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Nokia. Connecting KDE.

Giorni fa Cornelius Schumacher aveva lanciato la sbalorditiva, incredibile… ovvia idea di “Unificare KDE Libs e Qt“, che ha colto tutti di sorpresa ma si è rivelata non troppo peregrina.
Tutti noi abbiamo cercato di immaginare cosa accadrebbe in tale scenario, piuttosto lontano nel tempo, diciamo un KDE 5 o 6.
Beh le conclusioni leggetele nell’articolo linkato, nel frattempo qualcosa di meno futuristico ma molto promettente sembrerebbe già in atto. Come riportato da Marco Persinger in SocialBox, Nokia e KDE discutono di integrare Ovi in KDE. Prendete un buon caffè…

Unificare KDELibs e Qt? La migliore del mese ma…

Ogni tanto capita a tutti di spararne una così grossa e improbabile che quasi suona geniale …e se succede ad un tipo come Cornelius Schumacher, alla guida di KDE e.V., rischia di diventare la storia del mese. Nella sua discussione in SocialBox, Jaicioth segnala infatti un articolo di Phoronix a proposito di questa idea di Cornelius:

We all love Qt, without it KDE wouldn’t exist. We also love the KDE development platform, it provides all that what Qt doesn’t have or didn’t have at some point in time. But is there still a real reason to keep them separate? Wouldn’t it be much more elegant, if you wouldn’t have to decide, if to use some KDE classes or write a “qt-only” application, if you would get all the wonders of KDE from Qt in one consistent way?

Unificare le librerie di KDE e Qt?! Respirate. Significherebbe un KDE 5 e forse anche un KDE 6, rottura di ogni traccia di compatibilità, dibattiti e polemiche infinite e soprattutto un immane lavoro; d’altra parte Phonon ha fatto esattamente questo percorso… Sarebbe il modo più geniale che potrebbe escogitare KDE per assicurarsi un futuro in Symbian, MeeGo e nella tuttora sterminata base utenza di Nokia (cfr “Aspettate prima di dire che Nokia è morta…“).
Ah ma ecco un piccolo particolare: non sappiamo ancora come la prenderebbe Nokia ;)

Fotorecensione di KDE 4.5.2 e openSUSE 11.3

KDE 4.5.2Sono passati sei mesi dalla mia ultima recensione di KDE (cfr “Fotorecensione di KDE SC 4.4.2“) e per un progetto open source con la vitalità di KDE si tratta di un tempo veramente lungo.
In questi giorni ho finalmente avuto modo di provare la distribuzione “ufficiosamente ufficiale” di KDE, creata sulla base di openSUSE 11.3, dunque ne ho approfittato per scattare oltre 80 immagini e appuntare le mie note su distribuzione e desktop.
Vi sentite pronti per sapere quanti “ancora” conterrà stavolta il verdetto finale? Mi sa che avrete una sorpresa.

Speculazioni su Kubuntu, KDE, Unity, aperitivi e trombamiche

Sarò sicuramente io ad avere una mente contorta, ma (ri)leggendo questo annuncio di Riddell riguardo a Kubuntu e KDE, mi è venuto da pensare. Riporto un estratto:

The Ubuntu Developer Summit is in full swing here in Florida. There have been a load of important decisions taken. For example today I dropped KDE from our desktop. I know this may be controvertial with some parts of the community but we can have unity in our new desktop.. Plasma.

Mi sono venuti in mente i messaggi un po’ allusivi che ci si scambia, a mo’ di giuoco e intrattenimento sado-masochistico, con quel particolare genere di amicizie a metà tra incontri a letto e aperitivi sociali, tutti ambiguità e insinuazione. Tipo:

è stato carino, dovremmo rifarlo ;-)

Proprio come in casi del genere, ho letto tre o quattro volte il testo ambiguo di Riddell, prima di decidere che non ho capito nulla di che accidenti volesse dire; e proprio come in quei casi, partono le speculazioni assassine…

KDE ha bisogno di dettagli come questo

Questo segnalato da Sebastian Kügler è un dettaglio che potrebbe passare inosservato… Male! KDE ha un bisogno esagerato di questi ritocchi apparentemente insignificanti.
Notate la sottile differenza tra (old) e (new) nell’immagine qui a fianco? Bene, moltiplicate per dieci-cento-mille una banalità come la mancata ombreggiatura sui caratteri dell’orologio e avrete la misura di quanto dilettantesco possa apparire KDE agli occhi di chi viene da Mac OS X o perfino Windows.
È questa la strada giusta, non l’inutile effetto wow a tutti i costi, così come dico ormai da anni che un’altra urgentissima (quanto triviale) area di miglioramento è costituita da padding e allineamento del testo in tutto Oxygen:  schede, pulsanti, barre, testo… Ne va della coerenza visiva di un desktop che, sulla carta, potrebbe essere uno dei più avanzati al mondo.

