Il team di Canonical ha in serbo grandi cose per il supporto ai tablet grazie al progetto Utouch, di cui vi avevo parlato tempo fa (cfr “Video di Ubuntu Unity con uTouch (su tablet Dell)“).
Utouch si prefigge di rendere Unity gestibile usando le dita invece del mouse per manovrare il Launcher, i menu, le finestre eccetera. Per i tablet al momento siamo ancora ad uno stadio embrionale, non è esattamente godurioso come mangiare cibo a mani nude ma -e questa è l’ottima notizia- è già accettabile per l’uso con una qualsiasi trackpad/touchpad multitouch, anzi è pure molto comodo!
Sto usando da alcuni giorni Unity con una Apple Magic Trackpad ed è comodissimo poter spostare le finestre con tre dita, avviare la Dash con un tocco di quattro dita, ingrandire/rimpicciolire le finestre allargando tre dita… Adesso vado a mangiare un boccone.
Oltre a Unity, la nuova interfaccia che tanto fa discutere (è quasi pronta una mia recensione dettagliata ), Ubuntu 11.04 introduce alcune piccole-grandi novità che caratterizzano non meno l’esperienza d’uso di tutti i giorni e che rientrano nel progetto del design team di Canonical di rendere Ubuntu un po’ più Ubuntu.
Si tratta anche qui di dettagli che non mancano di suscitare opinioni forti, come i due rappresentati nell’immagine qui accanto. Uno è da me accolto con fanfare festanti: il grip per ridimensionare le finestre. Dopo anni che ci alleniamo a fare i cecchini per riuscire a prendere quel fottuto pixel che dà inizio al ridimensionamento (specie con temi senza bordi), finalmente adesso abbiamo una comoda area sufficientemente ampia da essere individuata al primo colpo. Grande passo per l’umanità. Un’altra attesa e anticipata novità è rappresentata dalle scrollbar a scomparsa, la cui idea di fondo è buona, se non fosse che la realizzazione cozza con lo stile discreto di Unity e mi risulta scomoda. È di questo secondo aspetto che voglio discutere più a fondo, ecco nel dettaglio come disabilitare le nuove scrollbar e perché.
Chi di voi segue la SocialBox si sarà già imbattuto in più segnalazioni riguardanti la tanto attesa pubblicazione di Ubuntu 11.04 Natty Narvhal (cfr Marco Persinger). A breve pubblicherò una recensione di Unity che è già in lavorazione da qualche giorno, nel frattempo vorrei salutare insieme a voi l’uscita di questa che è la più ambiziosa e innovativa Ubuntu, e probabilmente una delle più interessanti nella storia delle distribuzioni GNU/Linux.
In questi giorni ho avuto modo di scambiare alcune piacevoli chiacchiere con tre pollycoker d’eccezione: Marco “treviño” Trevisan, Stefano “cando” Candori e Andrea “arlecchino” Azzarone.
Entrembi partecipano allo sviluppo di Unity, la nuova interfaccia grafica di Ubuntu, e due di loro saranno anche sponsorizzati da Canonical per partecipare al prossimo UDS, che si svolgerà a Budapest.
Le mie domande sono quelle che un po’ tutti avremmo curiosità di porre (o almeno credo, sono benvenuti altri spunti!). Si è discusso dello stato di usabilità attuale del progetto e di cosa possiamo aspettarci in futuro, quali saranno i loro prossimi contributi e come fare per iniziare a partecipare… senza tralasciare argomenti più politici quali il rapporto di Canonical e Unity con progetti quali Zeitgeist e GNOME 3 Shell.
Sapete già che parte del mio lavoro consiste nel tenere corsi extra-scolastici di stampo vagamente esterofilo ad alunni di estrazione molto eterogenea.
Una parte dei miei corsi è riservata a quella che chiamo prevenzione dello “shock culturale”, per non bloccarsi quando all’estero si è assaliti da stimoli codificati in maniera differente. Non è questo il luogo adatto a discutere l’argomento, sappiate solo che in genere faccio abbondante uso di musica, cinema, letteratura e in generale produzione artistica, per rendere familiare la cultura di riferimento.
Da circa un mese non utilizzo gli strumenti didattici messi a disposizione dall’istituto che mi ospita e invece porto a lezione il Galway PRO mandatomi da Garlach44 (recensione). Beh sareste sorpresi se vi dicessi che tanti hanno riconosciuto Ubuntu a prima vista! Gli “utenti normali” di cui spesso favoleggiamo, gente che usa Ubuntu ma magari non frequenta forum o blog… Uno mi ha anche informato che a fine aprile esce la nuova versione ;)
È passato quasi un mese dall’arrivo del nuovo giocattolo (cfr “Garlach44 Galway 15.6″ PRO, portatile Ubuntu per pollycoke :)“) e adesso che posso dichiarare gran parte delle mie curiosità soddisfatte, vi rendo partecipi delle mie impressioni sul Galway PRO.
