Update: aggiunte le schermate di Contatti, SMS e Telefono
Se avete un device Android e leggete pollycoke o i tanti siti che trattano di Android con quel meraviglioso linguaggio meticcio italiano/nerdese, siete sicuramente stati tentati di flashare una nuova ROM al posto della stock. Io mi sono spinto ben oltre la tentazione, avendo provato praticamente tutte le ROM cucinate dalla comunità.
In “Android visto da un pinguino curioso” e “Usare Android come una qualsiasi distribuzione Linux” ho già accennato che le principali ROM attualmente disponibili per il mio Nexus One sono: CyanogenMod, MoDaCo e MIUI, tratteggiandone brevemente le caratteristiche. Delle tre, quella che attualmente attira maggiormente la mia attenzione, per le interessanti funzionalità che offre è MIUI. Sfortunatamente però ho anche scoperto che è l’unica delle tre a non essere open source.
Categoria: Recensioni
Uno degli aspetti centrali di questa Ubuntu 11.04 Natty Narwhal appena pubblicata è che questo aggiornamento ci ha salutati con una interfaccia tutta nuova, sorprendente e per certi versi spiazzante.
Proprio per il tentativo di differenziarsi così nettamente da tutte le altre, a mio avviso questa è la versione più ambiziosa di Ubuntu ad oggi (se la batte con l’indimenticata 4.10) e forse una delle più interessanti versioni di una distribuzione GNU/Linux mai rilasciata.
Se sarà all’altezza del suo compito lo decideranno solo gli utenti, nel frattempo possiamo vedere come sfruttarne al meglio le novità, accogliere i tanti spunti di discussione che ci offre, analizzarne i punti di forza e di debolezza e magari cercare di individuare le aree migliorabili. Che non mancano.
Oltre a Unity, la nuova interfaccia che tanto fa discutere (è quasi pronta una mia recensione dettagliata ), Ubuntu 11.04 introduce alcune piccole-grandi novità che caratterizzano non meno l’esperienza d’uso di tutti i giorni e che rientrano nel progetto del design team di Canonical di rendere Ubuntu un po’ più Ubuntu.
Si tratta anche qui di dettagli che non mancano di suscitare opinioni forti, come i due rappresentati nell’immagine qui accanto. Uno è da me accolto con fanfare festanti: il grip per ridimensionare le finestre. Dopo anni che ci alleniamo a fare i cecchini per riuscire a prendere quel fottuto pixel che dà inizio al ridimensionamento (specie con temi senza bordi), finalmente adesso abbiamo una comoda area sufficientemente ampia da essere individuata al primo colpo. Grande passo per l’umanità. Un’altra attesa e anticipata novità è rappresentata dalle scrollbar a scomparsa, la cui idea di fondo è buona, se non fosse che la realizzazione cozza con lo stile discreto di Unity e mi risulta scomoda. È di questo secondo aspetto che voglio discutere più a fondo, ecco nel dettaglio come disabilitare le nuove scrollbar e perché.
È passato quasi un mese dall’arrivo del nuovo giocattolo (cfr “Garlach44 Galway 15.6″ PRO, portatile Ubuntu per pollycoke :)“) e adesso che posso dichiarare gran parte delle mie curiosità soddisfatte, vi rendo partecipi delle mie impressioni sul Galway PRO.
Non sarà una recensione “canonica” del genere copia-incolla delle spec dal sito dal nuovo sito di Garlach44, quel tipo di recensioni sono forse più precise e ordinate ma francamente mi hanno stufato e immagino che siano venute a noia un po’ a tutti, invece vi racconto come ho gradualmente scoperto il laptop e i vari passaggi che ho effettuato per farlo mio.
Del resto non potrebbe essere altrimenti: la piacevole sensazione di avere un dialogo costruttivo, immediato e personale con l’azienda che fornisce il prodotto che utilizzi, non è paragonabile a nessuna esperienza finora avuta.
Di recente ho pubblicato la panoramica “Android visto da un pinguino curioso“, per descrivere molte delle prime reazioni avute nelle prime settimane di utilizzo del mio Nexus One ma evitando di scendere troppo nei dettagli, principalmente perché non ho ancora una grande sicurezza riguardo al funzionamento di Android, e poi perché quella voleva essere appunto una panoramica.
