Il tema di Brand Community è attualmente uno dei più caldi a livello di marketing, nell’era di quel famigerato Web 2.0 fatto di continui rimandi tra aziende, utenti e comunità che avvengono tramite mezzi fino a poco tempo fa sottovalutati come blog e social network.
In una rivoluzione che decenni di associazioni dei consumatori non sono riusciti ad innescare, ormai nessuna azienda che voglia apparire credibile può permettersi di ignorare la forza delle reazioni sociali della propria utenza, specie se queste possono essere infinitamente amplificate cliccando su un semplice pulsante “mi piace” in grado di diffondere consensi o critiche in maniera esponenziale e in alcuni casi virale.
Quanto questo modello di ricerca del consenso possa applicarsi a progetti open source è grosso modo l’oggetto di uno studio di Francesco Catarinozzi, che ha deciso di chiedere aiuto a alla comunità di pollycoke e del software libero italiano in generale, con una mail molto informale che riporto con piacere. Potrebbe essere carino vedersi citati in una tesi :)
Tag: Marketing
Ci crogiolavamo tutti nel nostro essere Debian radical-geek quando notammo modelle nude che ammiccavano “io te la do perché tu me la dai” e ovviamente fu subito amore.
“Una Debian africana con reparto marketing e fantastiliardi per realizzare ogni nostro desiderio?”.
Sembrava la Distro Finale e per molti lo è stata e lo sarà ancora… A patto di mettere a fuoco alcuni dettagli, tipo che le modelle poi devono essersi rivestite. E tipo che prima o poi i fantastiliardi finiscono.
Linux ha un problema d’immagine? Appena ho visto questa foto mi sono fatto una risata:
Poi però mi sono detto… e se fosse davvero così che gli altri vedono gli utenti Linux?