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Usare Android come una qualsiasi distribuzione Linux

Di recente ho pubblicato la panoramica “Android visto da un pinguino curioso“, per descrivere molte delle prime reazioni avute nelle prime settimane di utilizzo del mio Nexus One ma evitando di scendere troppo nei dettagli, principalmente perché non ho ancora una grande sicurezza riguardo al funzionamento di Android, e poi perché quella voleva essere appunto una panoramica.
Oggi invece mi riservo il piacere di addentrarmi in qualche considerazione più tecnica e approfondita, sempre seguendo le vie percorse per assecondare le mie curiosità personali e in qualche modo tutte mirate a soddisfare due domande che mi ero posto nella panoramica: “Posso usarla come una distro Linux?“, “Posso ottenere un Android senza Google?“. La risposta a entrambe è sì, e vi sorprenderete di quanto sia facile!

Android, sistema operativo o distribuzione?

Al solito, è bene mettersi d’accordo su cosa significhi cosa. Prima di tutto, sgombriamo il campo dall’idiozia ormai ventennale della forzata e artificiale distinzione tra sistema operativo e distribuzione Linux: ogni distribuzione Linux è un sistema operativo. Il termine “distribuzione” non è altro che un residuo dei tempi remoti in cui la rete non era diffusa in maniera così capillare come oggi, ed era dunque prassi comune distribuire software su supporti di varia natura. Vi voglio fare commuovere: Walnut Creek.
Come secondo punto, togliendo di mezzo ogni traccia di implicazione politico/religiosa, potremmo semplificare dicendo che Android è una distribuzione Linux, così come Ubuntu è una distribuzione GNU/Linux1. Andando nello specifico però, le differenze tra Android e una qualsiasi distribuzione sono tante. In primo luogo in Android manca appunto lo strato GNU, cosa che comunque non influisce in modo apparente sull’uso quotidiano da parte dell’utente comune; poi manca l’intero sistema grafico che troviamo su tutte le distribuzioni Linux, ossia X11 e allargandoci un po’ anche i toolkit grafici come Qt e GTK+2.
Android dunque è un sistema operativo basato su Linux, proprio come Ubuntu. Chiamarlo distribuzione non sarebbe fondamentalmente scorretto, ma ormai è tradizione che con quella denominazione s’intenda normalmente un sistema che ha determinate caratteristiche elencate più sopra, e che potremmo più o meno identificare con i requisiti della Linux Standard Base. Semmai Android ha più affinità con le distribuzioni Linux embedded, che in maniera comune a molte mini-distribuzioni fa uso di busybox al posto delle utilità GNU, e non ricorrono a X11 o altre librerie che noi siamo abituati a considerare standard.
Definizioni a parte, resta il fatto che ogni utente Linux un po’ avventuroso, troverà Android un sistema abbastanza familiare da volerlo sfruttare al meglio delle sue potenzialità.

Ok allora siamo più o meno a casa… Si può vandalizzare?

Risposta breve: sì. Risposta meno breve: sì, a patto che abbiate fatto la scelta giusta al momento dell’acquisto.
Il problema è che i produttori di dispositivi Android fanno di tutto per nascondere gli strumenti a disposizione degli utenti. Il sistema è accessibile in sola lettura, non c’è un terminale preinstallato, l’utenza root non è disponibile e il bootloader non è sempre sbloccabile e accetta di avviare esclusivamente kernel “firmati” dal produttore del dispositivo. Certo, ognuna di queste protezioni può essere più o meno facilmente aggirata, quanto facilmente dipende dal singolo modello, per questo motivo il mio consiglio a chiunque voglia sperimentare con il proprio Android è di informarsi *prima* sul supporto della comunità.
I dispositivi più aperti sono quelli proposti da Google: il Nexus One, una volta sbloccato il bootloader e persa la garanzia, si concede completamente a chi ne sa fare uso; il Nexus S ha addirittura un comando per ri-bloccare il bootloader, in modo da avere un telefono ripristinabile allo stato iniziale senza perdita di diritto all’assistenza. Prossimamente avremo anche un “Nexus Tab” che sarà verosimilmente altrettanto aperto. Gli HTC sono altri terminali generalmente molto ben supportati, c’è un interesse sempre crescente per gli LG (azienda che forse produrrà il vociferato Nexus Tab), mentre attualmente bisogna stare lontani dai Motorola, anche se ultimamente rilasciano dichiarazioni di futura apertura ed è notizia recente lo sblocco, da parte della comunità, di una famiglia di bootloader3 <- notizia smentita, come mi si fa notare tra i commenti.
Una volta chiarita questa condizione discriminante, provo a elencare qualche scenario concreto.