Semplificare sempre e comunque (Oxygen)

oxygen-clearlooks-windows-tabsCi eravamo figurati per Oxygen una nuova era grazie a Hugo (cfr “Oxygen: aria nuova. Segnali di vita in KDE?“), che aveva anche iniziato una discussione riguardo al padding dei pulsanti a cui avevo preso parte in “Add more padding :)“, dispensando verità con la stessa generosità con cui abbondo con il dentifricio.
Oggi leggo di nuove evoluzioni, stavolta riguardanti le schede (tab),  da parte di Jaroslaw Staniek, autore di quel che vedete nell’immagine qui riprodotta. Si tratta di una semplificazione effettuata grazie alla rimozione di cornici, un classico metodo per migliorare ogni stile in KDE. Con queste modifiche Oxygen è senza dubbio più pulito, anche se non ancora ai livelli di Cleanlooks (clone Qt di Clearlooks per GNOME). …adesso però vogliamo sistemarlo l’altro ridicolmente classico metodo, l’accidenti di padding?

"Open Source e Brand Community", pollycoke e uno studio accademico

Il tema di Brand Community è attualmente uno dei più caldi a livello di marketing, nell’era di quel famigerato Web 2.0 fatto di continui rimandi tra aziende, utenti e comunità che avvengono tramite mezzi fino a poco tempo fa sottovalutati come blog e social network.
In una rivoluzione che decenni di associazioni dei consumatori non sono riusciti ad innescare, ormai nessuna azienda che voglia apparire credibile può permettersi di ignorare la forza delle reazioni sociali della propria utenza, specie se queste possono essere infinitamente amplificate cliccando su un semplice pulsante “mi piace” in grado di diffondere consensi o critiche in maniera esponenziale e in alcuni casi virale.
Quanto questo modello di ricerca del consenso possa applicarsi a progetti open source è grosso modo l’oggetto di uno studio di Francesco Catarinozzi, che ha deciso di chiedere aiuto a alla comunità di pollycoke e del software libero italiano in generale, con una mail molto informale che riporto con piacere. Potrebbe essere carino vedersi citati in una tesi :)

Jos Poortvliet scatenato su KDE. Piace e inquieta…

Sembra che a volte l’attenzione di tutti venga catalizzata su un argomento anche in assenza di novità estemporanee… e quasi sempre sono così egocentrico da credere che tutto succeda semplicemente perché interessa a me :D
Stavolta è il caso di KDE, la sua ergonomia, la sua (mancanza di) direzione e le sue enormi potenzialità. Ne ho scritto ieri in “Oxygen: aria nuova. Segnali di vita in KDE?“, non senza essere criticato un po’, e di nuovo oggi in risposta al team di Oxygen in “Add more padding :)“. Manco a farlo apposta, un paio d’ore fa Jos Poortvliet ha pubblicato queste sue riflessioni su Planet KDE. Riflessioni in cui non si fa alcun problema a dire frasi come: “Gnome builds a great user experience on inferior technology, KDE creates super technology while not doing enough on usability
Sono contento che Jos abbia scritto quel che ha scritto per due motivi. Prima di tutto fa piacere leggere dell’autocritica così lucida proveniente da un responsabile marketing e stampa di KDE (grazie pinotree!): dimostra un incredibile senso di imparzialità. Oltre questo le parole di Jos, le sue critiche e le sue idee calzano a pennello con quello che scrivo io da anni… ma che ovviamente detto da un esterno come me non potrebbe mai andare bene :D
Beh, voglio rispondere con voi ai principali punti esposti da Jos e fare qualche inquietante ipotesi su quelli che non ha ancora esposto ;)

Add more padding :)

Hugo, glad you ask! There’s nothing really wrong with Oxygen buttons, or with the whole style itself.
You should just… add more padding (in the example here I added 1px top, left, and right and 2px bottom) to buttons, combo boxes, checkboxes, text fields… You’ll notice the subtle difference and your users won’t be upset.
That’s it.

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