Oggi invece mi riservo il piacere di addentrarmi in qualche considerazione più tecnica e approfondita, sempre seguendo le vie percorse per assecondare le mie curiosità personali e in qualche modo tutte mirate a soddisfare due domande che mi ero posto nella panoramica: “Posso usarla come una distro Linux?“, “Posso ottenere un Android senza Google?“. La risposta a entrambe è sì, e vi sorprenderete di quanto sia facile!
Facendo due calcoli a partire dal tweet in cui ho dato notizia dell’acquisto, sono un utente di Android da circa tre settimane. In realtà qualche mese fa avevo già avuto una precedente esperienza con un Android da quattro soldi, ma è solo da quando possiedo un Nexus One che posso dire di aver dedicato meritate morbose attenzioni al sistema operativo mobile più cool del momento.
Durante questo periodo d’uso e di assoluto abuso, ho preso alcuni appunti che adesso voglio regalarvi. Lo avrei fatto anche prima, ma ho cercato di trattenermi dal rendere subito pubbliche le mie prime considerazioni per scongiurare la possibilità di scrivere giudizi avventati o le classiche castronerie del principiante, di quelle che poi procurano vergogna quando vengono rilette a distanza di tempo…
Devo dire però che, a distanza di circa venti giorni, confermo che le impressioni che ho avuto nel primo impatto restano valide. E questa, Signore e Signori, era la chiave di lettura della recensione.
Sono passati sei mesi dalla mia ultima recensione di KDE (cfr “Fotorecensione di KDE SC 4.4.2“) e per un progetto open source con la vitalità di KDE si tratta di un tempo veramente lungo.
In questi giorni ho finalmente avuto modo di provare la distribuzione “ufficiosamente ufficiale” di KDE, creata sulla base di openSUSE 11.3, dunque ne ho approfittato per scattare oltre 80 immagini e appuntare le mie note su distribuzione e desktop.
Vi sentite pronti per sapere quanti “ancora” conterrà stavolta il verdetto finale? Mi sa che avrete una sorpresa.
Gran parte delle infinite discussioni sulla gestione dei pacchetti si esaurisce nelle sterili guerre di religione tra i diversi sistemi antagonisti, ma le poche volte che si cerca di affrontare il discorso in maniera un po’ radicale viene fuori il dolorosissimo: “è perfetta così com’è“: negazione dell’intelletto umano e delle teorie evoluzionistiche tutte.
Per fortuna, anche dopo più di un decennio di utilizzo di “repository”, io non sono mai stato completamente assimilato e sono uno dei non molti veterani che riescono a porsi domande dalla prospettiva di un utente normale. Probabilmente perché tengo sempre presente che il funzionamento di Debian non è legato a leggi di natura e che invece dipende da scelte di design esposte alla fallacia umana e dunque perfettibili.
Come dicevo anche in “MacOSX visto da un pinguino curioso” e, la gestione tramite repository è comodissima per il software di sistema, dove mi auguro che resti sempre, ma mostra decisamente il fianco scoperto quando si tratta di applicazioni di terze parti. Appimage è – in ordine cronologico – l’ultima delle possibili soluzioni a questo problema.
Complimenti a Seif Lofty e Ammonkey (grazie nuovodna in SocialBox!). Micro-recensione: i filtri dovrebbero partire da dopo la sidebar, le spaziature sono acerbe, alcuni controlli troppo piccoli, altri troppo grandi… Ok, non è ancora perfetto dal punto di vista estetico ed ergonomico, ma tutti aspettiamo Zeitgeist + Nautilus. Forse con l’adozione da parte di Canonical, Nautilus Elementary potrebbe ambire ad uscire dallo status di giocattolino…
E trovarselo nella prossima Ubuntu non dispiacerebbe a nessuno!
Flavio Tordini sta sviluppando due applicazioni che sento spesso nominare e che viene facile (almeno a me) confondere: Minitunes e Minitube.
Oggi, dopo aver letto la segnalazione di Marco in SocialBox (abbonatevi al Feed RSS!), mi è venuta voglia di provare la prima. Si tratta di un lettore musicale, disponibile per Mac e per Linux, del genere “semplice ma non troppo”. Il progetto è in stato di anteprima dimostrativa, dunque non ne date per scontata la stabilità e/o non affidategli in pasto le vostre preziose collezioni musicali.
Recitata la classica liberatoria devo però dire di non aver avuto alcun problema e di aver approfittato di quella che doveva essere una prova veloce, per fare una recensione preliminare. Ecco cosa fare per installare Minitunes, e anche le mie opinioni a riguardo.