Non sarà una recensione “canonica” del genere copia-incolla delle spec dal sito dal nuovo sito di Garlach44, quel tipo di recensioni sono forse più precise e ordinate ma francamente mi hanno stufato e immagino che siano venute a noia un po’ a tutti, invece vi racconto come ho gradualmente scoperto il laptop e i vari passaggi che ho effettuato per farlo mio.
Del resto non potrebbe essere altrimenti: la piacevole sensazione di avere un dialogo costruttivo, immediato e personale con l’azienda che fornisce il prodotto che utilizzi, non è paragonabile a nessuna esperienza finora avuta.
Un paio di giorni fa in SocialBox è nata una piccola discussione un po’ sopra le righe, originata da un fuori-tema di un ex-utente di pollycoke :)
Usando la terminologia delle linee guida, la segnalazione in questione non era una notizia o una risorsa riguardante quel “geek-porno” che è il collante di tutte le nostre discussioni da ormai parecchi anni. Si trattava invece della segnalazione di un video musicale di un’artista francese, e insomma era un “abuso”, termine che -comunque la mettiamo- è entrato a far parte delle nostre discussioni.
Qualcuno ha apprezzato la digressione musicale fuoritema, diciamo “più umana” e meno tecnica rispetto agli argomenti generali, ma la reazione di molti è stata piuttosto chiara: fastidio. Ora, al di là dell’accoglienza della non-notizia in sé, vorrei fare insieme a voi il punto della situazione SocialBox con qualche riflessione, cercare di capire cosa è andato storto in questo caso e magari provare a mettere le cose nella giusta prospettiva per il futuro.
Di recente ho pubblicato la panoramica “Android visto da un pinguino curioso“, per descrivere molte delle prime reazioni avute nelle prime settimane di utilizzo del mio Nexus One ma evitando di scendere troppo nei dettagli, principalmente perché non ho ancora una grande sicurezza riguardo al funzionamento di Android, e poi perché quella voleva essere appunto una panoramica.
Oggi invece mi riservo il piacere di addentrarmi in qualche considerazione più tecnica e approfondita, sempre seguendo le vie percorse per assecondare le mie curiosità personali e in qualche modo tutte mirate a soddisfare due domande che mi ero posto nella panoramica: “Posso usarla come una distro Linux?“, “Posso ottenere un Android senza Google?“. La risposta a entrambe è sì, e vi sorprenderete di quanto sia facile!
Ho perso il conto di quante volte in questi giorni ho scosso la testa con sconsolata disapprovazione, chiedendomi: perché uno qualunque come me deve avere l’idea di come gestire gli affari italiani più chiara di chi è al potere?
Forse perché tra affitta-Camere, sciogurl, raccomandati e amici degli amici, in Italia chi comanda è gente ancora più qualunque di me? Non so, ma sono tanti i modi in cui mi sento offeso mentre ci fanno gli auguri per questi 150 anni di impunità d’Italia.
Mentre un vecchio piange di fronte alla nazione, nell’inutile vanto di far passare la commozione del momento per redivivo amore patrio, gli italiani vengono traditi e delusi impunemente, giorno dopo giorno. L’ostinazione, anche di fronte alle catastrofi, a voler continuare con un programma nucleare, quando occupiamo una posizione privilegiata per sfruttare il fotovoltaico e altre risorse rinnovabili che faranno il futuro dell’umanità. L’entrata in un conflitto, perché di questo si tratta, senza nemmeno sapere a cosa si va incontro e senza nemmeno porre condizioni alla tracotanza dei fin troppo “volenterosi”. Gli appelli disperati di un’isola ridotta al collasso che cadono nel vuoto o nelle prese in giro del “ce ne occuperemo”. Siamo lasciati soli.
E tutto questo senza nemmeno soffermarsi sulla principale anomalia, etica e morale prima ancora che politica e giudiziaria, di questo paese… Sì, sono consapevole che esternazioni del genere possono essere tacciate di qualunquismo, ma la verità è che il qualunquismo in Italia è saldamente al potere.
Conoscete già tutti Garlach44: ne avevamo discusso nell’articolo “Comprare PC con Linux in Italia: lista di rivenditori” e l’avevo indicata come l’azienda a cui mi sarei rivolto personalmente. Si tratta infatti di una interessante realtà italiana che si è posta l’obiettivo di commercializzare computer compatibili con Linux, e spingendosi fino a offrire una intera linea di prodotti (server, desktop, portatili, touchscreen) liberi da ogni traccia di Windows e invece con Ubuntu preinstallato.
Se mi seguite su Twitter (-> post), Friendfeed (-> post) o siete semplicemente iscritti alla sempre più spettacolare SocialBox (-> post), avete saputo in anteprima che qualcosa di misterioso stava per arrivarmi dalla Puglia… Bene, a questo punto è chiaro a tutti in cosa consistesse il mistero e adesso che ce l’ho qui sulla scrivania del mio studio già da qualche giorno, posso mostrarvelo in tutto il suo splendore e possiamo pregustare il modo in cui questa piccola novità ci terrà compagnia :)