I princìpi di open source e open science stanno svolgendo un ruolo chiave nella lotta al COVID-19, la pandemia più trendy del momento.
Questo è un argomento serio: unisce una delle tragedie del nostro tempo a ripercussioni etiche, economiche e sociali e suggerisce profonde riflessioni. Nonostante io per indole naturale cerchi sempre di sdrammatizzare tutto, ho difficoltà a parlarne in maniera leggera.
Arrivo al lavoro, passo dal magazzino per salutare i ragazzi, chiedo se ci sono “any dramas”, mi assicurano che tutto è sotto controllo e do un paio di indicazioni per la giornata.
Lascio intuire che sarò molto indaffarato, dicendo di disturbarmi pure per qualsiasi motivo (adoro le sottigliezze dell’inglese) e mi dirigo su verso il mio ufficio sapendo che sarò lasciato in pace. Mi faccio una schifezza di Nespresso mentre controllo la posta sul telefono, sorseggiando il caffè chiudo la porta dietro di me e finalmente arrivato alla scrivania muovo il mouse del laptop per svegliare la mia fiammante Linux box.
Sapete già che parte del mio lavoro consiste nel tenere corsi extra-scolastici di stampo vagamente esterofilo ad alunni di estrazione molto eterogenea.
Una parte dei miei corsi è riservata a quella che chiamo prevenzione dello “shock culturale”, per non bloccarsi quando all’estero si è assaliti da stimoli codificati in maniera differente. Non è questo il luogo adatto a discutere l’argomento, sappiate solo che in genere faccio abbondante uso di musica, cinema, letteratura e in generale produzione artistica, per rendere familiare la cultura di riferimento.
Da circa un mese non utilizzo gli strumenti didattici messi a disposizione dall’istituto che mi ospita e invece porto a lezione il Galway PRO mandatomi da Garlach44 (recensione). Beh sareste sorpresi se vi dicessi che tanti hanno riconosciuto Ubuntu a prima vista! Gli “utenti normali” di cui spesso favoleggiamo, gente che usa Ubuntu ma magari non frequenta forum o blog… Uno mi ha anche informato che a fine aprile esce la nuova versione ;)
Ho perso il conto di quante volte in questi giorni ho scosso la testa con sconsolata disapprovazione, chiedendomi: perché uno qualunque come me deve avere l’idea di come gestire gli affari italiani più chiara di chi è al potere?
Forse perché tra affitta-Camere, sciogurl, raccomandati e amici degli amici, in Italia chi comanda è gente ancora più qualunque di me? Non so, ma sono tanti i modi in cui mi sento offeso mentre ci fanno gli auguri per questi 150 anni di impunità d’Italia.
Mentre un vecchio piange di fronte alla nazione, nell’inutile vanto di far passare la commozione del momento per redivivo amore patrio, gli italiani vengono traditi e delusi impunemente, giorno dopo giorno. L’ostinazione, anche di fronte alle catastrofi, a voler continuare con un programma nucleare, quando occupiamo una posizione privilegiata per sfruttare il fotovoltaico e altre risorse rinnovabili che faranno il futuro dell’umanità. L’entrata in un conflitto, perché di questo si tratta, senza nemmeno sapere a cosa si va incontro e senza nemmeno porre condizioni alla tracotanza dei fin troppo “volenterosi”. Gli appelli disperati di un’isola ridotta al collasso che cadono nel vuoto o nelle prese in giro del “ce ne occuperemo”. Siamo lasciati soli.
E tutto questo senza nemmeno soffermarsi sulla principale anomalia, etica e morale prima ancora che politica e giudiziaria, di questo paese… Sì, sono consapevole che esternazioni del genere possono essere tacciate di qualunquismo, ma la verità è che il qualunquismo in Italia è saldamente al potere.
Conoscete già tutti Garlach44: ne avevamo discusso nell’articolo “Comprare PC con Linux in Italia: lista di rivenditori” e l’avevo indicata come l’azienda a cui mi sarei rivolto personalmente. Si tratta infatti di una interessante realtà italiana che si è posta l’obiettivo di commercializzare computer compatibili con Linux, e spingendosi fino a offrire una intera linea di prodotti (server, desktop, portatili, touchscreen) liberi da ogni traccia di Windows e invece con Ubuntu preinstallato.
Se mi seguite su Twitter (-> post), Friendfeed (-> post) o siete semplicemente iscritti alla sempre più spettacolare SocialBox (-> post), avete saputo in anteprima che qualcosa di misterioso stava per arrivarmi dalla Puglia… Bene, a questo punto è chiaro a tutti in cosa consistesse il mistero e adesso che ce l’ho qui sulla scrivania del mio studio già da qualche giorno, posso mostrarvelo in tutto il suo splendore e possiamo pregustare il modo in cui questa piccola novità ci terrà compagnia :)
Tempo fa avevate espresso uno dei vostri insindacabili verdetti nel sondaggio “Miglior telefono Android“, che è stata anche una delle pagine più lette di pollycoke nel 2010. L’insindacabile era chiaro e duplice: il miglior Android era l’HTC Google Nexus One, e io dovevo proprio averne uno.