Note all'articolo

  1. Mi raccomando usate il prefisso e proteggetevi la giugulare :D []
  2. Come mi si ricorda, in realtà esiste un port delle Qt ad Android, ma sembra piuttosto immaturo e mancano le applicazioni []
  3. Mi gioco la testa di GNAM che è stata la stessa Motorola a far circolare la chiave di sblocco. []

49 commenti

  1. Genn_X2

    Allora, premetto che in linux mi so muovere ma non sono certamente un grande conoscitore del pinguino, utilizzo ubuntu giornalmente e non utilizzo molto il terminale,riesco a fare tutto via interfaccia grafica, non fucilatemi per questo :D
    Volevo farti notare che le app in /system sono le app di sistema, non è che ogni app che installi faccia una copia in /system/app. Li dentro troverai solo quelle installate al momento del flash della rom, qualsiasi cosa installata dopo viene messa in /data/app, la “partizione utente”. Nello stesso modo i dati utente vengono memorizzati in /data/data. Dovevo dire anche un’altra cosa ma al momento mi sfugge…. casomai ritorno domani :D

  2. baxeico

    Boh, io non sono per niente entusiasta di questo Android. Concetti tipo “sbloccare il bootloader”, “reverse engineering”, “chiusura dei codici sorgenti fino a data da destinarsi” a me non sembrano per nulla vicini ad un sistema libero.
    E’ vero: c’è sopra Linux, ma anche lì pare che Google stia andando un po’ per la sua strada (vedi http://arst.ch/opw).
    Ero un gradissimo fan di Nokia fino al funesto 11 febbraio. Ho comprato un N900 felice di poter fare “sudo gainroot” senza tanti cazzi.
    Ora dentro di me spero ancora in una distribuzione per smartphone veramente aperta e vendor neutrale, che sia davvero sviluppata in modo aperto e dove l’utente sia al centro e padrone di fare quello che vuole con il device che ha acquistato e col SUO sistema operativo.
    Sul desktop ci siamo arrivati, con fatica, ma ci siamo arrivati. Spero che sui telefoni si arrivi ad avere qualcosa di analogo. Sinceramente non credo che Android contribuirà alla realizzazione del mio sogno se Google continua ad andare per la sua strada come sta facendo in modo sempre più spinto.
    D’altra parte meglio Android che IPhone o Windows Phone 7, ma credo che come amanti del software libero possiamo sperare in qualcosa di meglio.

    • Pix

      Non sono d’accordo; il fatto di “sbloccare il bootloader”, ad esempio, è più un passaggio formale che altro. L’idea è: “io ti do’ un sistema operativo che funziona e se hai problemi ti do’ assistenza; sei liberissimo di sbloccarlo, ma se ti cancelli l’applicazione per fare le telefonate, poi non puoi venire a protestare con me”.
      Per quello che riguarda la “chiusura sino a data di destinarsi”, invece, la soluzione google viene incontro agli utenti. Gli operatori e i produttori hanno il vizio di andare a ravanare nei meandri del SO rendendo di fatto gli aggiornamenti del SO dipendenti dalle voglie dei produttori.
      Google ha detto semplicemente: “se volete il codice in anteprima MENTRE CI STO ANCORA LAVORANDO mi garantite che i vostri interventi si limiteranno al livello applicativo; se volete maltrattare anche il resto del sistema operativo, aspettate come gli altri”.

      • baxeico

        Riscrivo quello che Google ha detto semplicemente: “il codice è mio, decido io chi lo potrà avere, quando lo potrà avere e cosa ci potrà fare”.
        Sacrosanto per una qualunque azienda che mira a fare profitto, ma distante secondo me dal concetto di free software, tutto qua.

    • Dass

      il kernel linux ufficiale è ZEPPO di driver reverse engineered.
      e lo scrivono anche ben chiaro nell’help del menuconfig.

  3. hp webos

    Che poi c’è una intera linea di telefonini aperti su cui puoi pure ricompilare il kernel, linux: hp/palm webos. Non vedo quindi perchè affannarsi per “invalidare la garanzia” quando sul webos il terminale c’è, libero e non invalida un bel niente!

