei SO per pc. Spero che venga il giorno di SO (chrome) Google.
le critiche sono dovute….
i produttori stanno sfruttando anni di lavoro opensource
nessuno dice che non possono farlo, ma devono rispettare le licenze GNU..
se blindano l’hardware non va bene affatto.
zitto! … e blinda il bootloader ahahahah :D
Tutto è criticabile, l’acriticità è solo un male. Detto questo, il motivo l’hai detto tu: è semi-open e viene spacciato per open o per Linux.
I vari Moblin o Maemo non hanno fallito, è una lettura del tutto falsata. Moblin e Maemo sono stati esperimenti e hanno avuto successo in relazione all’importanza che gli è stata data. MeeGo è un progetto della Linux Foundation in collaborazione con Nokia e Intel, si sta già diffondendo su auto di lusso ed è progettato per una miriade di dispositivi, non solo per il mobile. Il vantaggio sta nella compatibilità con tutto il software esistente per Linux in grado di girare su ARM. Se altri produttori l’adotteranno o meno staremo a vedere. (Nota: -40% sul mercato smartphone, Nokia continua a vendere Symbian come sempre).
su una copertina di un libro del video….
FLYNN LIVES! :D
Scusate l’up,ma questa discusione ha suscitato in me forte interesse.Ho un htc hd 2 con android 2.3 (lo sto seguendo da quando è iniziato il progetto) e devo dire che open o non open,siamo davanti ad un eccellenza nel campo degli OS mobili; il suo punto forte secondo me è il supporto da parte degli sviluppatori e non sto parlando di inventori di giochini scrausi ,ma, di veri e propri coders in grado di portare un sistema operativo ad un livello di personalizzazione ,di duttilità e di ampiezza d’uso tali,da farsi apprezzare indipententemente dal supporto su cui è installato e mettendolo a confronto con gli altri OS ,difficilmente riesco a vedere qualcosa di meglio se non singole applicazioni.Unico possibile avversario potrebbe essere Meego,la sua vocazione alla semplicità e la forte componente Linux potrebbero farlo diventare uno dei sistemi operativi mobili più potenti (soprattutto sul versante grafico) e versatili.
Ahrgh! Non farti fregare felipe: lascia perdere i Motorola. Negli USA forse Motorola è una scelta possibile, del resto si dimostra abbastanza dinamica, concorrenziale e distribuisce telefoni dall’indubbia qualità costruttiva. In Europa la questione è assai diversa, e lo dico da possessore pentito di un Motorola Milestone (AKA Droid).
Motorola Europe non è che uno spin-off della casa madre americana. I terminali venduti alle nostre latitudini non sono gli stessi che sono distribuiti nella terra dei cercatori d’oro. Da noi vige il principio “l’importante è vendere terminali” e quindi non c’è la benché minima attenzione all’esperienza d’uso post-acquisto di un utente. Il Milestone ad esempio, che nella sua versione americana ha ricevuto froyo tra luglio ed agosto, in Europa non ha ancora ottenuto un aggiornamento ufficiale e questo perchè motorola vuole lanciare un modello nuovo e teme concorrenza in casa propria. Ergo: chi come me ha comprato un milestone ad Aprile, si ritrova a meno di un anno dal suo acquisto con zero possibilità di aggiornare il proprio telefono. Non bisogna neanche dimenticare che Motorola (solo in Europa ed Asia) ha predisposto un bootloader crittografato che a tuttoggi non consente l’installazione di rom “cucinate”. Quindi non buttate via i soldi per Motorola. In europa fanno un lavoro pessimo e per questo meritano di morire :D.
Su android ecco i miei 5 cents: per me siamo giunti ad un paradosso. Android è così libero che sta diventando anarchia. Senza un copyleft nella sua licenza d’uso lo scettro del potere è riconsegnato nelle mani del più forte, ovvero i produttori di hardware che hanno tutta la facoltà di imbavagliare e imprigionare i propri utenti, proprio come fa Motorola, crittografando il bootloader. Insomma, il sistema Open Source è solo utile per una questione pratica di chi sviluppa il software, ma poi tutti i diritti sono negati agli utenti che rischiano di essere più succubi nel mercato android che non in un convenzionale mercato proprietario (leggi iPhone).
Se oggi compro un iPhone ad esempio ho la quasi certa garanzia di poter ottenere aggiornamenti dell’OS per almeno 2 anni. Con android, salvo che per i device Google Experience (Nexus One e Nexus S) sono nelle mani dei produttori…. e come abbiamo visto non è che siano tutti affidabili. Per ora mi pare che solo HTC aggiorni con una certa regolarità tutti i dispositivi… Dobbiamo smetterla di sostenere in maniera acritica android perchè è un cugino di Linux. Per quello che vale WebOS e Meego sono imho molto più interessanti.