Ora, io ho questa cosa chiamata senso della realtà che mi impediva di spendere cinquecentoeuriunmilionedilire per un telefono la cui carica non arriva a fine sera… Dunque ho aspettato pazientemente, continuando a sperperare i miei soldi in chitarre, vino e donne, finché qualche giorno fa mi è stata fatta la soffiata del Nexus One in offerta a €249 e beh… eccomi con il nuovo giocattolo, che sperimento su Pollycoke Mobile :)
Per quanti non lo sapessero ancora, Girl Geek Dinners Roma è l’edizione romana di girlgeekdinners, un’associazione con sedi in vari paesi che si prefigge l’obiettivo di promuovere l’incontro e i contatti tra donne che lavorano nell’hi-tech o che ne sono semplici appassionate.
Quello che avrà luogo venerdì 18 febbraio è il settimo evento ad essere organizzato dalle geek romane ed è interessante principalmente per due motivi. Il primo, personale, è che avendo deciso da poco di svelarmi, questa sarà la prima occasione per incontrare finalmente tante persone finora fatte di soli bit; il secondo, più importante per tutti noi, è che il tema principale di questo settimo evento sarà il software libero, e vedrà la presentazione di Ubuntu Women It da parte della nostra Flavia Weisghizzi preferita.
Ovviamente, essendo questo un evento tutto al femminile, la mia partecipazione sarà limitata ad un “dietro le quinte”: sarò lì per godermi la serata, le presentazioni e la splendida compagnia. So che alcuni di voi ci saranno, localizziamoci ;)
Una delle tante istantanee che raccontano cosa accadendo in Egitto e in generale in tutto il Nord Africa in questi giorni.
Non è facile descrivere il sentimento di orgoglio che provo nei confronti di questi popoli che stanno trovando la forza di reagire a decennali regimi dittatoriali travestiti da democrazie malate. Mi sento quasi in difetto ad aver partecipato al massimo con qualche retweet… Eppure è proprio questo che passerà alla Storia: la prima grande sollevazione organizzata, condivisa e raccontata in tempo reale grazie anche alla rete.
Oggi le naturali aspirazioni di ogni essere umano sono bene espresse grazie a questo mezzo, troppo spesso visto come spersonalizzante, guardato con sospetto o apertamente ostacolato come pericoloso strumento di potere sociale. Tornando all’immagine , ho anche pensato che in qualche modo il sogno collettivo dell’America buona (o buonista), portare la democrazia nel mondo, in questa occasione potrebbe diventare realtà. Non con l’esercito, non con inciuci tra politici, ma grazie a semplici strumenti di espressione popolare.
Il 14 dicembre 2010 sarà ricordato per tanti aspetti controversi della vita italiana e internazionale.
Dall’estero aspettavamo il responso sul caso Assange, libero su cauzione dall’accusa di aver fatto sesso non protetto con partner che poi lo hanno denunciato, fieramente ricercato per aver ridicolizzato la diplomazia internazionale con l’ormai famoso Wikileaks. Su questo argomento magari scriverò qualcosa un’altra volta, adesso mi preme altro.
In Italia era infatti il gran giorno delle possibilità (poche) e delle speranze (molte) di una sfiducia al governo. Però si è trasformato in tante altre cose: è stato il trionfo di quel gioco stanco e sporco chiamato politica italiana, tra astensioni mirate e inciuci vari; è stato un giorno di grandi manifestazioni pacifiche di gente che ha esercitato la propria libertà di espressione; è stato infine un giorno di violenze e azioni fosche, talvolta apparentemente inspiegabili, che hanno lasciato parecchi interrogativi e nessuna risposta.
Non è solo un bieco gioco di parole. I riferimenti sono nelle interessanti discussioni scaturire dai post di Marco, Amon Paike, Tungsteno, c4rd0, Frafra e anche altri in SocialBox.
Nichi Vendola non è certo uno sprovveduto e se ha pensato di siglare un accordo con Microsoft significa che ha già ponderato tutti i pro, i contro e tutto quel che sposterebbe Microsoft in Puglia, in termini di soldi e dunque in termini di consenso. Poco male se pochi esaltatati estremisti protestano…
Quando leggo in politichese infarcito di parole chiave che la regione Puglia sostiene il software libero ma non dice no ai grandi competitori, e che la scelta di siglare l’accordo con Microsoft deriva dalla volontà di rendere la Puglia e il Sud un polo d’eccellenza mi scappa una risata amarissima come la birra che sto sorseggiando, e allora voglio proprio brindare a Nichi e alla sua personalissima Italia migliore.
È proprio il gioco ad essere bieco.