      • Neff

        Adoro webos… promette davvero bene!! Per ora secondo me è l’unica vera alternativa a iOS, come qualità ed eleganza. Spero che HP si muova a distribuirlo anche in Europa! Android non è male ma è generalmente poco rifinito e, come hai ben espresso in quest’articolo, tende pericolosamente all’entropia, tantopiù che senza vincoli mette nelle mani dei costruttori un potere che alcuni di questi proprio non si meritano. Hai parlato di Motorola? Ecco, appunto! Per troppi produttori Android è un modo per sfruttare il lavoro di una comunità per poi chiuderlo e soggiogare l’utente. A me questa logica proprio non piace.

  4. l3golas

    Non ho ben capito qual è il problema per quanto riguarda la frammentazione di Android.
    E’ vero che ci sono diverse versioni di Android, che ogni produttore “personalizza” la propria rom aggiungendo o eliminando componenti, interfacce, driver, ecc. ecc., però la vedo una situazione diversa rispetto alle distribuzioni GNU/Linux. Su quest’ultimo la frammentazione si traduce nel fatto che spesso, mentre gli utenti Windows e Mac hanno un eseguibile per installare un’applicazione, l’utente GNU/Linux deve andare a compilarla oppure installare il pacchetto .deb o .rpm a seconda della propria distribuzione, a volte mancano dipendenze che in alcuni casi bisogna installare manualmente, ecc. ecc. Su Android si arriva a tanto? Non mi sembra… Cioè, voglio dire, chi sviluppa applicazioni per Android deve andare a preoccuparsi (a parte la versione di Android, ad esempio 1.6 o 2.2) anche di altre cose?

    • CPaolo1979

      La risposta precisa è: dipende. In verità visto che di solito si sviluppa in Java e che l’installer è sempre un .apk ci sarebbe ben poco di cui preoccuparsi. Ma bisogna prevedere varie situazioni come la presenza o meno di HW (c’è il GPS? c’è il Wi-Fi? C’è il telefono? – su un tablet non c’è), le dimensioni e la risoluzione dello schermo; in più c’è anche la possibilità di sviluppare non in Java, e qui si perde in generalità (per es. Flash e Firefox 4 non esistono per il processore del mio telefono). Ti renderai conto che le mie obiezioni sono forti soprattutto per chi decide di sviluppare giochi; mentre i problemi di incompatibilità HW sono facilmente superabili (nel tuo manifest dichiari cosa serve alla tua apk).

  5. Giuseppe

    Per quanto si può odiare gli imbonitori di casa Apple, non si può non ammettere che da Mountain View hanno scopiazzato abbastanza, IOS. Per quanto riguarda l’ecosistema, la frammentazione è sin troppo evidente, le applicazioni di ottima fattura sono molto poche rispetto alla “massa” di crapware presente, il google market è stato gestito male anzi malissimo e solo ora si sta tentando di ridefinire i criteri di gestione, per venire incontro alle esigenze degli sviluppatori. Per quando riguarda i Tablet… 24 mesi fa si parlava di una “massa” di terminali android pronti a fare a pezzi l’Ipad, il risultato è stato poca roba, il contendente più attendibile, il Samsung Galaxy Tab, è lontano dal contendere qualcosa.
    L’arrivo di Android 3 honeycomb dovrebbe finalmente “schiacciare” l’ipad, il motorola Xoom è il contendente più accreditato, ma l’illusione del dominio è durata pochi giorni l’Ipad2 è stato presentato con caratteristiche uguali o superiori allo XOOM e costa anche di meno, costringendo tutti i produttori a diminuire i prezzi pesantemente.
    Onestamente sto aspettando con ansia di vedere WebOS in azione, Hp con il Veer, Pre3 e TouchPad hanno dimostrato di avere ottimi prodotti: stabili, velocissimi e sopratutto originali, decisamente preferibili al miasma di Android.

    • CPaolo1979

      24 mesi fa si parlava di una “massa” di terminali android pronti a fare a pezzi l’Ipad
      Ma se l’iPad è uscito un anno fa: forse intendevi 12 mesi fa.
      Comunque sui tablet la vera differenza non è tanto “informatica”, quanto di prezzo: la Apple vende ad un prezzo molto basso l’iPad. Considerando il costo dell’iPhone quello dell’iPad è illogicamente basso.

