Se mi seguite su Twitter (-> post), Friendfeed (-> post) o siete semplicemente iscritti alla sempre più spettacolare SocialBox (-> post), avete saputo in anteprima che qualcosa di misterioso stava per arrivarmi dalla Puglia… Bene, a questo punto è chiaro a tutti in cosa consistesse il mistero e adesso che ce l’ho qui sulla scrivania del mio studio già da qualche giorno, posso mostrarvelo in tutto il suo splendore e possiamo pregustare il modo in cui questa piccola novità ci terrà compagnia :)
Garlach44 e me
Di recente, il team di Garlach44 mi ha contattato per dirmi che avrebbero avuto piacere di spedirmi una delle loro macchine per avere il feedback mio e della comunità su quel che ne penso, sia a livello hardware che software.
Conoscevo Garlach44 solo di fama e non avevo mai avuto l’occasione di mettere le mani su qualche loro prodotto, anche se quel che avevo letto sul sito mi era sembrato degno di interesse e fiducia, come già scritto nell’articolo linkato in apertura, per cui sono stato contento di approfondire. Dopo il primo contatto sono seguiti un breve scambio di email e qualche chiacchierata telefonica tra me e Florian, il tutto incentrato principalmente sulla proposta in questione, ma molto sulla umana curiosità e il piacere di conoscersi1, e insomma ho capito che le impressioni che avevo avuto erano giuste.
Nel giro di pochi giorni, il tutto si è concretizzato in un un laptop con una configurazione hardware generosa e dall’estetica decisamente accattivante: un Galway 15.6″ PRO. Seguendo il link trovate tutte le specifiche, l’esemplare che ho io è un po’ più pompato2.
L’unboxing
In cui felipe si diverte a lacerare sexy lingerie nera per scoprire le morbide forme del contenuto (story of my life):
Non so se le foto gli rendano giustizia, direi che il Galway è risultato un onesto compromesso tra comodità e design. Non stiamo parlando di dimensione artistica pura o design assoluto, ma del resto si tratta di un computer e mi piace che abbia un bell’aspetto solido e robusto, e soprattutto che abbia tutte le funzionalità e le porte che servono… me ne faccio poco di un pezzo di arte moderna se poi non posso connetterlo a nulla.
Intendiamoci, non ha un aspetto sgradevole, anzi. Il primo riscontro di successo con il pubblico l’ho già avuto lunedì sera al mio corso: appena hanno visto che riattivavo il Galway dalla sospensione per tenere la lezione, gli alunni più tecnologici hanno tirato fuori i loro smartphone (interpretazione digitale di una delle reazioni più primordiali in natura) e alcuni si sono avvicinati e mi hanno chiesto incuriositi che portatile fosse.
E poi vabbè, nemmeno a farlo a farlo apposta: è dello stesso colore del mio Nexus One!
Galway 15,6″ PRO e pollycoke :)
Come forse ricorderete, ho fatto fuori il mio precedente portatile in maniera piuttosto cruenta. Beh oddio, se vogliamo ho nobilitato la sua fine in maniera quasi artistica: è deceduto con onore mentre gli installavo le Qt sulla copia di Haiku con cui stavo sperimentando… (cfr “Recensione di Haiku R1 Alpha 2“). Oltre a quello e ad altri desktop che però per vari motivi non uso più e ho sparso per il mondo, possiedo un Mac Mini che ha sì il dual boot con Ubuntu (cfr l’articolo “Ubuntu sul Mac Mini, in scioltezza” e la guida “Installare Linux sul Mac Mini“), ma che utilizzando per lavoro non posso sventrare più di tanto. Bene, adesso che ho la possibilità di sfruttare nuovo hardware molto più solido e potente, mi prudono le mani per la voglia di aggiornare subito a Natty e provare Unity! ;)
Questa era la notizia, aspettatevi nei prossimi giorni una approfondita recensione tecnica, per nulla scontata, di come si comporta il Galway con Ubuntu.