    • Hyu

      Il problema è che il tablet in stile IPad è un oggetto del tutto inutile. Troppo grosso per essere un vero dispositivo portatile, troppo scomodo per essere un terminale per lavorare in giro, per giocare ci sono psp e ds, per leggere ci sono gli e-book. E’un oggetto da mettere in mostra, poco più che un accessorio alla moda. Se lo compri deve essere griffato Apple, altrimenti non puoi sentirti figo quando lo tiri fuori in metropolitana e ti contorci in posizione assurde per non combinarci nulla, o quando sei in parlamento e guardi la partita durante il dibattimento. E’ per questo che i concorrenti non trovano mercato.

  6. imayoda

    sono parzialmente d’accordo con la tesi di felipe sulla frammentazione: il problema vero sono gli sviluppatori che non sanno decidere verso quale versione scrivere/compilare.. la vedo troppo una scusa dire “ci sono 10% degli utenti che usano ancora 1.6 e io non posso rendere compatibile la mia app con quel OS, quindi mi lamento” –> balle
    Il vero problema che emergerà adesso sarà l’ulteriore frammentazione del parco hardware.. per citare un esempio, il recentissimo LG Optimus 2x (o dual) gira su 2.2 ancora, ma contiene hardware evoluto di Nvidia che rende compatibile anche l’utilizzo di motori grafici avanzati e la stessa Nvidia spinge su Gameloft per uscire con titoli esclusivi.. Poi ci saranno i tablet che aggiungono spazio che nessuno sfrutta a meno di pesanti modifiche ad app, sempre che non si voglia usare come un telefono gigante.
    Un preludio di questa diatriba avvenne un annetto fa con l’avvento di froyo e la tecnologia flash 10.1, che richiedeva (e richiede) hardware particolare.. nella giungla di device che si è formata (anche a causa di produttori che ridondano prodotti e fanno il salto con l’asta essenzialmente) l’utente e lo sviluppatore rischiano di non incontrarsi più :)

  7. Framp

    Da possessore di android, mi piacerebbe poter installare una vera distribuzione linux sul mio cellulare
    Peccato che la mancanza di strumenti all’altezza della apps di android, renda tutto questo solo un sogno.
    Per ora

  8. CPaolo1979

    Comunque non è vero che ci vuole il root per fare gli screenshot: se si è collegati via USB basta il DDMS (Dalvik Debug Monitor Server) dell’ADB.

  9. Emiliano

    Ho un HTC Hero comprato a maggio 2010, cyanogen 6.1 da novembre e ho trovato molto interessante questo articolo. L’avessi trovato prima! Bravo!

  10. Zlatanovich

    Bell’articolo! Concordo sull’orripilante frammentazione di Android, e spero che riescano a fare qualcosa in merito. Detto ciò però sono convinto che uno smartphone debba fare lo smartphone e poco importa se non posso fare “sudo xyz..”. Quindi molto probabilmente lo sbattimento per sbloccare il tutto lo eviterei(se lo smartphone fa quello che deve fare e lo fa pure bene..)
    Su un tablet invece lo PRETENDEREI lo sblocco e tutto il resto! Lì sarebbe fondamentale… E quando usciranno i primi VERI tablet Android(soprattutto un Nexus…) scommetto che ci sarà un fermento incredibile nella comunità e delle VERE distribuzioni libere.

  11. Tungsteno

    @felipe : quando dici che è difficile riconoscere un htc da un sony-ericsson entrambi con android è verissimo, troppa personalizzazione. Ma se ti può interessare le cose stanno cambiando per il meglio.
    Infatti il nuovo Sony Ericsson Xperia Arc, ha gingerbread e bootloader già sbloccati (prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi), ha ancora quei widget schifosi, ma è un bel passo avanti se ci pensi.

  12. Luca

    In realtà è possibile avere più sistemi operativi anche in piena concorrenza sullo stesso dispositivo.
    Per realizzare ciò è necessario effettuare il rebuild dell’os in modo da utilizzare un kernel che rispetta le necessità di android e un’altra distribuzione target (nel nostro caso è stata una moblin, ora meego). A questo punto, mediante KVM e una buona organizzazione del file system, è possibile avere 2 os che girano sullo stesso dispositivo. Come effettuare lo switch tra i 2? Abbiamo i terminali, no? Quindi scrivere una estensione dell’API offerta da Android in modo da poter creare dei “launcher” che eseguono 3 righe di codice c che permettono di fare lo switch tra terminali. A questo punto manca “solo” la comunicazione tra i 2 os, ma uno sviluppo serio permetterebbe di implementarlo su d-bus o simili.
    D’altro canto Android non si può permettere di frammentarsi ancora di più di come lo è ora. E’ per questo che le varie case produttrici tentano di chiudere le possibilità di effettuare homebrewing.
    Se escono applicazioni che girano solo su 2 terminali dei 100 a disposizione, in alcuni casi non abbiamo più esternalità di rete e Android finisce di fare la fine delle innumerevoli distro linux: ce ne sono milioni, ma non si riesce a conquistare quota di mercato.
    Luca

  13. jj

    @Felipe
    Per la prima volta mi trovo completamente d’ accordo con l’ intero tuo articolo, mi sarebbe piaciuto vedere anche un paragrafo dedicato alla sicurezza e qualche riflessione sull’ attendibilità di eventuali custom rom, perchè se sono vere le somiglianze che hai sottolineato tra distro linux e android è anche vero che ci sono delle sostanziali differenze soprattutto sull’ attendibilità del software custom che si va ad installare. Mentre su linux ci sono distribuzioni più o meno famose (ubuntu fedora suse ecc) che hanno una attendibile fama e quindi possiamo definirle fidate, su android questo non esiste e per quanto la comunità xda possa essere un buon strumento di verifica del software non può essere paragonato al lavoro fatto dalle varie distribuzioni linux ed al senso di sicurezza che queste possono darci, se a questo sommiamo il fatto che molte custom rom utilizzano software non open (miui) qualche fastidio installando custom rom lo si avverte :-).
    Inoltre il software utilizzato per personalizzare (e non solo) le rom è distribuito e mantenuto da molteplici persone ed in molteplici modi, al contrario su linux come ben sappiamo ci sono i repository certificati e sicuri oltre a canali meno usuali

    • Genn_X2

      @jj
      Concordo con te su molte cose ma non è vero che non si può essere sicuri delle varie custom rom. Le rom definite “modded” sono rom ufficialmente create dalle case per un determinato dispositivo che vengono modificate, soprattutto esteticamente (non sempre si possono avere sostanziali miglioramenti da una rom moddata) quindi quasi sempre la sicurezza è la stessa che ti può fornire una rom ufficiale. Che la MIUI avesse codice proprietario non lo sapevo, non l’ho mai usata e non voglio trasformare il mio android in un clone di iOS, ma la CyanogenMod è completamente opensource. Viene fornita come pacchetto precompilato pronto per il flash ma nessuno ti vieta di scaricarti il sorgente completo (di tutto il reparto software ed il kernel), di modificare le parti che desideri e di ricompilarlo per installarlo sul terminale (come ha fatto il team MIUI, sviluppano la loro rom partendo dai sorgenti della Cyanogen).

      • jj

        Adesso mi sfuggono le terminologie(modded, custom) giuste cmq non tutte le rom derivano da quelle ufficiali, alcune tipo la oxygen(per me una delle migliori) vengono compilate da sorgenti. Comunque il problema dal mio punto di vista non è tanto da dove abbiano origine le rom moddate ma bensi attraverso quali mani passano :-) ad esempio come un software piratato può partire sano e genuino dalla casa madre per arrivare opportunamente infettato da cracker nel tuo computer, lo stesso potrebbe accadere ad una rom.
        Ah, tutte le rom con UI come la sense touchwiz motoblur ecc hanno parte di software closed a monte

  14. evilripper

    Google si sta incasinando, per gli sviluppatori è difficile fare applicazioni che girano su tutte le varie versioni del suo OS che si sta frammentando decisamente troppo.
    Secondo me è giusto quello che sta facendo per far si che le applicazioni possano girare tranquillamente su tutti i dispositivi che utilizzano l’os ufficiale, tuttavia questa cosa va in contrasto con il motivo per cui sta avendo successo: apertura rispetto alla chiusura di apple. staremo a vedere che succederà.
    Comunque ottimo articolo ricco di informazioni utili… io ancora non so se comprare il nexus s, ma mi scoccia spendere tutti quei soldi per uno smartphone senza contare che qui in italia è in mano a vodafone! :-(

  15. theinfiltrated

    Completamente d’accordo con jj, chi ci assicura che queste rom cucinate non siano backdoor o similari? Io voglio una distribuzione totalmente open e mantenuta dalla comunità sul mio telefonino, come potrebbe essere una debian per ARM. E non credo di essere l’unico: se i produttori sfornassero un oggetto del genere conosco molte persone che si affretterebbero alquanto…

  16. floriano

    in fin dei conti se la frammentazione rende le varie applicazioni incompatibili con le varie versioni di android la colpa è comunque anche di google.
    che motivo c’è di cambiare sempre le api di sistema? secondo me se le cambiano troppo spesso significa solo che è stato progettato male.

  17. Pingback:Frattanto nella blogosfera « Ok, panico

  18. Paolo

    Openmoko, Openmoko, where art thou Openmoko?
    Bah, comunque, sempre meglio che iOS…
    Per intanto, mi tengo il mio Nokia Pleistocene e tanti cari saluti.

  19. di passaggio da un altro pc

    Tanto per dire…. appena uscì android, in italia erano pocherrimi i telefoni a disposizione. Uno dei primi era il Galaxy i7500. Prima di comprarlo tutti i miei colleghi microsoftiani e non, mi dicevano che era una merda (“guarda che bello il mio diamond”). Vado sulla rete, mi informo, vedo i primi brilluccichii di rom… L’ho preso, con una pessima versione 1.5. Pessima! Dopo circa 6 mesi, passo con un po’ di fatica alla 1.6 (e la fatica più grande è stata trovare la giusta versione di adb, maledettissimissima Samsung). Mooolto meglio. La batteria si attestava finalmente alle 7-8 ore, usandolo, e non subiva i continui crash. Dopo un altro anno, sono passato alla versione 2.1 Ora ho la batteria che mi dura almeno 18 ore (sempre usandolo, ripeto). E intanto i miei cari colleghi hanno cambiato almeno altri 2 cellulari. Al loro prossimo phone… io passerò alla 2.3, sempre che non riesca a metterci anche la 3.0 :) Alla faccia di chi mi diceva che era impossibile, e alla faccia del finto libero mercato! (david)

  20. maddom73

    Gran parte delle considerazioni del nostro buon felipe sono corrette. Vorrei però previsare che, nel caso del nexus 1, lo sblocco del bootloader non serve per ottenere i pernessi di root e neanche per liberare spazio visto che ls llllesistono script come Darktremor (la miui ce l’ha installato di degault

  21. enoch81

    Non ho fatto la scelta giusta ahimé.
    Motorola Defy mb525.
    Ma android non mi sembra così aperto come lo descrivete…

  22. Capaneo

    beh,effettivamente Android non sarà apertissimo….ma al momento rimane “il più aperto” visto che Meego rischia di morire nella culla….

  23. speedyx

    Questo articolo rappresenta la più bella notizia che potevo sperare di ricevere.
    Sto valutando di prendermi uno smartphone… Tardi? no. Lo prenderò … in autunno!
    A parte il mio conservatorismo e il mio amore per i notebook… Sono un po’ indeciso. Aspettavo un vero linux con MeeGo, ma ecco che il produttore dei miei sogni diventa il protagonista del mio peggiore incubo! (noKia)
    D’altra parte ammiro molto WebOs dalla prima ora e sembrano interessanti i modelli Hp per quest’anno.
    Riguardo ad Android, temevo di dover donare i miei dati e i miei files ai sempre più avidi server Google, ma questa bella recensione mi ha acceso un lampadario di speranza!!
    Grazie Felipe!

  24. sito

    Io ho preso tempo fa l’LG Optimus One e devo dife che mettendoci la recovery e poi una mod, per esempio ora ho la LOL 1.4.2 non mi posso lamentare anche se il fatto di spostare tutto sulla sd a volte da qualche noia, ma niente di grave.
    E me ne son accorto pure io della menata della personalizzazione, se uno non sa pensa che il cell è così e non si può cambiare, invece con gli schermi touch dei cellulari tutto quello che si vede nello schermo o quasi si può cambiare, è tutto software, se non ti piace una home ne metti un’altra, uno deve entrare nell’ottica che la tastiera non è più fisica, ma la si spuò cambiare a seconda delle esigenze.
    Per uno che alla fine si applica quel poco che basta per farlo come gli piace devo dire che questo android ti da parecchie possibilità anche per il fatto che c’è tanta gente che sforna software, insomma te lo sistemi come meglio credi.
    Poi vabbè, google può andare avanti anche come un treno a sviluppare versioni di android, ma i produttori freneranno sempre perchè non sono poi così a bituati agli aggiornamenti, sembra che ti facciano dei regali costosi, mentre per chi usa il pc la parola aggiornamento suona molto normale e spesso doverosa.
    Sarebbe bello se andando nel market o anche con un’applicazione separata ti spuntassero gli aggiornamenti di sistema come su ubuntu, allora si che sentirei di avere un mini pc al posto di uno smartphone.

  25. Pingback:Recensione della ROM Android MIUI 1.5.6 | pollycoke :)

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